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Milano Marathon 2015 arrivi1 foto Roberto Mandelli

SERVIZIO FOTOGRAFICO  -
Bagài
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parlare male della Milano Marathon è facile, lo fanno tutti; è come sparare sul pianista o “piove, governo ladro!”; io ho fatto tutte le maggiori maratone italiane e posso dire che ho visto di peggio; certo che Milano ha avuto alcune edizioni disastrose e in alcune cose  sembra che faccia apposta a farsi sparare addosso … ma non credo che sia tanto peggio di molte altre maratone.
Io comunque ieri mi sono divertito cume un purscèll in mèss a la bùascia e ve cùnti sù cume la mè ‘ndada!
Tant per vès ciàr diciamo subito che non ho fatto la Maratona perché gà la fò pù ma solo la staffetta; ho messo insieme un po’ di staffette per l’Abbraccio onlus tra cui tre “personali” coi miei “vecchi” amici della mailing list DRS (Dead Runners Society) ed ho corso la terza frazione in squadra col Corra, il Cova e la Nadia “Trì bagài e nà tùsèta”.
Il percorso è stato modificato per l’ennesima volta (male!) ed i punti di cambio con relative distanze parziali sono stati modificati più volte (male!); il tempo massimo per le staffette è stato abbassato a 5h, poi 5h 30’ (male! Io ho coinvolto molti tapascioni e camminatori); il blocco del traffico non c’è stato (male! Cartellino rosso per il comune di Milano) e per spostarsi bisognava pagare il biglietto ad Atm (male!); ho chiesto spiegazioni portando come esempio Roma e mi hanno risposto che Milano non è Roma (male!)
E dopo tutti questi “male!” direi che la gara è venuta benissimo; la giornata è stata splendida, entusiasmante, divertente, coinvolgente. I numeri dicono: 3.982 arrivati in maratona e 2.239 staffette per un totale di 12.938 atleti che hanno tagliato il loro traguardo.
Venerdì pomeriggio sono stato al nostro stand per aiutare a distribuire i pettorali; il Village è all’interno del “cortile” di Palazzo Lombardia; lunghe file all’apertura ed in pausa pranzo per ritirare i pettorali, ma non per i nostri staffettisti a cui abbiamo riservato un trattamento “coccoloso”, non senza aver dovuto superare qualche problema! L’Abbraccio è una delle 4 onlus più numerose (88 staffette e 45 maratoneti!) ma si erano dimenticati di assegnarci lo stand (doppio sigh!) e ci fanno traslocare due volte … (molto ma molto male!); arrivano un po’ di amici ma il Village non è molto frequentato.  Sabato pomeriggio invece è tutta un’altra musica; c’è una folla imponente che gira tra gli stand! Con Lelia facciamo un veloce e divertente flash mob di yoga della risata tra gli sguardi divertiti degli atleti. Alla fine pettorali tutti consegnati con magliette e pacchi gara. Non manca nessuno e verso l’ora di chiusura arriva lì un simpaticone che con tono “pacato” ci avvisa che abbiamo un’ora di tempo per sbaraccare tutto e ‘ndà fòera di bàll.
Con Maria Grazia e gli staffettisti DRS ho organizzato una pappatoria per prepararci adeguatamente nel fisico e nel morale alla dura prova dell’indomani; ci facciamo una tranquilla passeggiata in mezzo ai  grattacieli della nuova skyline milanese e poi … tùcc cunt i gàmb sòta al taùl.
La mattina della gara vado a consegnare la sacca col ricambio al punto di cambio di Viale De Gasperi; come da istruzioni scendo a Uruguay ed insieme ad una nutrita pattuglia di staffettisti mi accorgo che non è facile trovare la strada; qualche indicazione sarebbe stata gradita (male!) e poi dire che Uruguay è vicina a Viale De Gasperi è come dire che io sono un falso magro …
La situazione è ancora tranquilla, consegno la sacca e mi avvio a piedi al punto di cambio di Viale Caprilli; sono circa 3,5km in parte sul percorso di gara dove ho calcolato che vedrò passare i primi atleti in prossimità della mezza. Ho così la possibilità di applaudire le Frecce Nere che passano come lippe; uomini sotto l’ora e 4’ e donne sull’ora e 12’ circa. La giornata è splendida e soleggiata e si preannuncia un … tantino calda! Mi viene da pensare alle “sofferenze“ che patirà l’amico Scianca, notoriamente amante delle temperature polari.
Il punto di cambio di Viale Caprilli è un tripudio di animazione; una marea di staffettisti che aspettano il cambio e fanno il tifo per gli amici maratoneti; incrocio un sacco di amici e ci scateniamo a fare festa ed applaudire i Road, gli Abbraccini, i Marziani e tutti gli altri amici; il piacere che mi “godo” in questa oretta vale da solo il “prezzo del biglietto”!  Faccio una foto con una fatina azzurra ed una col mio fratellone Stefano che sembriamo  “Due Bronzi di Ratanàtt” con il mezzo la Rossy. Sono talmente “infoiato” che quasi mi sfugge l’arrivo di Paolo, il mio staffettista che arriva con 10’ di anticipo! Parto gambe in spalla e mi sembra di volare! La zona cambio è interminabile; ci sono tutti gli amici che gridano il mio nome e mi danno il cinque; una sensazione fantastica che vorrei non finisse mai ma, ciumbia,  la finìs propi pù! e me manca el fià! Per fortuna posso tirare i remi in barca e passare al metodo Compa-Galloway (quàter pàss de cùrsa e quaranta pàss de caminàda); mi sento le ali ai piedi (se fà per dì!) e la presenza di tanti amici che mi sorpassano e mi incoraggiano mi riempie il cuore di gioia; la prima parte della mia frazione ricalca il vecchio percorso della DJten e mi piace molto: il galoppatoio, lo stadio de San Sìr, il Parco ed il borgo di Trenno; la seconda parte è più monotona (el cimiteri de Mùsòcc!) e più “trafficata” ma gli automobilisti sembrano meno aggressivi o forse più rassegnati.
Fa davvero caldo e bisogna bere molto; il regolamento dice che gli staffettisti non hanno diritto ai ristori sul percorso che sono riservati ai soli maratoneti (molto male!) ma i volontari non fanno differenze (molto ma molto bene!); dedico un grazie di cuore a tutti i volontari sul percorso; tantissimi, bravi, attenti ed efficienti! GRAZIE!!!
Purtroppo il caldo colpisce duro; nel giro di pochi km vedo un ragazzo bianco come un lenzuolo che viene soccorso da un’ambulanza ed un’altra ragazza accasciata all’ombra in attesa di soccorsi; in più c’è il solito pirla (quelli non mancano mai!) che si è infilato sul percorso in moto ed ha steso una concorrente …
Arrivo al punto di cambio con altri 10’ recuperati sulla nostra tabella di marcia; mi aspetta scalpitante la tùsèta Nadia; cerco di bloccarla "Nadia dai che facciamo una foto del cambio" ... "Dè Compa, mollami 'l chippe che c'ho d'andà a acchiappà 'l Geo!” Nadia c’ha il DNA delle Lammarine nel sangue; è rimasta una puledrina!
La zona cambio di Viale De Gasperi non è ben strutturata come quella di Caprilli; gli spazi sono insufficienti; ci si muove a fatica pestandoci i piedi; mi avvicino a spinta al ristoro ed i gentili volontari mi danno da bere e mi consegnano un sacchetto con acqua, frutta ed una merendina; mi cambio sgomitando in una tenda strettina e poi mi avvio alla fermata del metro seguendo la fiumana.
In metro trovo la peggior sorpresa della giornata; ATM (male, molto ma molto male!), che ben sapeva che c’era la maratona con oltre 10.000 presone che dovevano spostarsi, ha mantenuto gli orari festivi con tempi di attesa indecenti! Facendo due conti: ognuno di noi ha fatto almeno due viaggi per non contare amici, accompagnatori e supporter; quindi almeno 20.000 biglietti per 30.000 euro di incassi extra per avere in cambio un servizio di merda. Sono riuscito a salire sul primo metro a spinta; accalcati, sudati, puzzolenti; sembrava di essere su una tradotta. Un viaggio allucinante.
Scendo a Pagano dopo una sauna e salgo sul treno proveniente da Bisceglie che è decisamente vivibile e sbarco a Palestro. La zona arrivo è assai incasinata. Ho poi modo di verificare che era molto ben organizzata per chi terminava la gara (maratoneti ed ultimo staffettista); per gli staffettisti che raggiungevano i compagni a l’era un gràn casòtt e se capiva un tùbo de nagòtt. Ho girato come un pirla ed attraversato il percorso per riuscire finalmente a raggiungere la zona gazebo delle onlus.
Allo stand dell’Abbraccio ci siamo radunati per prepararci alla sfilata; arriva anche Nadia che mi consegna la medaglia e mi dice con orgoglio che siamo stati sotto le 4h! GRANDISSIMI, nonostante il terzo frazionista.
Ci avviamo al punto di ritrovo delle sfilate dove purtroppo rimaniamo bloccati per oltre mezz’ora in piedi e sotto il sole insieme ad una decina di altre onlus, mentre gli amici marziani fanno il loro spettacolo e la loro festa sotto la linea del traguardo. Quando finalmente  la corsia di arrivo si  sblocca una alla volta ci fanno ripartire con il DIVIETO ASSOLUTO di fermarci sotto il traguardo. La stanchezza e la sosta prolungata non hanno scalfito il nostro entusiasmo e la nostra voglia di urlare con gioia che “L’Abbraccio è … qualcosa che più ce n’è meglio è!”
Al termine al gazebo Abbraccio grandioso ristoro con tartine, panini, pizzette, frutta ,ecc. (bene! molto ma molto bene!) e poi via alla fermata del treno per tornare a casa; stanco, sudato, sporco, puzzolente ma con un cuore pieno di gioia.
E alla sera al pc vedo che anche il traguardo più importante  è stato raggiunto!!! Grazie all’ultima donazione di Iaia supero il mio obiettivo dei 1.000 euro di raccolta fondi. Un grazie di cuore a tutti coloro che mi hanno supportato in questa impresa e se qualcuno si fosse dimenticato è ancora in tempo; il link è quello qua sotto.
Alla prossima,
Ettore “Super-Abbraccione” Compa