SERVIZIO FOTOGRAFICO - CLASSIFICHE - Se all’interno dell’area reggiana dovessi trovare un punto G da dove viene la massima libidine del podismo, a prima botta indicherei Scandiano, che durante la stagione propone di tutto. Da qui si parte per la maratonina autunnale di S. Caterina (una delle più belle collinari della regione), per il trail a coppie del Furnasòun, per la maratona a squadre, e tutta una serie di corse collinari e anche di pianura, che profittano della felice posizione geografica della cittadina.
La vecchia cronoscalata delle Tre Croci, da alcuni anni soppressa, è in certo senso recuperata da questa corsa, che si inserisce nel trittico di “Night Run”: doveva essere quella conclusiva con premiazioni finali, ma la storica Vezzano-Canossa per un nubifragio è stata rinviata, pare a fine agosto, e dunque tutto è rimandato.
Con una squisitezza organizzativa, tutti gli iscritti a Vezzano, che in quella sera di tregenda erano venuti per salire a Canossa tornando a casa dopo mezzora di vana attesa, sono stati automaticamente passati alla lista dei partenti, risultata alla fine di 268 unità di cui 56 donne (in aumento, mentre gli uomini hanno perso una cinquantina di classificati).
Si parte da Scandiano a quota 100 e si arriva a Castellarano a quota 154; tra le due, a quota 385, stanno le Tre Croci, dove arriviamo dopo 4 km risalendo quasi 300 metri di dislivello e trovando Paolo Manelli, inventore della maratona di Reggio, che distribuisce spugne inzuppate nell’acqua, calda esattamente come dalle parti di Montecavolo a metà dicembre; si fa buio (siamo ormai alle 21,30) e accendiamo le nostre lampade frontali, o ‘pettorali’ secondo l’ultima moda (ma qualcuno ha ancora le pile a torcia che tiene in mano).
Proseguiamo a ritroso la strada della maratonina di S. Caterina più o meno in falsopiano, fino a Montebabbio, km 7, dove ritroviamo nello stesso punto il ristoro di novembre (tè fresco e acqua caldina), e scolliniamo una seconda volta intorno a quota 360. Da qui, ci stacchiamo dal percorso noto, puntando a destra (sud) verso S. Valentino in prevalente discesa salvo un dentino a quota 325 al km 10. Da qui sarà solo discesa, su bella stradina asfaltata che mira alla valle del Secchia, e qualcuno più ardimentoso riesce a sorpassare chi in salita gli era stato faticosamente avanti.
A vincere su tutti (come già l’anno scorso) è Luca De Francesco, della MDS di Sassuolo, in 54:44, un minuto peggio dell’anno scorso ma pur sempre due minuti sul secondo, Andrea Bergianti; solo cinque maschi stanno sotto l’ora.
Più modesta la prestazione delle donne, che però offrono un arrivo quasi in volata: la quarantasettenne Silvia Riccò, della Self Atletica, con 1.07:35 (sciaguratamente confusa, nelle classifiche ufficiali, con Silvia Righi che ci ha messo 41 minuti in più), prevale per 13 secondi sulla 45enne correggese Raffaella Malverti, e per 50 secondi sulla terza, Elena Neri (42 anni). Questo serve a constatare che le giovanissime latitavano oggi, e forse anche disertano l’ambiente podistico in genere: la ragazza più giovane aveva 26 anni ed è arrivata a Castellarano fra le ultime, e in tutto si sono contate appena cinque under 30, di cui solo una veramente competitiva, la modenese Vittoria Vandelli giunta quarta.
Otto sono invece gli under 30 maschili: numeri che impallidiscono, però, rispetto ai 154 uomini e 37 donne tra i 40 e i 60 anni (71% del totale degli arrivati). È il destino del podismo, almeno di questo podismo che fa sudare e faticare (questa sera c’erano 30 gradi, con un po’ di vento sulle cime): i fighetti faticano meno alle 5,30 o alle Color Run.
Più che adeguata l’organizzazione (e si badi che l’iscrizione costava 5 euro, 8 se fatta in serata): uno spugnaggio, due ristori prima di quello finale; cronometraggio manuale ma premiazioni dei primi fatte abbastanza alla svelta. Sono grato allo speaker Brighenti perché dalla sua cronaca ho appreso di un concorrente che a venti metri dal traguardo mi si stava avvicinando, a passo felpato e forse a fari spenti, cosicché ho rintuzzato lo sprint lasciando il rivale a 9 decimi (vabbè, non eravamo in lotta per qualche premio!).
Poco traffico sulle strade, ma se non altro di notte vediamo le luci e i pericoli sono contenuti; sorvegliati tutti gli incroci e dunque nessuno ci ha mai traversato la strada; segnalazioni ottime e bus navetta per il ritorno a favore di quanti non avessero un’auto d’appoggio all’arrivo.