Ne ho seguite una decina da vicino di 100 chilometri del Passatore, eppure, nonostante la prestazione cronometrica modesta ottenuta dai vincitori, l'edizione 2014 rimarrà, a mio modesto parere, una delle più appassionanti. La gara parte sotto un sole aggressivo che induce gli atleti a un ritmo prudente, assai più lento rispetto alle precedenti edizioni. In testa si mettono subito l'otto volte vincitore della gara Giorgio Calcaterra, l'altoatesino Hermann Achmuller e il pugliese Vito Sardella (candidato alle comunali di Bari con Fratelli d'Italia). Al quinto chilometro sbuca dal gruppo di inseguitori l'ucraino Evgeny Glyva, che, immemore della batosta presa l'anno scorso quando giunse secondo sfinito sulle ginocchia, prova a fuggire dai battistrada italiani sfidando le dure salite verso Fiesole e la calura estiva mitigata dal piacevole fresco lungo i brevi tratti ombreggiati. Il passaggio al decimo chilometro per Glyva avviene in 42:50, con una proiezione che non lascia spazio sotto le 7 ore. Calcaterra passa assieme ad Achmuller in 43:20, quindi Vito Sardella (43:50) e Paolo Bravi (44:00). Le posizioni sfilacciate dei protagonisti rimangono così fino al 20esimo chilometro, quando Calcaterra, una volta staccato Achmuller al 16esimo chilometro, raggiunge Glyva col quale corre appaiato fino all'ingresso di Borgo San Lorenzo, in prossimità del 30esimo chilometro. E' qui che Glyva attacca di nuovo con un incremento di ritmo prossimo ai 4 minuti netti a chilometro. Calcaterra sembra più legnoso e affaticato. Non risponde all'allungo, anzi, rimane seduto sul suo ritmo che durante la salita verso il passo della Colla riduce addirittura, tanto che l'altoatesino Achmuller lo supera in prossimità del passaggio alla maratona. Mentre Sardella si ritira al 35° chilometro, allo scollinamento del passo della Colla (48esimo chilometro), Glyva passa in solitudine in 3h22' con tre minuti di vantaggio su Achmuller e quasi sei minuti su Calcaterra, avvicinato a sua volta da Paolo Bravi che passa quarto seguito da Daniele Palladino. La discesa verso Marradi e Brisighella, vede nell'ordine il crollo (come l'anno scorso) di Glyva, che al 65esimo chilometro viene raggiunto e superato da Achmuller, passando in testa alla gara. Calcaterra acquisisce velocità in discesa, e nonostante il passo affaticato e il viso sofferente, chilometro dopo chilometro, raggiunge e supera Glyva poco oltre il 75esimo chilometro, diventando secondo. Successivamente, col calare del buio lungo la strada statale che porta verso Faenza, il passo di Calcaterra rimane più brillante, complice forse il tifo da stadio del pubblico che lo incita come fosse un eroe del calcio. Al 90esimo chilometro il momento più impressionante di tutta la gara nel buio schiarito dalle luci delle auto che marciano contrarie alla direzione del centista romano. Calcaterra barcolla disturbato da strani attacchi di tosse. Seguono due, forse tre gittate di vomito. In corsa! Poi, ecco il cambio di passo. Calcaterra pare rinascere. Al 93esimo chilometro, con Faenza sullo sfondo, raggiunge e sorpassa un Achmuller ormai seduto su un ritmo radente, al risparmio, e troppo lento per il tassista romano, che copre gli ultimi dieci chilometri in 41 minuti. Calcaterra si presenta da solo, per la nona volta consecutiva, al traguardo nella piazza di Faenza in 7 ore e 5 minuti tra il fragore del pubblico. Non contento, si fa altri due giri di corsa radente le transenne per salutare la folla festante. Saltella come se nulla fosse stato. In una sola parola: impressionante. Achmuller onora la sua meritata piazza d'onore staccato di 7 minuti dal vincitore del Passatore, un podista che da nove anni passa sempre tutti dando l'impressione di non passare mai. Il podio lo completa Daniele Palladino seguito da Paolo Bravi. Lontano Glyva, che chiude quasi in 7h30'. La gara donne va a un terzetto di croate capeggiate da Marija Vrajic che bissa la vittoria dell'anno scorso. Con tutto il rispetto, davvero poco-nulla rispetto a Calcaterra. Viene da un anno tribolato di acciacchi fisici, in particolare la schiena che lo tormenta e che lo ha tenuto lontano da molte gare e diversi allenamenti di qualità. Eppure non ce n'è stato per nessuno nemmeno quest'anno, lungo tutti questi 100 chilometri appassionanti. In una sola parola: impressionante.