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Gara per tutte le stagioni ma…

Forse anche i Lupi dell’Appennino, organizzatori dell’evento,non sapevano decidere che tipo di gara stessero mettendo in campo;o forse la scelta di

definire la loro competizione in vari modi è stata pianificata al fine di interessare il maggior numero di atleti spaziando dagli stradisti agli amanti del trail duro e puro. Abbiamo cosi il “Trail  Ecovaldarda” e la “ Ecomaratona della Valdarda” nella stessa pagina di presentazione, per poi apprendere dal regolamento che si tratta di “eco maratona” (l’”ecotrail” è solo il percorso corto; esistono anche i trail non eco?). Infine però si parla di “maratona” pura e semplice: insomma, sfido a non trovare la propria gara, con tanta varietà.

In sostanza si è trattato di gara doubleface, i primi 20 km di sentieri e carraie con pendenze moderate e fondi molto corribili, intervallati per di più da tratti non irrisori di asfalto; mentre la seconda metà (e di metà si parla visto che i km finali saranno 40),iniziata dopo aver ripercorso a ritroso una parte del tracciato, è decisamente più in modalità trail con sentieri assai più tecnici, pendenze di sicuro impegno, tratti in cresta e perfino una breve discesa attrezzata con corde di sicurezza. Anche qui non sono mancati lunghi tratti di asfalto, per il piacere dei maratoneti puri.

Otto sono stati i ristori,quindi in modalità maratona uno ogni 5 km, e quasi tutti abbastanza forniti sia di solidi che di liquidi; sicuramente il più sparagnino è stato quello dell’arrivo, dove chi scrive, arrivando a metà classifica, ha trovato pochi pezzetti di melone e un paio di bottiglie di bevande. Pazienza: a fianco c’era il pasta party, di cui non so dire non avendone usufruito.

Ma poi... Citando il regolamento: “verrà predisposto un servizio navette per il trasporto dei partecipanti dall’arrivo alla partenza con i seguenti orari: mattina 6,30-7,30; pomeriggio: 14.00-18.00”. Io sono arrivato alle 14.55, e alle 15.59, dopo quindi oltre un’ora di inutile attesa, mi sono avviato a piedi con un altro concorrente (del quale, per sua espressa rich iesta, non faccio il nome), per percorrere i 7/8 km di asfalto onderientrare alla partenza. Per nostra fortuna, dopo aver percorso un paio di km, Luciano,un gentilissimo concorrente di Forlì che stava rientrando a Morfasso, ci ha offerto un passaggio evitandoci un paio d’ore di scarpinata. Da rilevare che, dopo 40 minuti di vana attesa, in piedi, delle navette fantasma, avevo chiesto lumi agli organizzatori; che quasi infastiditi perché in quel momento il Sindaco di Morfasso stava tenendo il suo discorso con il consueto “pistolotto” su come le gare  di corsa facciano bene al fisico e al turismo locale, mi hanno risposto (dopo loro consulto interno), di non sapere dove fossero le navette e quando sarebbero arrivate,"quindi aver pazienza e sperare in Dio” . 
Assodato che nella remotissima ipotesi che io volessi “sperare nell’Altissimo”,

escludo che lo farei in mutande, puzzando come un facocero, su una strada di montagna sotto il sole, ritengo che, partecipando a una gara che richiede una moneta di iscrizione in cambio di determinati servizi esplicitati nel succitato regolamento, io non debba sperare in null’altro di quanto dichiarato, e in caso di problemi, in una corretta informazione dello stato delle cose. In particolar modo trovandomi  all’arrivo e non in un tratto sperduto del percorso.

Con buona pace del Sindaco e dei ”Lupi”, ritengo che, anche in virtù di altra poco felice mia partecipazione al Trail del Parco 2014, stessa location e stessa organizzazione,il detto "non c’è due senza tre" non varrà per il sottoscritto; e sono certo che il turismo locale non avrà a risentirne.