...si prenda una mattina di metà Novembre in Friuli, quando ancora non fa troppo freddo, ma nemmeno il sole scalda da rendere confusa la stagione.
Si aggiunga il cielo azzurro con nemmeno la presenza di qualche nuvolotta sciocchina e bianca a passeggio.
Una città, Palmanova, che freme e merita di diventare "patrimonio dell'umanità" UNESCO e che all'interno della sua cinta muraria, stellata, a nove 9 punte, con sei borgate e tre porte ospiti proprio al centro una splendida piazza di granella fine, piatta e pulita.
Si aggiunga la passione che anima un gruppo di persone e di volontari che da quasi tre lustri organizza quella che al principio era una "corsa di 21.097 metri" e che, anno per anno, mantiene fissa la distanza, ma aumenta costantemente il numero di piedi che la percorrono ed eccovi servita calda e sudante la "Mezza Maratona di Palmanova".
I masterchef palmarini anche quest'anno hanno servito la golosa pietanza su una tavola imbandita e brillante, preparata molto bene e con poche sbavature, più di dettaglio che di sostanza vera e propria.
Ormai stabilmente tra le prime cinque "mezze" d'Italia, quest'anno ha raggiunto l'invidiabile quota di oltre 3.400 iscritti e ben 3.055 finishers. Non meraviglia chi l'ha corsa, e invidia chi, con altri mezzi e altre potenzialità, da anni lotta e si scervella per raggiungere cotanti livelli.
Agli organizzatori della "Mezza di Palma" invece non è servito cercare alchimie o artifizi.
Pochi aggiustamenti anno per anno, la scelta di puntare sui numeri e non sui tempi e, un omaggio agli iscritti che da solo vale il costo dell'iscrizione (e che è indossato in questo momento da chi vi scrive).
La gara: "Piazza Grande" il cuore della città stellata è gremita di runners. Tutto attorno le tende e gli stand del "village". La partenza è ormai un classico nella sua unicità. Due diverse "start-line" per uscire dalle mura da due porte (su tre) diverse e, data la conformazione delle strade all'esterno, permettono ai due serpentoni di correre divisi, ma con la stessa distanza e le stesse curve per poi riunirsi dopo circa 2 km e fluire verso il medievale circondario.
Piatto come un biliardo, di buon asfalto (anche se andrebbero coperte alcune pericolose buche da usura), largo quanto basta per non intralciarsi troppo e consentire a quelli "bravi" di sorpassare, il percorso si snoda tra le campagne e i borghi dei dintorni di Palmanova. Due i passaggi dal borgo medievale di Clauiano, un gioiellino. Una nota; sarebbe ora di dire ai "pacer" di educare il loro belante gregge e di fare in modo che il gruppone di trainati non si piazzi nel mezzo del percorso, con il risultato di obbligare coloro che vogliono sorpassare ad arrampicarsi sui paracarri o fare gli equilibrismi sopra i guard-rail...
Non un attimo da soli. Non un metro senza la compagnia più o meno veloce di altri runner. Inesistenti gli spazi vuoti e silenziosi di certe gare dove le distanze di dilatano, si allungano col risultato di deprimere il corridore un in mix di passi e nebbie dal misterioso finale.
Ultimi 2 km che si snodano dietro il centro regionale della "Protezione Civile del Friuli", punto di riferimento nazionale in materia, e ultimo km velocissimo, dritto come una spada a trafiggere "Porta Cividale" per i 500 ultimi metri verso l'arrivo tra due ali di folla degne di grandi città e ben più ricchi eventi.
Dopo l'arrivo e la medaglia, una piazza viva, pullulante di vita e sudore. Gente felice e volti stanchi. Il ristoro essenziale di biscotti, arance, zucchero acqua, the caldo e qualche merendina. Nessuna esagerazione. Passione. Pura.
Certo, magari gli allegri (e degnissimi) amici delle 7 e 12km FIASP allungavano i tempi di accesso al pranzo e ai servizi. La piazza è grande, ma 6000 persone, oltre alle tende, gli stand e i servizi non è facile farle stare.
Sono dettagli, comunque. Oppure i ristori lungo il percorso, che, a quanto percepito, risultavano piuttosto scarsi, quando non depredati, per i concorrenti oltre metà gruppo. Già quelli che hanno chiuso con 1h e 50’ cominciavano a non trovare zucchero o frutta... Dettagli che non sfuggiranno agli organizzatori. Come non sono sfuggiti in passato.
Il crono non ha detto chissà cosa. Il vincitore Mitja Krevs ha espresso un onesto 1.06.58 che non fa strappare i capelli, ma non è al crono che puntano gli organizzatori. Meglio spendere quei pochi per migliorare la gara piuttosto che per ingrossare le tasche dei "soliti eroi", che pur, sia chiaro, servono e se li meritano.
Adesso, Palmanova aspetta. Aspetta il 30 Marzo e il passaggio della "Unesco Cities Marathon", che si preannuncia molto ben organizzata (oltre che con percorso a scendere da Cividale del Friuli ad Aquileia) e che vedrà ancora la città stellata sede del "cambio" della staffetta. C'è un intero inverno per prepararsi.
Altro da aggiungere? No, semmai una sintesi:la "meza di Palma": bella. Bella e grondante passione. E la passione...si sente.