Podismo di utilità sociale
Domenica piuttosto anonima per il podismo emiliano: ci sarebbe l’inizio del campionato regionale di trail (prima prova a Casola Valsenio), ma a tutt’oggi, su quello che sarà il campionato regionale circolano solo dicerie, tra cui quella che il responsabile 2015/2016 si sia dimesso, che non sia ancora stata fissata la premiazione del campionato 2016 (più deludente e meno partecipato del 2015), e che nel 2017 saranno eliminati i titoli individuali. Dicerie di cui non posso addurre prove: sta di fatto che la prima gara, appunto, di Casola, ha goduto di soli 120 partecipanti, quasi tutti romagnoli, se si eccettuano alcune eccellenze emiliane come il vincitore assoluto Giulio Piana, e la seconda donna Federica Boschetti, entrambi modenesi.
Su strada, a Reggio non si correva, a Bologna c’era una corsa decisamente trascurabile (leggi: orrenda), col risultato che a Marzaglia (ultima frazione ovest di Modena, che il fiume Secchia separa dalla reggiana Rubiera) si sono vendute 1600 iscrizioni, a 1,5 euro l’una: fate un po’ i conti di quali smodati guadagni possano aver fatto gli organizzatori… Che poi tutti i 1600 (quasi 300 venivano dalle due società dei quartieri modenesi confinanti) abbiano corso o camminato, è da vedersi; ma il cambio è comunque vantaggioso, dato che al traguardo il premio consisteva in un accendino a gas, dunque qualcosa in più del mezzo chilo di pasta abituale delle camminate modenesi.
È un podismo di utilità sociale: privo di velleità agonistiche, con quattro percorsi che spaziano dai 5 ai 18 km (ma non è vietato fare anche il giro attorno alla chiesa di Marzaglia e passare ai ristori indi al ritiro-premio, anche già all’ora teorica di partenza), e consentono alle famiglie di ‘divertirsi’ con poca spesa, agli agonisti di tirare il fiato prima delle corse più impegnative, e a quelli come me di sperare nello smaltimento di qualche panettone o cotechino in eccesso consumati sotto Natale.
Devo dire che l’organizzazione è quanto di meglio si possa pretendere da questo tipo di corse e a questi prezzi: numerosi gli addetti, incroci tutti presidiati, traffico auto pressoché assente, misurazione chilometrica precisa (salvo un regalo di 400 metri all’uscita dell’autodromo di Modena, km 4 che in realtà era poco più di 3,5), direzioni segnate sempre precisamente.
Oddio, non è che queste siano strade sconosciute al podismo modenese-reggiano: tra la fine di novembre e la fine di gennaio, quasi tutte le corse gravitano qui intorno, e grazie tanto che è stata soppressa una seconda gara a Marzaglia, sulle stesse strade, che tradizionalmente si svolgeva a una settimana di distanza…
L’utilità sociale contempla anche l’assenza di regolamentazione: partite all’ora che vi pare (anche se ufficialmente non è ammesso), indossate il pettorale solo se non potete farne a meno (guardate le foto di Nerino: se c’è un podista ogni 20 che esibisce il pettorale, è molto; ma il podista della foto 390, pur di spillarsi il tagliandino, è partito in ritardo). Ci si sta avvicinando alla “Corrida”, e vedremo se come l’anno scorso ci sarà il fenomeno degli autoriduttori, che contestando l’enorme costo di 5 euro decideranno di correre gratis, e poi faranno i fighetti su Fb o gli sdegnati sui blog podistici.
Questa corsa di Marzaglia, oggi alla 21^ edizione, quindici anni fa offrì il destro, all’allora direttore di Podisti.net, di cominciare la campagna contro i partenti anticipati, che già mezz’ora prima del via intasavano le strade dove stavano arrivando le auto dei podisti ‘regolari’, e se gli chiedevi di scansarsi ti maledicevano. Ne seguì una serie di polemiche, con difese dell’ “utilità sociale” dei partenti anticipati, che poverini, devono tornare a casa per portare il cane a far pipì, e la prossima domenica saranno a sbandierare per la loro non competitiva, insegnando il percorso a chi è partito un’ora prima del via.
Quindici anni dopo, la parte sana del podismo (quel poco che ne resta) ne ha preso le distanze, ma il fenomeno si è ingigantito, generando poi forme di reazione come le presenze alle corse speculative urbane (5,30 e dintorni, ma anche Dee-Jay Ten, o le corse natalizie dove il podista è il Babbo Natale che elargisce 15 o 20 euro agli organizzatori, ecc.) dove si paga un fracasso di euro ma tutti partono alla stessa ora.
Comunque (l’ho già scritto) l'80% dei ‘podisti’ fotografati da Nerino oggi a Marzaglia, in ordine sparso, senza pettorale, camminatori ecc., tra vent’anni sarà a riposare in ben altri luoghi che gli asfalti. Contentiamoci che oggi abbia mosso le gambe, abbia gustato l’ottimo tè e il tradizionale vin brulé, e a pranzo abbia acceso la grigliata con l’accendino ricevuto in omaggio per 1,5 euro. Gli altri, con le circa 1000- 1200 calorie consumate nel percorso lungo, hanno acquistato i crediti utili per l’ultimo brindisi delle vacanze.
Il gennaio modenese proseguirà in grande stile su questa falsariga: domenica prossima l’ultima “corsa di quartiere” (li chiamano quartieri, ma le loro corse sono organizzate a 6-7 km dalla sede civica in modo da non rompere); tra due domeniche, la ex-classica della Madonnina, che per la prima volta in 40 anni non avrà nessuna classifica (e parecchie società modenesi stanno organizzando trasferte di massa a Monteforte); il 29 gennaio, la meno competitiva tra tutte le corse che si svolgono nella sportivissima Formigine.
Poi, la "Corrida", esclusa dal coordinamento modenese: le società distribuivano anche a Marzaglia avvisi che chi vuole può partecipare, ma a titolo personale, e non troverà la tenda sociale. Dvintèr vecc, dicono a Modena, l’è propria na fòtta.