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Mandrio Camminata di Mandrio 2017

SERVIZIO FOTOGRAFICO

 

Altra corsa di piena estate per chi è rimasto nella Cispadana; questa volta tocca a Mandrio, paesello reggiano a metà strada fra Carpi e Correggio, celebre tra i podisti per aver dato i natali a Dorando Pietri: anche se la lapide relativa sembra sia stata affissa su una casa sbagliata, costruita un po’ di tempo dopo la nascita del quasi-vincitore di Londra 2008.

 

Qualche piovasco in giornata ha mitigato la temperatura; a occhio, i partenti alle 19,30 saranno 300, cui si aggiungono i consueti anticipatori, forse mossi anche dalla fretta di prenotare un posto nell’attiguo ristorante (le “Feste”, comunque le si voglia intitolare, hanno sempre lo scopo di trattenere a cena i podisti, stimolandoli con uno sconto sul prezzo che generalmente si risolve con l’abbuono del coperto).

 

Il tracciato è alquanto corto: 7,600 la distanza massima; con l’obolo di 1,5 euro (tariffa conservata solo da Modena, cui questo lembo di provincia reggiana oggi si adegua malgrado la tariffa abituale qui sia passata a 2 €).

 

Percorso stradale che sfiora, nel suo tratto più a est, il giro che si faceva ai tempi belli durante il “tappone” delle Tre sere di Carpi. Comunque non spiacevole (c’è persino un laghetto), e trascorso dai podisti – stante l’atmosfera assolutamente non competitiva – tra resoconti di gare montane appena vissute, e progetti per altre corse, possibilmente in quota, nelle prossime settimane.

 

Giuseppe Cuoghi racconta della sua settima Camignada, e del ritiro imprecante di Giangi che pretendeva di farla tutta senza muovere un passo di corsa; Giaroli spiega perché non è andato a Davos; Paolino e Mauro Malavasi magnificano la ecomaratona di Padola, e fanno le loro riserve su quella di Morfasso; i soliti tristi cacciatori di donnine adocchiano prede che però si rivelano poco accondiscendenti.

 

Pacco-gara ‘doppio’, consistente cioè in due sacchetti da mezzo chilo di maccheroni; molto ricchi i premi di società, addirittura fino alla trentesima, che riceve vino e caffè.

 

Era presente il non plus ultra del fotografismo modenese e reggiano: dalle loro immagini vedrete meglio di quanto queste righe riescano a dire.