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Fossoli campanile Chrysler Building foto Roberto Mandelli

 

Cercando le radici tra coetanei

 

Discreta la partecipazione, nonostante la giornata sia stata la più calda (finora) di quest’estate. In ogni caso, c’era acqua in abbondanza: benedetta la fontanella sul retro della canonica; poi saltavano fuori anche bottiglie di lambrusco fresco, che male non fanno. Strano paese, Fossoli: per arrivarci da Carpi si passa dalla “Maratona”, la vecchia chiesa dista un km dal centro, il campanile sembra abbia ispirato il grattacielo Chrysler di New York, il monumento migliore (la “Corte”) cade in rovina e nessuno ci fa niente, i suoi abitanti più celebri stanno via (a cominciare da Ernest Borgnine, poi Ettore Baraldi, della dinastia dei Pess, poeta in esilio ad Albenga, e continuando coi Verrini cui è intitolata una strada), e per fortuna hanno stabilito qui la loro residenza i Losi-Orlandi. Il migliore degli amministratori locali fu il fascistissimo conte Zuccolini, che bonificò tutte le vallate e presentò al Duce una piazza stracolma e inneggiante... ma figurarsi se gli intesteranno mai una strada: più bello avere Lenin-Marx-Moro in successione, tre che per Carpi hanno fatto tanto. Don Zeno è nato qui ed entrava in casa con la sua Norton, più tardi fece nascere la sua Comunità tra i reticolati del campo di concentramento, lasciando inventare dal prete di San Marino il nome di Nomadelfia. E adesso il prete di Fossoli viene da Rovereto (come Ivano Barbolini e l’ultimo degli sbandieratori odierni, Roberto Oliva, fratello del primo carpigiano piazzato alla maratona di Carpi), la sala parrocchiale è intestata all’altra fossolese Mamma Nina, e da 8 anni si corre una gara celebre anche per l’abbondante mangiata finale (riso e zanzare, ai tempi antichi; oggi maccheroni e tonno, alla cui greppia anche i più lenin-marx-morotei dei podisti non disdegnano di lappare).

Il via dipende dal passaggio degli intercity (per Rolo-Novi-Fabbrico, Roverbella, Mozzecane, Romanore, Dossobuono); poi il gruppo si sgrana, a fianco della Corte (“di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro – ma nel cuore nessuna croce manca”), poi in uno stradello nel territorio di Budrione, teoricamente asfaltato ma in realtà indecente, come faccio rilevare al vigile Pavesi che mi funge da scorta anche questa sera, tagliando il traguardo degli 8,8 km (scarsi e non segnati) in 42 minuti. Il tratto migliore è quello campestre, con lo stradello segnato da grandi crepe di siccità (ma un irrigatore sta lavorando, mentre il grano matura, le barbabietole crescono, e una distinta signorina in pantaloni bianchi occupa metà della corsia colla sua silhouette).

Sorge una luna piena che fa impressione, le zanzare non pungono nemmeno tanto, i due vigili dipendenti da Pavesi porgono gli onori militari all’arrivo del loro Caporale, Boniburini vende le cose avanzate a Bedonia, ma “Canile” questa volta non si è visto.

Oibò, questa cronaca uscì su Podisti.net undici anni fa. Non so a voi, ma a me piace ricercare le radici, soprattutto nel caso di una camminata coetanea alla nostra testata (per l’esattezza, corsa nata meno di due mesi dopo), e distante un tiro di voce dalla residenza di Tommaso Minerva nostro co-fondatore.

Tanto più che molte cose sono rimaste uguali, a cominciare dal caldo (31 gradi alla partenza), proseguendo coi Losi-Orlandi, con Roberto Oliva (sbandieratori oggi come allora), con Boniburini scarparo di remainders, e con le zanzare, dalle dimensioni di uccellini (“ma sono coleotteri!”, mi ha avvisato un addetto). Si sono perse, almeno oggi, le tracce di “Canile” e del vigile Pavesi, mentre sia Borgnine sia Baraldi sono entrati nel regno dei più; però ci sono ancora  altri personaggi fossolesi i cui nomi ho piluccato da resoconti del 2002 e 2004:

Da qui (località Cibeno) mosse i primi passi la Maratona d’Italia, con un numero zero che non risulta alle cronache ufficiali ma che prima o poi scoveremo fuori da qualche archivio: si correva su 4 giri, sulla Remesina come oggi, con un rapido  passaggio per piazza Martiri; Barbolini pesava 30 kg in meno, sua moglie era già allora  (come oggi) la più bella donna di Carpi. Tempi ormai mitici, e ravvivati da esperienze più recenti, come le attesissime Tre Sere di Carpi, il giro delle risaie dell’Ilva e di Roberto Oliva, e una serie inesauribile di camminate estive serali: tanto che, incrociando Fossoli e più tardi arrivando alla polisportiva San Marino e all’albergo Lina,  ci siamo quasi stupiti di non vedere Gamba ed Legn Sala a offrire in ristoro cocomere e pesce gatto.

L’Ilva, allora come oggi, gestiva il tutto (e notate che a fronte dell’iscrizione per 1,5 euro lei e la Marisella offrivano due pacchetti di pasta – forse a compenso del mitico pasta-party che fu soppresso dopo che una volta i podisti si lamentarono dei tempi lunghi di cottura). Gamba ed legn è arrivato sul traguardo (ah birichino…) mentre io stavo partendo, e non aveva da offrire, per scusarsi, pesce gatto o cocomere. Invece la maratona di Carpi ha recuperato nelle sue statistiche la cosiddetta edizione zero, ora divenuta uno anche per le nostre insistenze ("adesso sarai contento!", mi disse Barbolini); ma ha soppresso le Tre Sere….

E dal resoconto del 2004 ri-scopriamo una nostra compartecipazione che avevamo scordato: la nostra maglietta, nuova noventa, data in premio ai vincitori, a sottolineare un caratteristica primigenia, da non dimenticare, di Podisti.net:

Il nostro sito oggi si è permesso di trasformare la simbolica vittoria di due campioni locali (il carpigiano-reggiano Gianluca Mazzi e la filiforme modenese Renata Solmi), sui circa 8,5 km della corsa, in qualcosa di appena più concreto, facendo consegnare dalla factotum Ilva, come premio per il primo posto, due magliette fresche fresche col nostro emblema e con quello di Lupo sport, che ce le aveva appena sfornate. Non è granché, ma è giusto per far capire che Podisti.Net  non è solo il sito delle grandi maratone, ma anche quello delle camminate locali: dove si paga un euro e si riceve una scatola di pasta all’uovo, dove la principale ‘emergenza’ turistica lungo il tracciato è la montagna del rusco, pardon l’isola ecologica; dove il controllo del traffico è fatto dal vigile Pavesi (cui prudono i piedi per non poter correre); e dove la Marisella questa volta batte la Lorena, ma tra i rispettivi coniugi non c’è gara, perchè Sante fa una gran gara (superando il suo antico maestro- dottor Guaitoli), invece Azio parcheggia solo il camper e si accomoda a tavola.

La novità principale è che Azio ha venduto il camper, e questa volta ha sbandierato per noi all’ultima curva. Ma c’è ancora, come ci siamo quasi tutti, che dai resoconti delle olimpiadi e della UTMB non disdegnamo di passare anche alla gara parrocchiale di questo microscopico paese, è vero, / paese da nulla, ma però... / c'è sempre di sopra una stella, / una grande magnifica stella, / che  a un dipresso... / occhieggia con la punta del cipresso /di Rio Bo. / Una stella innamorata? / Chi sa / se nemmeno ce l'ha / una grande città.