Sono tornato volentieri a correre a Piacenza, in una manifestazione della quale conservo tanti bei ricordi. Certamente per aver fatto (long time ago…) il personale sulla mezza, ma più che altro per la buona organizzazione, la bella atmosfera che si creava nel palazzetto a fianco dello stadio Galleana, dove si trovavano tutti i servizi. I costi dei pettorali erano incredibilmente bassi eppure non mancava il pacco gara e, anche se ti davano il buono per un piatto di pasta ed un bicchiere di vino, facevi quanti giri volevi.
Da allora tante cose sono cambiate: la maratona non c’è più, si partiva dallo stadio Galleana, si “saliva” fino a Grazzano Visconti, giro di boa e si rientrava a Piacenza.
E cambiato il periodo, una volta si correva a Marzo (prima ancora a Gennaio!), la mezza era davvero veloce. L’invasione di campo di nuove manifestazioni in pari data ha convinto gli organizzatori a spostarsi educatamente in altro periodo, ovviamente rinunciando alla maratona (e c’era stata anche una 30 k), probabilmente valutando che il 7 Maggio fosse troppo avanti per correre 42195 metri.
Non sono invece cambiate le persone che la organizzavano, buon segno di continuità. Non è cambiato nemmeno l’arrivo, spettacolare, in piazza Cavalli. Ai tempi che furono c’era un efficientissimo servizio bus che 50 metri dopo l’arrivo ti riportava alla partenza, ora è tutto più facile, per tutti. La partenza è in piazza Cittadella, se vogliamo un po’ più caratteristica rispetto alla anonima periferia cittadina della zona stadio. Deposito borse, docce e ritiro pettorali all’Arena Daturi, facile da raggiungere e con enormi spazi a disposizione. Insomma, tutto ben raccolto nell’arco di 6-700 metri, meno macchine che girano, meno confusione, ridotti i tempi degli spostamenti.
Un mio ritorno a Piacenza “celebrato” sotto l’acqua, nemmeno poca, eppure tre diversi siti meteo davano assenza di pioggia. Mi sa che dovremo abituarci a queste toppate, sempre più frequenti. Si era così sicuri della buone condizioni meteo che addirittura c’era un elicottero predisposto per un giro sulla città, che ovviamente non si è alzato per nulla. Si era così sicuri che non si è pensato di prevedere un riparo per il deposito borse, recuperate a fine gara piuttosto inzuppate. Si poteva rimediare in corsa? Probabilmente si, anche se tutto è successo in pochissimo tempo, infatti ha iniziato a piovere poco dopo la partenza. Meno male che le docce erano davvero calde.
Un altro problema ha generato qualche malumore, un errore sul percorso; dopo il passaggio dei primi (poco dopo il secondo chilometro) c’era il classico buco, chi è sopraggiunto dopo è stato indirizzato male, o più facilmente non è stato indirizzato affatto verso la direzione corretta. Direzione che è stata ripresa poco, comportando un aumento della distanza complessiva pari a 300-400 metri. Ma il problema più grosso (secondo me) è stato una circostanza che ho saputo dopo l’arrivo: c’erano circa 2000 bambini delle scuole che erano schierati in attesa del passaggio dei podisti, un qualcosa che personalmente non ho mai visto e mi avrebbe fatto immenso piacere. E poi penso alla loro delusione, erano lì ad aspettare, sotto l’acqua, qualcuno che non è mai passato.
Nel dopo gara ho avuto modo di parlare con gli organizzatori, Alessandro Confalonieri e Pietro Perotti, davvero dispiaciuti di quanto accaduto. Chi è capitato per la prima volta a Piacenza potrebbe farsi una cattiva idea sull’organizzazione; invece chi, come me ed altri con i quali mi sono confrontato, ha corso più volte questa manifestazione è certamente più magnanimo nelle critiche.
Il nuovo percorso; nuovo per me, ma in realtà c’è già dal 2016. Non mi pare veloce come il precedente, almeno fino al km 6, tuttavia si deve mettere in conto l’errore di percorso, siamo involontariamente transitati da punti con curve, passaggi un po’ stretti, salite e discese dai marciapiedi. In realtà, guardando la cartina, quello “giusto” risulta decisamente più filante.
Comunque dopo il km 6 ci si porta sull’argine e tutto diventa più facile. Certamente un percorso più caratteristico del precedente ma del resto, o si corre nel nulla, su lunghi e piatti rettilinei, oppure, se si vuole far vedere qualcosa risulta inevitabilmente meno veloce.
Le classifiche e la cronaca della gara sono nel comunicato stampa dell’organizzazione, questi comunque i/le primi/e cinque classificati/e.
Maschile
1 - Muhitira Felicien (Ruanda) 1:02:33
2 – Mukuria Henry Kimani (Kenia) 1:02:39
3 – Ndiwa Robert (Kenia) 1:02:40
4 – Manirafasha Primien (Ruanda) 1:04:07
5 – Rono Julius Kipngetic (Kenia) 1:04:20
Femminile
1 – Moseti Winfridah Moraa (Kenia) 1:12:42
2 – Lagat Ivyne Jeruto (Kenia) 1:14:19
3 – Mukandanga Clementine (Ruanda) 1:14:46
4 – Bertone Catherine (Italia) 1:16:31
5 – Alfieri Rosa (Italia) 1:26:40
In campo master di notevole rilievo le prestazioni di Giovanna Mondini, Marathon Club Cremona, 1:48:38 (SF70) e Pierino Gamba, Marathon Team Bergamo, sempre SM70, 1:37:05