Lo scorso 22 maggio si è svolta una corsa "minore", una piccola campestre svoltasi a scopo di beneficenza (in occasione del 26esimo anniversario della strage di Capaci) alla periferia di Roma, la "Mistica Country Race Capitano Ultimo", che è riuscita ad "aggregare" ben oltre 300 podisti i quali, con la loro partecipazione, hanno sostenuto l'Associazione Volontari Capitano Ultimo (sì, fondata proprio da colui che tanti anni fa arrestò Salvatore Riina) nelle sue iniziative a favore degli "ultimi" e di coloro che vivono ai margini della società.
Su di essa sia stato realizzato un cortometraggio visionabile su Youtube a questo indirizzo: .
Ecco il comunicato di presentazione:
Un podista può correre per mille motivi diversi ma, volendo, si possono tutti riassumere in uno solo:
“Un podista corre per (ri)trovare un equilibrio, tra se stesso e il suo mondo”.
Questo equilibrio, dinamico e continuamente rinnovato, è il frutto del proprio rapporto con la fatica fisica, dell’impegno nel conoscersi e nel misurarsi, del coraggio nel mettersi in gioco.
Poi accade che, iniziato questo viaggio verso la misura di se stesso … il podista finisce inevitabilmente per scoprire che questo stesso viaggio lo porta verso gli altri, verso il prossimo, verso la consapevolezza che non può esserci alcun vero equilibrio interiore senza un sano e profondo rapporto con gli altri, podisti e non.
Non si può essere un vero podista, e più in generale un vero “appassionato” di qualunque attività … senza sentire prima o poi il bisogno di allargare i propri orizzonti fino ad arrivare ad un modo nuovo di intendere e vivere i rapporti umani.
Da questo punto vista, ogni manifestazione sportiva dovrebbe avere un significato “umano”, essere un’opportunità per mettersi in gioco con il prossimo in maniera sana e costruttiva.
Ecco perché non deve e non può esserci spazio per la violenza, nello sport come nella vita.
Ecco perché possiamo e dobbiamo sempre vedere noi stessi riflessi negli altri, nello sport come nella vita.
E se un podista riesce a vedere sé stesso negli altri, non potrà mai “perdere”. Sue saranno le vittorie non solo personali, ma anche quelle degli altri, dei quali condivide il mondo, la passione, la dimensione umana.
E non c’è modo migliore per tradurre in pratica, in azione, l’apertura della propria dimensione umana nei confronti del prossimo, specchio di noi stessi … che la volontà di sostenerlo, di aiutarlo, di farsi sentire vicini.
“Una corsa contro la violenza, una corsa per sopravvivere” è il motto della 3^ Country Race “Capitano Ultimo”. Una gara particolare, e non solo per la suggestiva ambientazione nei panorami naturali e nelle tante ricchezze della Tenuta della Mistica, alle porte di Roma.
Una gara particolare per il suo significato, per ritrovarsi insieme a sostenere, tramite l’intera iniziativa, la sopravvivenza di tanti che vivono, o meglio sopravvivono, ai margini del nostro mondo. Un’iniziativa che faccia davvero sentire, a tutti coloro che si fidano e si affidano all’Associazione Volontari “Capitano Ultimo” (cui verrà devoluto l’intero ricavato della manifestazione)… che non sono “ultimi” in nulla.
Un gara che dimostri come i podisti capiscano, meglio di altri, che nessuno va considerato e trattato da ultimo, né nello sport, né soprattutto nella vita.
Giovanni Semeraro, un socio dell’ONLUS “Volontari Capitano Ultimo”