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Seconda edizione di questa manifestazione che si svolge nella località balneare della Capitale: le previsioni del tempo erano terribili, ma fortunatamente la pioggia è caduta solo nella notte, in mattinata è spuntato persino il sole.

 

Arrivo circa un’ora prima sul logo di ritrovo della manifestazione: ritiro pettorale e pacco gara, poi mi cambio, a venti minuti dalla partenza.

 

Un quarto d’ora prima, parte la non competitiva; con dieci minuti di ritardo, precedentemente annunciato, parte la nostra gara.

 

Non so bene cosa mi aspetta: si parte dalla ciclabile di Ladispoli, che va in direzione Palo Laziale; praticamente il primo km, su un bel viale largo e asfaltato, ricalca l’ultimo km, in verso contrario della famosa ”Correndo nei giardini”, che si svolge in marzo nella stessa località.

 

Appena dopo il primo km, si entra nell’oasi naturale del WWF, aperta per noi per l’occasione: qui è quasi impossibile superare, dato che si tratta di tratti erbosi-sterrati in single track, su cui bisogna stare attenti a dove si poggiano i piedi, dato che ci sono tanti tratti di tufo.

 

Più di un km in questa ”natura” ci porta ad uno slargo erboso, che ci fa uscire da un cancello nei pressi del primo km; qui imbocchiamo la ciclabile sterrata che ci porta a Marina di San Nicola, e siamo già quasi al terzo km.

 

Uno spettatore, qui appostato, dice alla ragazza che corre al mio fianco, che è la terza donna.

 

Alla fine della ciclabile si va in direzione mare, in un tratto leggermente in discesa, dove è posizionato il 4° km e, prima dell’imbocco della spiaggia, il ristoro intermedio.

 

Da qui inizia il vero trail, per quasi tre km si correrà sulla battigia, sulla sabbia, su sassi, su scogli, che ci fa lambire le caviglie dall’acqua del mare, e ci si arrampicherà sul muretto che costeggia il castello di Marina di S. Nicola.

 

Non aveva mai corso sulla sabbia, si fa una fatica immane, in alcuni tratti si è costretti a camminare: difatti, uno di questi km lo corro in 6’40”, un altro a 5’40”, sono così superato agevolmente da 5-6 runners che mi seguivano, tra cui la terza donna, che avevo staccato nel tratto scorrevole che precedeva il ristoro.

 

Poco prima del 7° km torniamo sull’asfalto, per circa 500 metri, prima di entrare nel bosco di Palo, dove si corrono gli ultimi 2,5 km, che rappresentano un vero e proprio cross.

 

Ci sono tanti cambi di direzione e pochi tratti scorrevoli, tantissimi saliscendi che mettono a dura prova le caviglie e, togliendo un tratto di circa 200metri e gli ultimi 300 metri, è quasi tutto in single track; sono costretto ad andare come i due davanti a me, la terza donna ed un altro runner, viaggiamo a poco meno di 5’/km.

 

La ragazza, a meno di un km dalla fine, ha un’incertezza e l’altro runner la supera, io aspetto lo slargo che ci porta sul rettilineo finale e supero prima lei e poi l’altro runner, concludendo la mia fatica in 49 minuti netti, per i 10km scarsi di percorso.

 

Al ristoro finale, in attesa delle classifiche, sento parecchi atleti che dicono che più di qualcuno ha fatto un taglio di percorso, si parla di circa 5-600 metri, e tanti sono così quelli che risultano arrivati prima di me in classifica.

 

Difatti la ragazza, che mi è arrivata dietro, che doveva risultare terza assoluta, è addirittura quinta! Comunque, la classifica, almeno delle assolute, vien sistemata.

 

Questa cosa mi lascia un po’ l’amaro in bocca, poiché, magari, senza questo “taglio”, sarei rientrato nei premiati di categoria.

 

Un bel percorso, una buona organizzazione, con un ottimo ristoro finale e tanti premi assoluti e di categoria, che meriterebbe una più grande partecipazione, anche se, rispetto alla prima edizione del 2015, c’è stato un incremento degli arrivati del sessanta per cento.

 

I vincitori risultano essere Andrea Azzarelli, del Santa Marinella Athletic Club, in 33’38”, che bissa il successo del 2015 migliorandosi di oltre 2 minuti, e Eleonora Bazzoni (Colleferro Atletica), che si classifica 23^ assoluta col tempo di 43’33”.