Trentaseiesima edizione di questa manifestazione, che ruota la partenza/arrivo nei tre paesi della Tuscia viterbese che attraversa: Castel S. Elia, Nepi e Civita Castellana.
Parto da Roma dove pioviggina e ci sono dieci gradi, arrivo a Castel S. Elia circa un’ora prima della partenza, dove non piove e ci sono 6 gradi. Parcheggio a circa 800 metri dal ritrovo e dalla partenza, e mi reco a ritirare premio di partecipazione e pettorale, portandomi dietro la borsa, dato che mi ero informato precedentemente sulla presenza del deposito borse.
Il ritiro-pettorali è suddiviso per lettere ed è molto rapido; come da tradizione di questa gara, il premio di partecipazione consiste in un piatto di ceramica con logo stampato, sicuramente qualcosa di diverso del solito.
Mi reco presso la tendostruttura adibita a spogliatoio-deposito borse, a circa 200 metri dalla zona partenza/arrivo.
Dopo essermi cambiato, utilizzo i bagni chimici e mi accingo al riscaldamento; la partenza avviene puntuale, con lo start del sindaco del paese ospitante.
Non conosco questa gara, ma, informatomi, so che è piena di saliscendi e, d’accordo con un mio amico, decidiamo di farla a 5’15” al km, comunque sulle due ore di tempo totale; notiamo la presenza di qualche coppia di pacemaker.
In realtà, solo nel primo km riusciamo a rispettare questa andatura, più che altro per i tanti partecipanti e la ridotta larghezza della strada; dopo un km, in leggera discesa, si entra già a Nepi, facendo un tratto di andata/ritorno, salita/discesa, in cui si ha la possibilità di vedere i primi.
Vedo che andiamo troppo velocemente rispetto al ritmo programmato, difatti passiamo ai 5 km leggermente sopra i 5’di media; decido di tirare un po’ il freno a mano, soprattutto in discesa, anche se mi sento bene, poiché nelle gambe non ho più di 15 km fatti in allenamento.
Il mio amico accelera, io decido di non seguirlo; nonostante ciò, la mia andatura è aumentata, dato che passo ai 10 km a 4’57” di media, aiutato anche dalla tante discesine del percorso.
So che al 16° km c’è il muro, chiamato “salita dei millecori”, difatti - nonostante mi sia fermato ai due ristori precedenti - cerco di salire con il mio passo, ma fatico e devo fare dei brevi tratti di camminata; questa salita è di circa due km dopo il passaggio nel centro di Civita Castellana, con alcuni tratti di pendenza notevole, ed è preceduta da quasi un km di discesa, ed è anche questo che mi frega.
In questo tratto vengo superato dai pacemaker dei 5’ al km e da tanta altra gente; mi fermo al ristoro del 17° km, cerco di mantenere un passo decente intorno ai 5’al km, nei tratti successivi la salita, ma vedo che la fatica si fa sentire, soprattutto sulle gambe.
Mi riprendo un po’ nell’ultimo km e mezzo di percorso, anche se la breve salitella a poche centinaia di metri dall’arrivo si fa sentire, comunque in questo tratto riesco a superare decine di runner che non hanno più forza, compresi due proprio sul traguardo.
Alla fine sono soddisfatto del mio 1h54’30” di real time; alla riconsegna chip ci consegnano una sacca contenente generi alimentari.
Il vincitore, in un podio tutto straniero, risulta essere il marocchino della Runners Valsiriana, Tyat, in 1h15’21”; 4° assoluto, primo italiano, il grande Giorgio Calcaterra, a circa tre minuti e venti dal vincitore.
In campo femminile, si classifica prima, nonché 29^ assoluta, Meriyem Lamachi, dell’ASD Finanza Sport Campania, in 1h26’49”; seconda a meno di un minuto, Paola Salvatori della US Roma 83, terza Michela Ciprietti della Podistica e Solidarietà.
Alla fine poco più di 2000 arrivati, organizzazione che rasenta la perfezione, uniche pecche, secondo il mio parere, la mancanza di qualcosa di solido nell’ultimo ristoro e nel ristoro finale, e magari una medaglia da finisher.
Alexio D’Alessio
Parto da Roma dove pioviggina e ci sono dieci gradi, arrivo a Castel S. Elia circa un’ora prima della partenza, dove non piove e ci sono 6 gradi. Parcheggio a circa 800 metri dal ritrovo e dalla partenza, e mi reco a ritirare premio di partecipazione e pettorale, portandomi dietro la borsa, dato che mi ero informato precedentemente sulla presenza del deposito borse.
Il ritiro-pettorali è suddiviso per lettere ed è molto rapido; come da tradizione di questa gara, il premio di partecipazione consiste in un piatto di ceramica con logo stampato, sicuramente qualcosa di diverso del solito.
Mi reco presso la tendostruttura adibita a spogliatoio-deposito borse, a circa 200 metri dalla zona partenza/arrivo.
Dopo essermi cambiato, utilizzo i bagni chimici e mi accingo al riscaldamento; la partenza avviene puntuale, con lo start del sindaco del paese ospitante.
Non conosco questa gara, ma, informatomi, so che è piena di saliscendi e, d’accordo con un mio amico, decidiamo di farla a 5’15” al km, comunque sulle due ore di tempo totale; notiamo la presenza di qualche coppia di pacemaker.
In realtà, solo nel primo km riusciamo a rispettare questa andatura, più che altro per i tanti partecipanti e la ridotta larghezza della strada; dopo un km, in leggera discesa, si entra già a Nepi, facendo un tratto di andata/ritorno, salita/discesa, in cui si ha la possibilità di vedere i primi.
Vedo che andiamo troppo velocemente rispetto al ritmo programmato, difatti passiamo ai 5 km leggermente sopra i 5’di media; decido di tirare un po’ il freno a mano, soprattutto in discesa, anche se mi sento bene, poiché nelle gambe non ho più di 15 km fatti in allenamento.
Il mio amico accelera, io decido di non seguirlo; nonostante ciò, la mia andatura è aumentata, dato che passo ai 10 km a 4’57” di media, aiutato anche dalla tante discesine del percorso.
So che al 16° km c’è il muro, chiamato “salita dei millecori”, difatti - nonostante mi sia fermato ai due ristori precedenti - cerco di salire con il mio passo, ma fatico e devo fare dei brevi tratti di camminata; questa salita è di circa due km dopo il passaggio nel centro di Civita Castellana, con alcuni tratti di pendenza notevole, ed è preceduta da quasi un km di discesa, ed è anche questo che mi frega.
In questo tratto vengo superato dai pacemaker dei 5’ al km e da tanta altra gente; mi fermo al ristoro del 17° km, cerco di mantenere un passo decente intorno ai 5’al km, nei tratti successivi la salita, ma vedo che la fatica si fa sentire, soprattutto sulle gambe.
Mi riprendo un po’ nell’ultimo km e mezzo di percorso, anche se la breve salitella a poche centinaia di metri dall’arrivo si fa sentire, comunque in questo tratto riesco a superare decine di runner che non hanno più forza, compresi due proprio sul traguardo.
Alla fine sono soddisfatto del mio 1h54’30” di real time; alla riconsegna chip ci consegnano una sacca contenente generi alimentari.
Il vincitore, in un podio tutto straniero, risulta essere il marocchino della Runners Valsiriana, Tyat, in 1h15’21”; 4° assoluto, primo italiano, il grande Giorgio Calcaterra, a circa tre minuti e venti dal vincitore.
In campo femminile, si classifica prima, nonché 29^ assoluta, Meriyem Lamachi, dell’ASD Finanza Sport Campania, in 1h26’49”; seconda a meno di un minuto, Paola Salvatori della US Roma 83, terza Michela Ciprietti della Podistica e Solidarietà.
Alla fine poco più di 2000 arrivati, organizzazione che rasenta la perfezione, uniche pecche, secondo il mio parere, la mancanza di qualcosa di solido nell’ultimo ristoro e nel ristoro finale, e magari una medaglia da finisher.
Alexio D’Alessio