Sabato 11 ottobre Limone del Garda, Italia. Veramente impegnativa questa prova finale del mondiale di Limone del Garda quinta prova del mondiale di skyrunning della federazione Internazionale ISF. Questo combattutissimo campionato su 5 prove era iniziato il 25 maggio a Zegama in Spagna, poi è proseguito il 20 luglio a Canazei per la Dolomites skyrace, il 10 agosto in Svizzera per la corsa dei 5 quattromila della Sierre Zinal, ancora in Svizzera, la quarta, a Zermatt per il Matterhorn e, appunto, a Limone il gran finale con l’extreme skyrace con i suoi 24,5 km e oltre 4000 metri di dislivello complessivo. Qui a Limone, complice la facilità di iscriversi, ci si poteva infatti mettere nella start list fino a pochi minuti prima della partenza, si sono schierati sul lungolago del golfo dei Limoni 740 runners del cielo e la griglia di partenza era piena zeppa dei più bravi interpreti dello skyrunning mondiale comprese le aquile del Valetudo team. Il tracciato extreme di Limone con le sue due salite e discese, ricamato con innumerevoli e brevi strappi spacca gambe, per i top running è stato molto veloce, ma non per il gruppone degli amatori. Con il trascorrere del crono e complice anche un violento acquazzone, il terreno di gara si è guastato e con il passaggio della pancia del gruppo la fanghiglia l’ha fatta da padrone e in alcuni tratti l’extrem è diventata una corsa pattinata con grosse difficoltà per l’equilibrio dei corridori del cielo. Peccato per questo meteo al grigio che si è fregato la vista sul lago. I danni peggiori di questo clima sono stati l’afa e l’umidità e per questo motivo alcuni corridori sulla prima salita hanno assai patito perchè dovevano immettere in circolo nei lori polmoni un alto tasso di umidità e, a chi soffre di difficoltà respiratorie, questo inaspettato problema ha creato un grosso grattacapo. La gara maschile è partita come se fosse una maratona su strada con il ritmo impresso dal vincitore l’africano Mamu Petro che nei primi tre chilometri a bordo lago ha messo tutti gli avversari alla frusta compreso il grande favorito Kilian Jornet Burgada, l’aquila Valetudo Zinca e il drappello dei migliori. All’attacco del primo vertical di giornata molti corridori big hanno dovuto abbandonare la competizione per l’altissimo ritmo impresso alla gara e per l’aria resa irrespirabile dal carico di umidità e qui Zinca Ionut ha compiuto il primo miracolo sportivo: i suo polmoni sono andati in affanno e la sua corsa si è trasformata in camminata e davanti a lui il Marocchino Ait Malek pareva avere partita vinta per il secondo posto nel mondiale di skyrunning. Ionut però ha tenuto duro e arrivato a punta Larici ha trovato nell’aria una maggiore quantità di ossigeno e ha iniziato la sua rincorsa verso un decoroso posto di classifica. La gara femminile è vissuta sulla fuga iniziale della favorita della gara, la Spagnola Salomon Laura Orguè, seguita a breve distanza dalla campionessa americana Stevie Kremer, sempre ditta Salomon, e dalla vincitrice di giornata la Spognola, gommata la Sportiva, Maiora Miate, più dietro l’aquila Rumena della Valetudo Denisa Dragomir mentre per problemi respiratori , molto attardata l’altra aquila rosa Cardone Debora. Nella race maschile il vincitore Mamu Petro pareva avesse corsa facile perché il vantaggio accumulato in salita era nell’ordine dei minuti, ma nella picchiata sul golfo di Limone Burgada ha iniziato a volare e verso il finale di gare è riuscito a inquadrare la sorpresa Petro. A questo punto l’africano si è sentito braccato dal campionissimo Burgada e ha piazzato uno scatto pazzesco riuscendo a distanziare nuovamente e definitivamente il pericolo Iberico. Mamu Petro trionfa in 2h14’25”, secondo, con il titolo di Champion di sky in tasca già da molto tempo, l’impareggiabile Salomon team Kilian Jornet in 2h14’55”, terzo Schneider David, team Inov-8 2h19’58”. Le disavventure di Ionut sembrano non finire mai a Limone, infatti dopo un grande recupero sulla seconda salita, il gpm di monte Carone a 1621 metri sul livello del mare dove si era posizionato in nona piazza, in discesa si è procurato uno stiramento ai muscoli lombari ma, con tenacia e sacrificio, è riuscito comunque a non perdere molto terreno e a lasciare alle spalle i contendenti per il posto d’argento nel mondiale ISF 2014. Zinca ha terminato il suo calvario in 17^ posizione con un time di 2h32’39”. I risultati del team Valetudo: 24°, con un favoloso recupero finale in discesa il bergamasco Luca Carrara , 66° Toniolo Mauro, 116° Gasparini Tiziano, 130° Grossi Paolo, 154° Benvenuti Fabio, 156° Baroni Antonio 1° over 60, 176° Gritti Luigi, 183° De Alessandri Andrea, 198° Aldeghi Ivan, 209° Costantin Paolo, 278° Parisi Riccardo, 279° Rottoli Giacomo, 342° Pesenti Giorgio, 486° Grossi Antonio. Atleti classificati 613. La gara femminile ha avuto un epilogo inaspettato. Gli addetti ai lavori pensavano infatti che il team Salomon avesse vita facile e invece la Spagnola Maiora Maite ha lasciato tutti con il naso all’insù e con il tempo finale di 2h47’05” si è meritatamente guadagnata l’oro al sapore di Limone, seconda la nuova campionessa mondiale, l’americana di skyrunning Stevie Kremer time 2h49’03”. Prima delle italiane Elisa Desco, team Scott, 2h52’40”. E’ arrivata in punta di piedi alla Sierre Zinal classificandosi settima e con il sesto posto di Limone, a sorpresa, l’aquila Rumena del team Valetudo, Dragomir Denisa, è ormai tra le grandissime dello skyrunning Internazionale, esageratamente brava anche l’aquila Valetudo Cardone Debora che dopo un avvio di gara tormentato, ha tirato una discesa finale delle sue recuperando posizioni su posizione e con il time di 3h03’47” si è permessa il lusso di piazzarsi al settimo posto di classifica assoluto. 26^ un’altra Valetudo che non molla mai Scotti Ester. Grazie anche ai due supporter Valetudo zio Renzo e Luca Boffetti.