Quante donne!
Pettorali esauriti, come non ricordo fosse mai capitato in un trail della provincia di Modena e probabilmente di tutta la regione: 242 arrivati nei due percorsi di 16 e 26 km, con la bellezza di 65 donne, vale a dire il 27% del totale; in particolare, nella gara ‘corta’ di 16 km, le donne erano 50, cioè il 34% dei concorrenti.
Sono percentuali quasi da paese del Nord Europa, e va a tutto merito di una gara e di un organizzatore (il negozio e associazione sportiva Running 330 di Formigine, dove la cifra sta per 3 minuti e 30” a km) che ha saputo conquistarsi un suo spazio all’interno di un calendario affollato (la stessa domenica mattina, nella sola provincia di Modena erano previste 3 gare su strada, più la maratonina competitiva nella reggiana Taneto e la classica Centopassi a 40 km da Modena, senza contare un contemporaneo trail in Romagna nello stesso calendario regionale Uisp).
Quarta edizione, dopo tre nelle quali c’erano stati mugugni per la segnatura del percorso: infatti lo speaker e organizzatore Alberto “Zak” prima della partenza ha garantito che stavolta non si sarebbe perso neanche uno con 18 diottrie mancanti. Promessa mantenuta, anche per la presenza sul percorso di ben 30 addetti, aggiuntivi rispetto alle frecce e ai sassi colorati: con una sola piccola eccezione a circa 2 km dall’arrivo, dove mancava l’addetto a convincerci che quelle due frecce, ben visibili, erano vere pur istradandoci verso un sentiero apparentemente chiuso da un grosso fittone. E invece bisognava andare proprio lì, sebbene la dicitura frequente “Wilde Trail” (anziché Wild) ci facesse pensare a qualche burla ideata da Oscar Wilde, uno che poteva resistere a tutto tranne che alle tentazioni di proseguire per una bella stradetta comoda anziché deviare su un sentierino incerto…
Comunque, direi che sia finita in gloria per tutti, pure allietati da uno splendido sole con temperatura ideale intorno ai 15 gradi: soprattutto per i primi del percorso lungo (con 1200 metri di dislivello), degli autentici cannoni in campo regionale: Matteo Pigoni, che con 2 ore e 07’ ha rifilato sei minuti e mezzo al secondo, Marco Rocchi, 11 al terzo Roberto Ardeni e ben 20 a Giuseppe Marazzi; tra le signore, Manuela Marcolini, ottava assoluta, ha regolato per 2’50” la decima assoluta e seconda donna, Sonia Del Carlo. Dopo un quarto d’ora è arrivata la terza a completare il podio (stavolta l’espressione si può usare, perché il podio a tre gradini c’era sul serio), Patrizia Martinelli, che fa sempre la sua bella figura sia come atleta sia come donna.
Tra gli altri arrivati, segnalo il 75° posto di Massimo Muratori, appena tornato dal Tor des Geants (che ci racconta in queste stesse pagine), e il 91° di Cecilia Gandolfi, moglie del fotografo Italo Spina che ci gratifica di qualche sua foto, e che in questa giornata ha piazzato anche la figlia Arianna e la cognata Margherita nella 16 km.
Nella gara ‘breve’ (con 760 metri di dislivello), vittoria per Silvestro Grasso in 1.28 e Margherita Ricchi in 1.52. Fra le altre, segnalo solo Ginetta Palandri, che ha voluto onorare con questo “final countdown” il suo attuale ginocchio, da operare mercoledì prossimo all’ospedale di Reggio. Fedele fino all’ultimo, ma non è arrivata ultima, e dopo un po’ di stampelle siamo certi che la rivedremo in gambissima.
Iscrizioni a prezzo di saldo: 15/20 euro, comprensivi di polenta-birra party finale (dopo una doccia tiepidina) e di un pacco gara con bicchiere ‘dedicato’, manicotti per l’imminente stagione fredda, e prodotti alimentari includenti perfino due pere appena staccate dall’albero: “prodotti dotti per animi ghiotti”, diceva il motto dello sponsor, e penso si possa applicare anche a tutta la gara.