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trail della rivaSiamo all'optimum

“Senti”, mi ha chiesto un collega podista bolognese mentre stavano affrontando un sentiero in salita, “cosa vuol dire 20 km + 1000?”. Gli ho spiegato quello che tutti i trailer sanno, che cioè il +1000 indica i metri di dislivello (in su e in giù) da superare. Evidentemente era al suo primo trail, e questo è sicuramente  un segnale positivo per un movimento che, specie con epicentro nell’area tra Modena e Bologna, sta invecchiando senza più trovare stimoli nelle consuete non competitive uguali a quarant’anni fa – salvo che oggi quasi nessuno parte più in orario, e sempre meno pagano la quota di iscrizione. 

Infatti, 251 classificati in un trail di 20 km (esatti, non i 19 indicati da Tds), più quelli che il Gps proclama essere 912 metri di dislivello; e 170 arrivati nella versione più dura, di 32 km e 1700 metri D+; e ancora parecchie decine o forse qualche centinaio di persone impegnate nei percorsi non competitivi, pare costituiscano il record di partecipazione per un trail in Emilia-Romagna. E che a stabilire questo record sia stata Modena, provincia fino a due anni fa alquanto ritardataria nelle corse fuori strada, va tutto a merito di quell’associazionismo ‘buono’ rappresentato da Francesco Montanari (uomo di queste parti e per il secondo anno responsabile regionale del campionato regionale trail Uisp), e da due titolari di negozi di abbigliamento sportivo, Alberto di Running 330 di Formigine e Checco di Mud & Snow di Casona, che del trail stanno facendo la loro bandiera e appunto da due anni propongono e tracciano percorsi e affiliano podisti desiderosi di esperienze en plein air.

Non so quale sia stato l’apporto preciso dell’uno e dell’altro: certo che ho visto i loro tesserati e simpatizzanti (mamme e mogli comprese, e persino la maestra Camilla, mia scolara e moglie di un atleta di punta) gestire iscrizioni o sbandierare agli incroci; e nei sentieri ho ritrovato i luoghi esplorati tanti giovedì sera negli allenamenti che partono dalla sede di Mud & Snow. Per non togliere niente a nessuno, aggiungo che i luoghi sono già noti da qualche decennio per due camminate in partenza appunto da Rocca Malatina e dalla vicina Zocca con perno sullo stesso Monte della Riva; e qui, il pioniere fu l’altro benemerito scarparo Lupo.

Insomma, uniti si vince, specie se ci si mettono tutti gli ingredienti che piacciono ai podisti: percorsi non durissimi (almeno quello dei 20 km, cui gli iscritti ai 32 aggiungevano un anello supplementare leggermente più impegnativo), ristori abbondanti (mediamente uno ogni 5 km), prezzo di iscrizione modico (13 euro per il “corto”, 23 per il lungo), ma gratificato da un pacco-gara che valeva da solo il costo; ottima tracciatura, perfetta gestione degli incroci, docce quasi tiepide ancora dopo quattro ore, ristoro finale ricchissimo e coronato, per chi voleva, da un qualcosa che è riduttivo definire pasta party. Con 5 euro (8 per gli accompagnatori) ci è toccato un bis di primi (tortelloni e maccheroni), tre crescentine accuratamente suddivise ai formaggi, prosciutto e lardo (anzi, “pesto” come dicono qui, e come riportava anche la confezione-omaggio nel pacco-gara), dolce, acqua a volontà.

Il percorso, i suoi panorami e gli attraversamenti di borghi antichi eppur vivi (fra tutti, cito Samone e Montecorone), i “sassi” da salire, sono ampiamente documentati nelle foto di Teida Seghedoni, la principessa dei fotografi modenesi che ci ha concesso in comproprietà i suoi mille scatti. Da questi potete vedere anche personaggi notissimi almeno a livello interregionale, che hanno battagliato sportivamente… anche col sottoscritto, che ha preceduto di un minuto Giuseppe Marazzi. Salvo che lui ha corso i 32 mentre io ho fatto i 20 (fra una settimana saprete perché).

Aggiungo che lo speaker ufficiale, impegnato per 8 ore o dintorni, è stato Roberto Brighenti (poi in partenza per Padova), informatissimo sulle vicende del nostro sito, e che la gara è stata fotografata non solo dalla rinomata Teida ma anche da Italo (in partenza per Rimini) e Graziano, cioè dal massimo delle camere oscure modenesi, che speriamo di ritrovare tutte su Podisti.net. Insomma, è andato tutto bene: un bel colpo di coda del podismo modenese, o almeno della sua parte  giovane o giovanile (escluso il sottoscritto), per una seconda vita di un movimento che non può morire nelle camminate da 1,5 euro con pacco di pasta garantito anche a chi fa solo il giro intorno al tavolo del ristoro.