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Monza Resegone 2013 collage sqa ME PA foto Roberto Mandelli
- SERVIZIO FOTOGRAFICO DI TUTTE LE SQUADRE ALLA PARTENZA -
Francamente non avrei mai immaginato di trovarmi su questo percorso, in nessuna veste, poi succede che uno dei team maschili favoriti mi chiede se ho voglia di fornire loro supporto ed allora mi ritrovo a seguirla in moto, un’esperienza nuova, che alla fine mi è piaciuta.
La partenza della 53^ edizione della Monza-Resegone avviene dall’Arengario, uno splendido edificio storico situato nel centro di Monza, lo scenario circostante il palco della partenza è unico, l’atmosfera che si respira è quella delle grandi occasioni, si cerca di stemperare la tensione nell’attesa di una gara durissima. Partenze dalle ore 21 (circa), ogni 20 secondi (circa), ogni team viene chiamato con i nomi dei componenti, il Mandelli immortala a ripetizioni i loro primi metri, una foto importante. Anche un altro nostro fotografo, Arturo Barbieri, è all’opera sia in area partenza che lungo il percorso.
Dopo circa 200 metri dal via, al ponte dei leoni affianco il “mio” team , composto da Emanuele Zenucchi, veterano di questa gara e detentore del record ( 3h00’54, anno 2000 con Cosentino e Poletti), Tito Tiberti e Mirko Canaglia.
La gara, sulla carta, dovrebbe essere un testa a testa con un altro team, Tommaso Vaccina, Orazio Bottura e Dario Rognoni, partito 5 minuti dopo.
Fra i miei compiti vi è quello di rilevare i tempi ogni 5 km, per verificare i distacchi e così faccio sino dal primo 5000 metri, i due team per ora viaggiano alla stessa velocità , 3’30/km.
Zenucchi è davanti a tirare, forse anche troppo, Tiberti e Canaglia seguono appaiati a diversi metri di distanza.
A Villasanta incrocio il Fabio Maderna che mi sgrida perché non ho la maglia Podisti.Net, ha ragione, però ho bisogno di tante tasche per contenere i rifornimenti e altro e un giubbotto ad hoc si presta bene.
Al km 10 i tempi restano sostanzialmente invariati, però noto che mentre Zenucchi-Tiberti-Canaglia viaggiano molto sfilacciati, Vaccina,Rognoni e Bottura sono sempre appaiati, credo sia importante per aiutarsi piuttosto che trovarsi dietro ed avere la sensazione di dover inseguire.

Il percorso è già impegnativo, i continui cambi di pendenza, sia pure non pronunciati, rendono difficile la ricerca del ritmo ottimale e la distribuzione dello sforzo, certo che stiamo parlando di atleti esperti tuttavia quando corri nei dintorni del limite tutto diventa più complicato. Anche per loro.
Continuo la mia spola tra i due team, naturalmente riferisco i tempi ad entrambi, ci mancherebbe, sono/siamo tutti amici; al km 15 il distacco è sempre il medesimo, però Canaglia sembra faticare un po’ troppo, mentre Zenucchi continua a tirare ( troppo?), del resto vuole vincere e qualche rischio bisogna prenderlo. Tiberti avverte che il ritmo è sensibilmente calato, infatti il crono al km 20 dice che hanno perso 40 secondi negli ultimi 5 km.
Il percorso è quasi totalmente sulla strada statale, molto trafficata, in particolare dopo le 22.45 (era finita Italia-Brasile), però alcuni passaggi nei paesi erano fantastici anche se, giustamente, non sempre potevo passarci con la moto.
Dopo Merate la strada scende per alcuni chilometri e i tempi dei due team si cristallizzano, con Zenucchi-Tiberti-Canaglia che ritrovano un po’ di smalto, Zenucchi realizza un pit-stop da far invidia ai meccanici quando cambiano le gomme alla Ferrari, rientrando sugli altri due in breve spazio. La conferma arriva puntuale al km 25 ( passaggio poco sotto 1h30’), Vaccina-Bottura-Rognoni sono sempre leggermente davanti, circa 30 secondi, ma hanno guadagnato pochissimo negli ultimi 5 k.
Però corrono sempre bene, sempre affiancati, veramente da squadra; li seguo per un breve tratto e ad certo punto quando Bottura dopo una curva allunga di un metro, forse due, viene prontamente richiamato da Rognoni…” dove c…..o vai?stai qui!”.
Arriva anche Adriano Busetto in bici ad aumentare il team di supporto, con me , Paola e Amedeo.
Tra Olginate e Calolziocorte si ha l’impressione che si stia decidendo la gara, i due team viaggiano a velocità ben diverse, la conferma netta al km 30, sono ormai molto vicini e le prime rampe al km 32 lo confermano, ormai vedo poco dietro Bottura-Rognoni-Vaccina, c’è aria di sorpasso che infatti avverrà di lì a poco. All’uscita di uno dei tanti “tagli” del percorso ( quello di gara non sempre verso Erve segue la strada asfaltata), escono prima loro. Immagino che mille pensieri negativi passino nella mente di Tiberti-Canaglia-Zenucchi, capisco il momento, incito più che posso. Forza ragazzi, c’è ancora un podio da conquistare! In pochi momenti fatica e scoraggiamento sembrano messi da parte, in tutti i tre c’è la voglia di arrivare in fondo. Zenucchi e Canaglia sembrano più stanchi, Tiberti continua a correre bene, come del resto mi è parso sin dall’inizio. Micidiale questa salita, se poi pensiamo che si corre da oltre 30 km e che negli ultimi 5 km di gara si prenderanno 600 metri di dislivello!
E finalmente si arriva ad Erve, si spera che mega ristoro e tanto tifo facciano il miracolo di rianimare tutti i partecipanti, prima dell’ultimo strappo verso la capanna.
Cambio maglietta per Zenucchi e poi saluto con un ultimo incitamento i miei compagni di viaggio.

Dovrei girare la moto e tornare a casa ma l’atmosfera è magica, tra accompagnatori e locali il tifo è da stadio, l’ambientazione è unica.
Dovrei tornare ma resto contagiato ed allora decido di fermarmi un po’ ad applaudire i tanti, più o meno da me conosciuti, per i complimenti per essere arrivati fin qui, ma soprattutto per l’incoraggiamento a completare l’impresa, in ogni caso, in tutti i modi.
A notte inoltrata comincio la discesa, tanti team stanno ancora salendo, alcuni li incontrerò addirittura a Calolziocorte, tanti di loro sono in grande difficoltà.
Di lì a poco vengo a sapere che il “mio”team è arrivato terzo, ha perso la piazza d’onore per 13 secondi, ma ha salvato il podio per 8! Mi raccontano anche della sofferenza lungo il ripido sentiero che conduce alla capanna con Zenucchi che, oltre a stare poco bene, perde definitivamente la torcia, caduta in un dirupo.
 
Sulla via del ritorno mi ritrovo a pensare all’esperienza vissuta da non runner , quasi mai mi è capitato, le gare mi piace correrle. Mi vengono in mente mille pensieri su questa gara, tutti contrastanti tra di loro, come classificarla? Gara in salita? Trail? Oppure? Ma forse è la Monza-Resegone, punto e stop, non…classificabile. Una gara sotto l’egida della Fidal, ma dove era la Fidal? Due giudici alla partenza a spuntare le partenze e poi niente più. Rifornimenti che più liberi non si può, controlli e passaggi autogestiti , penso a cura degli organizzatori. Si corre nel traffico, quindi sicurezza ai minimi livelli.
Fin qui le valutazioni razionali, quelle che puoi fare il giorno dopo, con calma. Però non posso non tornare indietro di 24 ore, con la mente e con gli occhi, immagini stampate che difficilmente dimenticherò; la fatica, la voglia e la determinazione di farcela, ognuno nella sua personale impresa, quella di arrivare in cima.
Ebbene si, credo di aver subito il fascino di questa gara e delle sue straordinarie anomalie, pur continuando a ritenerla discutibile per tanti buoni motivi.
Pensavo di non correrla mai, ora (forse) qualche dubbio mi è venuto, chissà che non venga l’idea di un team Podisti.Net, magari col condirettore Morselli…se andasse un po’ più forte…
 
Tanti complimenti a Tommaso Vaccina, Orazio Bottura e Dario Rognoni, bravissimi, sono stati forti e soprattutto uniti, un vero team.

Un grande grazie a Emanuele Zenucchi, Mirko Canaglia e Tito Tiberti che mi hanno fatto vivere un importante esperienza, ho condiviso in qualche modo la loro fatica, quella di atleti tanto forti quanto orgogliosi nella loro sofferenza, capaci e caparbi di arrivare alla fine. Nonostante tutto.