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montalto2016“S’ode a destra uno squillo di tromba, da sinistra risponde uno squillo”

Questa volta i reggiani hanno voluto strafare: come aveva preavvisato alla vigilia Stefano Morselli, nella penultima domenica di luglio due località vicine dell’Appennino hanno celebrato la loro corsa annuale, dividendosi il popolo dei podisti tra i rispettivi squilli di trombe (o, se preferite, “noi suoneremo le nostre campane”). Cosicché noi ‘locali’ di Podisti.net ci siamo divisi, Morselli a Casina e chi scrive a Montalto (dove ha trovato Nerino pronto a inondarci di 550 foto).

Casina è senz’altro una classica, giunta alla 35a edizione, e sempre (per quanto ne so) disputata la domenica mattina; Montalto era invece solo alla 12a, e in passato si svolgeva di sabato; ma si era dall’anno scorso accaparrata la data, e quando Casina (dopo un anno di interruzione) si è ripresentata, i giochi erano già fatti. Peccato che entrambe si siano proposte la domenica, lasciando libero il sabato, oltre che il pomeriggio domenicale quando il CSI (omologatore di Casina) svolge di consueto il proprio campionato della montagna. Ciò che ha provocato fra l’altro il ‘piccolo divorzio’ della famiglia Fraracci, con Duilio costretto a seguire, per disciplina di società, la corsa ufficiale di Montalto, e la moglie Orietta Guidi invece, in gran forma e in lotta per il primato del trofeo CSI, a Casina. Diciamo che questa volta Duilio non avrà l’onta di essere stato battuto dalla consorte!

Come altra curiosità, è tornato il derby del retrorunning, quando Morselli e Gian Matteo Reverberi si sfidavano, dieci e più anni fa, nei campionati italiani: ora i due si sono suddivisi il compito di speaker nelle due gare; evidentemente correre all’indietro è una buona preparazione per raccontare gli arrivi in diretta.

A Montalto qualcuno parlava della vecchia rivalità fra Don Camillo e Peppone (Eugenia Ricchetti mi diceva di una certa società della media pianura reggiana che ha sempre rifiutato di partecipare alla gare dell’Uisp…), e per stare in tema, al secondo ristoro di Montalto era servita la spongata, dolce tipico di Brescello.

Dunque, senza pretendere di stabilire quale tromba o quale campana abbia ragione (molto spesso, gli Eps devono rassegnarsi alle date secche proposte dagli organizzatori, che non possono spostare la sagra a seconda dei vuoti del calendario podistico), ma invitando semmai Peppone e Don Camillo a ritrovarsi, prima di Natale, per dipingere le statuine del presepe e insieme concordare due date fruttuose per entrambi, il sottoscritto è andato a Montalto, attraversando Vezzano dove un’interruzione stradale costringe a deviare lungo il percorso della gloriosa notturna di Canossa; e giungendo poi a La Vecchia, frazione ricca di storia sportiva per essere stata a suo tempo l’arrivo di una 30 km in partenza da Reggio, e poi sede di una 26 km collinare organizzata dal ‘vecchio’ Mainini. Qui anche passò i suoi ultimi tristi anni William Govi, la cui memoria aleggia presso tanti e andrebbe onorata con un impegno serio a favore del suo inimitabile museo della maratona.

Tirando dritto da La Vecchia, si finirebbe a Casina; voltando a sinistra si è in breve a Montalto, 360 metri di altitudine, per una corsa della quale posso dire solo bene: competitiva (col giudice Iotti impegnato a controllare i pettorali prima del via, anche dei podisti che si nascondevano) e non competitiva, con un ampio parcheggio regolamentato a duecento metri dal ritrovo (questo invece piuttosto strettino, seppur dotato di tutti i confort inclusa una refrigerante doccia a telefono).

Il giro è una specie di 8, suddiviso circa a metà tra asfalto e sterrato (per pudore, non l’hanno chiamato trail) che raggiunge la massima altezza di 480 m dopo 1,7 km, poi discende e risale a 430 al km 4,9, infine ripassa vicino a Montalto ma ne scende giungendo alla massima depressione (320 metri) al km 7,5, per tornare infine all’arrivo dopo 8,7 km e 230 metri totali di dislivello in più e in meno. Salite tutte corribili, anche se nella personale sfida con Angelo Giaroli (stavolta vinta da lui, per venti metri, vedere foto di Nerino 423-427) nell’ultimo km ci siamo permessi una cinquantina di metri di passo.

Ristoro decisamente lussuoso, con abbondanza di cocomere al punto giusto di maturazione, e qualche melone, oltre a pizzette, gnocchini e bevande (per il vino bianco però rivolgersi portafogli alla mano all’attigua Hostaria Venturi); premio consistente in una fetta di formaggio locale sottovuoto, uguale per i competitivi (4 euro) e i non competitivi (1,5). I competitivi ovviamente avevano premiazioni a parte, 13 in tutto per gli individuali (e peccato per il vecchio amico Bruno Benatti che è arrivato quarto, ma che vuoi farci? Questo Leandro Gualandri pensionato e cinque volte nonno va come un treno, e ormai non degna neanche più di colloquiare coi vecchi compagni di squadra).

A colmare le defezioni dei reggiani ‘casinesi’, erano presenti alcune decine di modenesi, perfino carpigiani come la Stefania Camurri; Micio e Lella Cenci hanno portato a spasso il loro proverbiale cane a tre zampe, mentre la piccola Aurora è finalmente scesa dal passeggino e ha corso da sola, pare per un km e mezzo (foto 337-338). Insomma, c’è speranza per il futuro.

Montalto di Vezzano sul Crostolo I Borghi di Montalto di Vezzano sul Crostolo 2016