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Monza Resegone 2015 sq 83 foto Roberto Mandelli

SERVIZIO FOTOGRAFICO -

È proprio una festa la notte della Monza-Resegone, una festa lunga 42km che ha inizio sotto i portici dell'Arengario di Monza e termina a capanna Monza in cima al Resegone. Le squadre quest'anno sono 300, record di presenze, dicono gli organizzatori. La bella piazza sottostante accoglie i partecipanti, amici e appassionati di questa competizione, vanto di una tradizione puramente monzese dalle storiche origini.
Il cielo è sereno, una leggera brezza mitiga la calda serata estiva e l'atmosfera è frizzante, carica di emozioni e di aspettative.
Pochi minuti prima delle 21:00 l'inno di Mameli precede lo start. Ciascuna terna viene fatta salire su un palco, vengono letti i nomi appartenenti a ciascuna squadra, si scattano le foto di rito e via, giù per la rampa che si immette sulla via Vittorio Emanuele, arteria importante della città dalla quale, in uscita, si scorge il Resegone dalle caratteristiche guglie.
La mia squadra è composta da me, Bruno e Lorenzo e partiamo col pettorale n.83. A caricarci di adrenalina, mio marito, mio figlio e i nostri amici che sono venuti a incitarci e a far parte del cordone di pubblico che costeggia tutta la via.  
L'emozione giunge al culmine quando veniamo chiamati per nome sul palco e il count down dà inizio alla nostra gara, 3,2,1....via....in quel momento scattano i flash e gli applausi, ci sentiamo un po' protagonisti e un po' eroi.
Lasciamo Monza e attraversiamo Villasanta dove troviamo tantissima gente tra cui la mia amica Gemma che ci incita al nostro passaggio.
Ad Arcore due ali di folla lungo la via principale ci attendono festanti  urlando il mio nome e tifando per la mia squadra.
Nel frattempo ci raggiungono in bicicletta i nostri amici Danilo e Massimo e ci scortano per qualche km.
Mano a mano che attraversiamo i paesini troviamo sempre tanta gente nelle piazze che ci accoglie come eroi, i bambini ci battono il cinque, gli anziani ci fanno sagge raccomandazioni, sulle strade le auto suonano i clacson e procedono a passo d'uomo come per scortarci , è una vera festa!
Raggiungiamo e superiamo le squadre più lente e veniamo superati da quelle più forti, ci si saluta e ci si incoraggia con solidale sportività.
Il cielo limpido e sereno lascia spazio ad una magnifica notte stellata e lo spicchio di luna crescente illumina, in lontananza, il santuario di Montevecchia, meta di tanti sudati allenamenti e che stasera ci benedice dall'alto del suo monte, lo spettacolo è meraviglioso!
Nel frattempo Lorenzo accusa qualche problema, sua moglie ci segue con l'auto insieme a degli amici offrendoci acqua al bisogno e sostegno morale.
Mano a mano che ci avviciniamo ai piedi della montagna, la temperatura si abbassa sempre di più e la fresca brezza si fa sentire sulla pelle sudata; indossiamo allora una maglia più pesante che ci protegge dagli sbalzi termici.
Sul percorso incontriamo Fabrizio, un amico di Bruno, uno dei tanti angeli che, in questa notte, presidia incroci,  strade e ristori.
Giungiamo a Calolziocorte ed è notte fonda ma le strade sono gremite di adulti e bambini che fanno un tifo da stadio, la festa lunga 42km non è ancora finita!
Imboccati i primi gradini che portano ai tornanti verso Erve, Bruno si inchioda con crampi fortissimi che lo bloccano fisicamente e psicologicamente. Sarebbe un peccato abbandonare la gara proprio adesso, cerco allora con dei massaggi di sciogliergli la tensione muscolare e farlo riprendere. Dopo qualche minuto di sosta affrontiamo lentamente la lunga gradinata,  Bruno sta meglio, intanto lo stato di Lorenzo peggiora sempre di più. Li incoraggio a non mollare, la squadra, si sa, deve arrivare unita fino all'arrivo. Qui incontriamo Michela, una nostra amica, che, come tanti altri volontari, ha svolto un impeccabile lavoro di presidio per una buona riuscita della manifestazione.
A passo di marcia e corricchiando per qualche tornante arriviamo a Erve dove troviamo il controllo e l'ultimo ristoro prima della parte più impegnativa.
Bruno ha il viso contratto mentre Lorenzo è pallido da far paura! Chiedo loro se ce la fanno a continuare e infondo coraggio.
Ora ci manca la parte più dura, il "pra di ratt", un'arrampicata a quattro zampe al buio dove l'unica luce è data dalle nostre pile frontali. Indossiamo abbigliamento più pesante, scarpe da trail, guanti e via....su sempre più su...facendo attenzione a dove mettere i piedi e aggrappandoci con le mani a radici, sassi, rocce.
In questa notte magica cielo e terra si mescolano in un unico blu profondo e le stelle si uniscono alle nostre pile frontali illuminandoci il percorso, creando così una lenta e ritmica danza ascendente.
La salita è lunga e molto lenta a causa del gran numero di squadre che si sono concentrate in questo tratto. Il silenzio della notte  è interrotto da qualche urlo di dolore che si avverte in lontananza per un crampo arrivato all'improvviso. I miei compagni resistono ma vedo che il passo di Lorenzo è appesantito, temo per lui. Dopo più di un'ora di arrampicata sentiamo le voci provenire da capanna Monza, un ultimo sforzo ancora e ce l'abbiamo fatta, ora vediamo le luci farsi sempre più intense, ci prendiamo per mano, saliamo gli ultimi gradini in pietra e tagliamo il traguardo tra gli applausi dei presenti! Ci stringiamo in un forte abbraccio che significa tante cose e rappresenta tanti valori.
Ci ristoriamo e recuperiamo i nostri zaini. Sono preoccupata per il loro stato, nelle loro condizioni devono recuperare le forze prima di affrontare la discesa.
Entriamo nella baita e consegno Lorenzo, pallido, disidratato e in ipotermia, nelle mani della croce rossa mentre io e Bruno ci scaldiamo e ci ristoriamo nella stanza a fianco. Non ci resta che attendere l'alba, fuori intanto è ancora buio e fa freddo.
Con le prime luci mi sveglio da un breve sonno, mi affaccio dalla porta della baita e assisto alla nascita di un nuovo giorno, è uno spettacolo che non avevo mai visto.
Recuperate le forze, zaino in spalla, ci incamminiamo sul sentiero che ci conduce a valle e dopo circa un'ora e mezza di cammino giungiamo all'auto. Con gli occhi che si chiudono dal sonno ripercorro questa notte di festa lunga 42km e penso che, nonostante tutte le difficoltà incontrate,  la cosa più importante sia stata quella di essere giunti lassù tutti e tre insieme, dove cielo e terra si uniscono in un abbraccio che vale più di un'amicizia!
Ciao Resegone!