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Milano StraMilano 2013 gonfiabileAlle 9,45, quando sono uscito dalla stazione della metropolitana di Moscova, ho incontrato alcuni dei partecipanti della Stramilano dei 50.000 che zuppi tornavano verso casa. E si è da sabato sera che su Milano piove, e tanto. Mi sono incamminato verso l’Arena. A fine gennaio ero il primo della lista di chi avrei dovuto iscrivere alla gara dell’Atletica Lambro, ma il 13 febbraio, tornato dalla visita dal neurochirurgo che mi aveva diagnosticato un ernia del disco e mi aveva dato appuntamento al 18 per l’operazione, avevo aperto il file excel e mi ero cancellato. Per me quest’anno, quindi, niente gara, ma un posto in viale Elvezia come volontario a presidiare il punto in cui i concorrenti rientrano nel Parco Sempione per le ultime centinaia di metri prima del traguardo finale.
Quando arrivo all’Arena sono da poco passate le 10,00 e considerato che la gara partirà alle 11,00 e che i primi ci metteranno circa un’ora a fare ritorno al parco, decido che ho tutto il tempo per fare un giro nel villaggio e vedere se incontro qualche compagno di squadra o qualche amico da salutare. Rispetto allo scorso anno, quando eravamo tutti sui prati del parco approfittando della bellissima e calda giornata, oggi  sui prati non c’è quasi nessuno. Incontro Luciano, un mio compagno di squadra e mi dice che si è cambiato nello spogliatoio delle donne perché quello degli uomini era strapieno.
Girovago un po’: la pioggia non cessa di scendere e il parco si riempie sempre più di fango e pozzanghere e decido di tornare verso viale Elvezia per controllare la situazione e verificare che non ci siano macchine o pullman parcheggiati nel tratto che mi hanno assegnato. Lo scorso anno il viale era strapieno di gente fra chi aveva finito la sua fatica nella Stramilano dei 50000 e semplice pubblico mentre oggi il pubblico è rimasto a casa e chi ha terminato la sua gara non vede l’ora di farvi ritorno.
Alle 11,00, puntuale, si sente forte e chiaro il colpo di cannone e incomincia il conto alla rovescia in attesa dei concorrenti. Le transenne che delimitano l’ingresso al parco sporgono un po’ sulla strada e allora, dopo il passaggio dei primi, i soliti keniani che, anche se la gara è appena iniziata, sono già soli al comando, mi piazzo davanti per segnalare il pericolo ai concorrenti.  Sono tantissimi oggi e il loro passaggio è uno spettacolo.
Passati tutti raggiungo il Comparelli che, dopo aver corso la 10 km, è andato a prendere servizio all’incrocio fra viale Elvezia e via Canonica e con lui e tanti altri partecipanti alla 10 km aspettiamo il “ritorno” dei concorrenti e continuiamo a salutarli e a incitarli tutti dal primo all’ultimo.
E continua a piovere e in viale Elvezia ci sono pozze che sembrano laghetti, mancano solo le paperelle!
Raggiungo la mia postazione e sposto le transenne per delimitare la strada in modo che a nessuno possa venire in mente di andare dritto. L’ingresso al parco avviene attraverso un cancello. Ieri mattina quando ho fatto il sopralluogo con Michele Mesto ci eravamo accorti della pericolosità dell’ spunzone di ferro che spuntava al centro e stamattina avevo notato che lo stesso era stato coperto con del cemento, ma quando sono tornato quel cemento si era sgretolato e lo spuntone era ancora lì in bella mostra e a rappresentare un pericolo per i concorrenti e non avevo nulla per segnalarlo!
Mentre aspetto, sarà il fascino della divisa, sono sommerso di richieste di partecipanti alla Stramilano dei 50.000 che chiedono informazioni per come raggiungere la stazione della metropolitana più vicina e mi chiedo: ma cavolo questi non si sono minimamente informati prima della gara di dove sarebbero arrivati e come avrebbero dovuto fare per tornare a casa? Boh!
Il primo ad arrivare è il concorrente in hand bike e a mezzogiorno fa il suo ingresso nel parco Kiprop Limo che va a vincere la gara. Passano almeno 2 minuti prima di vedere arrivare il secondo e il terzo classificato e sorpresa il terzo non è un keniano, ma Ahmed El Mazoury.
Poi è un susseguirsi di arrivi ma sono ancora arrivi singoli, la grande massa degli atleti arriverà fra un po’. Arriva anche la prima donna Pauline Njeri Kahenya  che ha condotto la gara sempre in testa rispettando i favori del pronostico come aveva annunciato venerdì Gianni Mauri durante la conferenza stampa di presentazione dei top runner.
Poi inizia ad arrivare il grosso degli atleti e mi sgolo a segnalare il pericolo in mezzo al cancello, ma al terzo capitombolo decido di usare l’unica cosa che ho per segnalare il pericolo: me stesso e mi piazzo sopra allo spuntone e continuo a gridare per farmi vedere e per segnalare il pericolo. C’è chi apprezza e si sposta altri forse, troppo presi dalla gara, non capiscono e imprecano perché sono lì in mezzo.  Sono bagnato fradicio e quasi senza voce e un signore che sta assistendo agli arrivi appoggiato a una transenna mi guarda e mi dice: “ti stai facendo un mazzo, ma ne vale la pena! La mia risposta è stata: se non fossi un podista anch’io non so se lo avrei fatto”. A oltre le 2 ore di gara, con gli arrivi che si diradano, abbandono il mio “piedistallo” ma continuo a segnalare il pericolo.
Ad un certo punto una ragazza al di là delle transenne mi chiama e mi fa vedere che il gonfiabile che era posizionato un decina di metri prima si è afflosciato e che ci sono delle persone che lo tengono su per far passare i concorrenti, ormai pochi fortunatamente.
Abbandono la mia postazione e raggiungo il gonfiabile e aiuto i ragazzi e un podista del Martesana Corse che si stanno adoperando per non far crollare a terra il gonfiabile, parzialmente sgonfio nonostante il compressore sembri ancora funzionare, e impedire il passaggio dei concorrenti. Finalmente Paolo, mi sembra di ricordare, libera da oltre le transenne i tiranti e riusciamo a spostare tutta da un lato della strada il gonfiabile. Gli ultimi concorrenti possono passare tranquilli e concludere la loro gara. Faccio una foto all’amico della Martesana Corse (e quando gli dico che le pubblicherò su Podisti.Net mi raccomanda di salutargli Mandelli!)  Paolo, Laura e ai loro amici, di cui mi sono dimenticato i nomi, che si sono impegnati con generosità sotto l’acqua. Ormai non ha più senso che resti alla mia postazione e allora infreddolito, senza voce e fradicio torno verso la metropolitana. Ho terminato la mia prima Stramilano da volontario: bella esperienza, nonostante il tempo decisamente inclemente, ma dall’anno prossimo vorrei tornare a correrla!
PS. Leggo ora di problemi al deposito borse e agli spogliatori, che come diceva Luciano, sicuramente non erano adatti alla giornata, ma dalla mia postazione non mi sono accorto di nulla e soprattutto nessuno dei concorrenti che passavano dalle mie parti (a proposito mi sarei aspettato un po' più di rispetto per chi doveva ancora finire la gara!) si è lamentato.