C’era una volta una mela a cavallo di una foglia
Cavalca cavalca cavalca,
insieme attraversarono il mare.
Impararono a nuotare.
Arrivati in cima al mare,
dove il mondo diventa piccino,
la mela lasciò il suo vecchio vestito
e prese l’abito da sposa più rosso, più rosso.
La foglia sorrise, era la prima volta di ogni cosa.
Riprese la mela in braccio e partirono.
Giunsero in un paese giallo di grano
pieno di gente felice
Si unirono a quella gente
e scesero cantando fino alla grande piazza.
(Demetrio Stratos,1975)
“E’ un confronto tra est e ovest, morte- suggerì lui nel silenzio della notte- non è una fiaba quella di cui sopra, ma un vero e proprio episodio avvenuto nel 1920, quando l’anarchico inglese Appel dirotta una nave tedesca e la consegna al popolo russo che festeggia. Ne nacque una canzone chiamata “La mela di Odessa”. “Odessa, Odessa, senti che odore di Mar Nero, di cultura vicino all’ambiente medio orientale”, sgranò gli occhi lei, molto interessata. “Però….”; “Però?”; “Però non hai finito di elencarmi i motivi per i quali si corre”- e per un attimo lo fissò con le pupille iniettate di sangue. “Ma, ma…”- fece lui terrorizzato- “veramente ne ho elencati trenta. P…possono bastare, no?”. “No, caro”. “E gli strinse il collo con la mano ossuta, quasi garrotandolo”. “So tutto di te. Il primo della classe, odiato e adulato, circondato da amici falsi. Io quantomeno sono vera, no? E allora: sapevi tutti i nomi delle capitali dei 54 stati uniti, Ad esempio: qual è la capitale del Texas?: “A..Austin”, fu il gemito di lui. “Ecco, bene! E allora fuori subito altri 24 “perché si corre”. Forza, spremiti le meningi. Altrimenti ti decapito!”. Lui si fece coraggio e la sua emissione vocale si concretizzò in : “ 31) Si corre per odio; 32) Si corre per ripicca; 33) Si corre per esplicare la propria aggressività (insomma, la stretta della falciatrice lo faceva ripiegare verso una certa cupezza); 34) Si corre per prendere una rincorsa; 35) Si corre per andare controcorrente (forse, negli anni sessanta, quando gridavano ai podisti “andate a lavorare!”); 36) Si corre perché è superfluo (e come diceva Oscar Wilde “Il superfluo è più bello del necessario”); 37) Si corre non perché è bello ma perché “Che bello che bello che bello “(Come asseriva il comico Nino Frassica in “Quelli della notte”; 38) Si corre perché c’è un ritorno al privato e un abbandono del politico (fenomeno ante cinque stelle); 39) Si corre per accettare il lato oscuro di sé ( Come l’altra faccia della Luna dei Pink Floyd di “The dark side of the moon”); 40) Si corre per accettare la fatica dell’acido lattico; 41) Si corre per meglio accettare la fatica del vivere (e qui Cesare Pavese prende una magnum e…bum!”); 42) Si corre per tradurre in partecipazione alle non competitive l’assenza di partecipazione alla vita politica; 43) Si corre perché non si è ricambiati; 44) Si corre perché non ci si è ricambiati (ossia cambiati due volte d’abito); 45) Si corre perché si protesta; 46) Si corre perché si è protestati (che almeno l’ufficiale esattoriale non si porti via le coppe e i trofei); 47) Si corre perché si ama la lettera a (arrivo, l’arrivo sospirato di tante gare); 48) Si corre perché si ama la lettera c (corsa, basta la parola); 49) Si corre perché si detesta la lettera r (ritiro, fa sempre male); 50) Si corre perché si ama la lettera s (la sedentarietà dopo la corsa); 51) Si corre perché si ama la lettera u (l’umanità cercata nel popolo del podismo); 52) Si corre perché si ama la lettera t (trentesimo chilometro della maratona, qui si parrà la tua nobilitate); 53) Si corre per trovare un ideale per vivere (come i Joy Division); 54) Si corre per cercare la lettera q: la quiete santa , anelata, disperata, forse a volte sorprendente, della quiete dopo la corsa. Hai capito? E togli l’osso dalla mia gola, morte!”. La morte si accasciò in un angolo. Fissava il vuoto: “Questo è un trattato di ferocia iperrealistica. Perché pensi queste cose?”.
Cavalca cavalca cavalca,
insieme attraversarono il mare.
Impararono a nuotare.
Arrivati in cima al mare,
dove il mondo diventa piccino,
la mela lasciò il suo vecchio vestito
e prese l’abito da sposa più rosso, più rosso.
La foglia sorrise, era la prima volta di ogni cosa.
Riprese la mela in braccio e partirono.
Giunsero in un paese giallo di grano
pieno di gente felice
Si unirono a quella gente
e scesero cantando fino alla grande piazza.
(Demetrio Stratos,1975)
“E’ un confronto tra est e ovest, morte- suggerì lui nel silenzio della notte- non è una fiaba quella di cui sopra, ma un vero e proprio episodio avvenuto nel 1920, quando l’anarchico inglese Appel dirotta una nave tedesca e la consegna al popolo russo che festeggia. Ne nacque una canzone chiamata “La mela di Odessa”. “Odessa, Odessa, senti che odore di Mar Nero, di cultura vicino all’ambiente medio orientale”, sgranò gli occhi lei, molto interessata. “Però….”; “Però?”; “Però non hai finito di elencarmi i motivi per i quali si corre”- e per un attimo lo fissò con le pupille iniettate di sangue. “Ma, ma…”- fece lui terrorizzato- “veramente ne ho elencati trenta. P…possono bastare, no?”. “No, caro”. “E gli strinse il collo con la mano ossuta, quasi garrotandolo”. “So tutto di te. Il primo della classe, odiato e adulato, circondato da amici falsi. Io quantomeno sono vera, no? E allora: sapevi tutti i nomi delle capitali dei 54 stati uniti, Ad esempio: qual è la capitale del Texas?: “A..Austin”, fu il gemito di lui. “Ecco, bene! E allora fuori subito altri 24 “perché si corre”. Forza, spremiti le meningi. Altrimenti ti decapito!”. Lui si fece coraggio e la sua emissione vocale si concretizzò in : “ 31) Si corre per odio; 32) Si corre per ripicca; 33) Si corre per esplicare la propria aggressività (insomma, la stretta della falciatrice lo faceva ripiegare verso una certa cupezza); 34) Si corre per prendere una rincorsa; 35) Si corre per andare controcorrente (forse, negli anni sessanta, quando gridavano ai podisti “andate a lavorare!”); 36) Si corre perché è superfluo (e come diceva Oscar Wilde “Il superfluo è più bello del necessario”); 37) Si corre non perché è bello ma perché “Che bello che bello che bello “(Come asseriva il comico Nino Frassica in “Quelli della notte”; 38) Si corre perché c’è un ritorno al privato e un abbandono del politico (fenomeno ante cinque stelle); 39) Si corre per accettare il lato oscuro di sé ( Come l’altra faccia della Luna dei Pink Floyd di “The dark side of the moon”); 40) Si corre per accettare la fatica dell’acido lattico; 41) Si corre per meglio accettare la fatica del vivere (e qui Cesare Pavese prende una magnum e…bum!”); 42) Si corre per tradurre in partecipazione alle non competitive l’assenza di partecipazione alla vita politica; 43) Si corre perché non si è ricambiati; 44) Si corre perché non ci si è ricambiati (ossia cambiati due volte d’abito); 45) Si corre perché si protesta; 46) Si corre perché si è protestati (che almeno l’ufficiale esattoriale non si porti via le coppe e i trofei); 47) Si corre perché si ama la lettera a (arrivo, l’arrivo sospirato di tante gare); 48) Si corre perché si ama la lettera c (corsa, basta la parola); 49) Si corre perché si detesta la lettera r (ritiro, fa sempre male); 50) Si corre perché si ama la lettera s (la sedentarietà dopo la corsa); 51) Si corre perché si ama la lettera u (l’umanità cercata nel popolo del podismo); 52) Si corre perché si ama la lettera t (trentesimo chilometro della maratona, qui si parrà la tua nobilitate); 53) Si corre per trovare un ideale per vivere (come i Joy Division); 54) Si corre per cercare la lettera q: la quiete santa , anelata, disperata, forse a volte sorprendente, della quiete dopo la corsa. Hai capito? E togli l’osso dalla mia gola, morte!”. La morte si accasciò in un angolo. Fissava il vuoto: “Questo è un trattato di ferocia iperrealistica. Perché pensi queste cose?”.