Stanotte vorrei parlare con l’angelo
che forse riconosce gli occhi miei.
Se lui brusco chiedesse: vedi l’Eden?
E io dire dovrei: vedo fiamme.
Le labbra voglio all’angelo innalzare
dure, come spoglie di passione.
E se lui parlasse: vita ne senti?
E io dire dovrei: la vita rode.
E invece gli toccava di parlare con quella “miss ossicino” che era la Morte. E bisognava fare buon viso a cattiva morte…Per l’ennesima, l’ennesima volta. Come all’ennesima esima volta degli arrivi in gara: dal 1978 aveva collezionato anche almeno 350 giorni di allenamento all’anno, almeno questo fino al 1988, anno della sciatalgia. Ma poi era risorto e dagli fino al 2000, anno del primo strappo (un fruscio che aveva sfilacciato le fibre del quadricipite): ma non era il caso di piangersi addosso. La più triste era lei, la morte, rannicchiata in un angolo: “Hai raccolto 54 perché!”; Dani rispose: “Se vuoi vado avanti…anzi no. Tu non sai come la corsa sia superiore alla realtà, sia una meta realtà essa stessa”. “Racconta..”; “Allora, si era nel 1982, 1983, i miei anni d’oro. A Sturla c’era un ragazzetto bravissimo sulle siepi, Andrew. Aveva un difetto”; “Quale?”; “Estremista di destra (secondo me, ehi). Un tipetto che ogni tanto spaccava qualche naso all’uscita delle scuole”. “E correva proprio con te, vecchio marxista!”; “Si, correva con me ma in quei momenti non si parlava di politica, sennò ci saremmo menati. Insomma, c’era una sorta di tacita sopportazione l’uno dell’altro. Nel dicembre 1984 c’è un attentato al treno di San Benedetto Val di Sambro, non ricordo bene se in Emilia o in Toscana, comunque ci sono dei morti, purtroppo. Faceva freddo in quei giorni ma la scarica elettrica nella colonna vertebrale c’è quando apro il massimo quotidiano genovese e ti vedo stampata la sua foto nell’ambito di una retata nel mondo del neofascismo genovese. Pare avesse dato ospitalità a Pierluigi Concutelli. Ma ti rendi conto?L’assassino del giudice Occorsio. E io per anni ho corso insieme con un potenziale (perché poi l’hanno assolto) assassino, stragista, un potenziale mago della mitraglietta solo perché ho condiviso una passione comune? Ma ti rendi conto delle esagerazioni alle quali si va incontro per il troppo correre, questa infame distorsione del tempo libero?Corsa, ti odio!”. Gli occhi della Morte erano sgranati: “ E tu, tu che sentenzi, non ne hai mai fatti errori in gioventù? Vabbè, vai avanti, racconta ancora…”. Lui raccolse il fiato nello spessore della notte. Il respiro non era il suo, ma quello delle tenebre.
che forse riconosce gli occhi miei.
Se lui brusco chiedesse: vedi l’Eden?
E io dire dovrei: vedo fiamme.
Le labbra voglio all’angelo innalzare
dure, come spoglie di passione.
E se lui parlasse: vita ne senti?
E io dire dovrei: la vita rode.
E invece gli toccava di parlare con quella “miss ossicino” che era la Morte. E bisognava fare buon viso a cattiva morte…Per l’ennesima, l’ennesima volta. Come all’ennesima esima volta degli arrivi in gara: dal 1978 aveva collezionato anche almeno 350 giorni di allenamento all’anno, almeno questo fino al 1988, anno della sciatalgia. Ma poi era risorto e dagli fino al 2000, anno del primo strappo (un fruscio che aveva sfilacciato le fibre del quadricipite): ma non era il caso di piangersi addosso. La più triste era lei, la morte, rannicchiata in un angolo: “Hai raccolto 54 perché!”; Dani rispose: “Se vuoi vado avanti…anzi no. Tu non sai come la corsa sia superiore alla realtà, sia una meta realtà essa stessa”. “Racconta..”; “Allora, si era nel 1982, 1983, i miei anni d’oro. A Sturla c’era un ragazzetto bravissimo sulle siepi, Andrew. Aveva un difetto”; “Quale?”; “Estremista di destra (secondo me, ehi). Un tipetto che ogni tanto spaccava qualche naso all’uscita delle scuole”. “E correva proprio con te, vecchio marxista!”; “Si, correva con me ma in quei momenti non si parlava di politica, sennò ci saremmo menati. Insomma, c’era una sorta di tacita sopportazione l’uno dell’altro. Nel dicembre 1984 c’è un attentato al treno di San Benedetto Val di Sambro, non ricordo bene se in Emilia o in Toscana, comunque ci sono dei morti, purtroppo. Faceva freddo in quei giorni ma la scarica elettrica nella colonna vertebrale c’è quando apro il massimo quotidiano genovese e ti vedo stampata la sua foto nell’ambito di una retata nel mondo del neofascismo genovese. Pare avesse dato ospitalità a Pierluigi Concutelli. Ma ti rendi conto?L’assassino del giudice Occorsio. E io per anni ho corso insieme con un potenziale (perché poi l’hanno assolto) assassino, stragista, un potenziale mago della mitraglietta solo perché ho condiviso una passione comune? Ma ti rendi conto delle esagerazioni alle quali si va incontro per il troppo correre, questa infame distorsione del tempo libero?Corsa, ti odio!”. Gli occhi della Morte erano sgranati: “ E tu, tu che sentenzi, non ne hai mai fatti errori in gioventù? Vabbè, vai avanti, racconta ancora…”. Lui raccolse il fiato nello spessore della notte. Il respiro non era il suo, ma quello delle tenebre.