Lunedì 6 maggio alle 17 viene presentato presso la libreria Feltrinelli di Genova “Correndo per il mondo”, il libero del cabarettista-podista genovese Roberto Giordano. “Io sono un corridore- dice il quarantenne Roberto- e non è una vittoria a certificarlo. Sono un atleta che corre nei deserti, nelle grandi città, nella natura, sotto la pioggia o con quaranta gradi. Non un campione, ma un corridore”. Fa professione di modestia l’ex ala destra del Quinto, un giorno folgorato sulla strada di Damasco dalla passione per la corsa su strada. IN lui gusto per la battuta e passione per le gare di 42,195 chilometri si richiamano a vicenda, dato che la partecipazione a programmi televisivi gli ha dato la possibilità di prendere parte a maratone in tutto il mondo. Da Tromso, all’estremo nord della Norvegia, a Honolulu, a Pafos (Cipro), a Praga, dove Giordano fa un parallelo fra la fatica della corsa e le stazioni della Via Crucis: “ km 34: Roberto è flagellato e deriso; km 35: Roberto è caricato della croce; km 36: Roberto cade per la prima volta; km 36: Roberto cade per la prima volta; km 37: Roberto incontra sua madre “Belandi, che ci fai qua? Torna a casa che ho fatto le trofie col pesto”. Dalle maratone Roberto passa ai trail sempre con uno spirito da bambini, con rinnovato stupore , quasi un anestetico dell’indubbia fatica che si prova in corse quasi estreme. Così va in Marocco sull’Atlante e gareggia nel Toubkal Trail; il deserto gli va a genio, tanto che prende parte alla mitica Cento chilometri del Sahara, e, nel 2001, vince addirittura l’ultramaratona di Cro Magnon da Limone Piemonte verso la Costa Azzurra. Il libro (edizioni Kovalsky, 2013) si conclude in maniera “cabarettistica” con l’imperdibile decalogo del runner (im)perfetto.