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Como 2017 post gara

SERVIZIO FOTOGRAFICO - Ecco una mezza tutta da godere, già, ma a condizione che non si pretenda né personal best, né crono importanti. Il percorso va corso e vissuto con un approccio ben diverso dal solito, di tratti in piano ce ne sono davvero pochi; sapevo cosa mi aspettava e infatti…. ci sono venuto di proposito. Sarà perché di “fare il tempo” non ci penso più da un po’ (sarebbe arduo) ed invece mi piacciono sempre di più i percorsi tecnici, panoramici, estremamente vari; su questa scelta ho avuto il conforto dell’amico Simone Confalonieri, prima della partenza “ a me piace molto correre qui e vedrai che piacerà anche a te”. Già, proprio così, intanto lui chiuderà in 1:21:35, 12esimo assoluto, niente male.

La giornata è perfetta, anche se il primo caldo ha dato un po’ fastidio, fortuna che il sole di tanto in tanto veniva nascosto da qualche nuvola e comunque c’erano parecchi passaggi all’ombra.

Pronti, via e partenza un po’ improvvisa, senza il classico count down; qualche centinaio di metri e poi si comincia a “ondulare” sul percorso, sarà così sino alla fine. Bello il passaggio davanti a Villa Olmo, qualcuno si lamenta del tratto in sterrato, io invece preferisco gioire dell’attraversamento del cortile, e mi chiedo quale miracolo sia avvenuto, dato che fino al giorno prima si trovava un cantiere chiuso e apparentemente inaccessibile. Tavernola, Cernobbio, Moltrasio e fino a a Carate Urio, dove si trova il giro di boa. Si tratta di andare e tornare sullo stesso percorso, il lago ci accompagna nella nostra fatica e si vede quasi sempre, anche l’occhio vuole la sua parte, a condizione di …non andare a tutta. Il tratto più difficile è al km 5 e poi di nuovo al km 16, però la salita è costante, si tratta di prendere il passo giusto e poi non è lunghissima (direi circa 6-700 metri). Ma la vera difficoltà di questo percorso, a mio avviso, non sono nemmeno queste due salite ma le continue ondulazioni, che impongono ai partecipanti un continuo adattamento del ritmo. Regolari ristori e spugnaggi, fondamentali in questa giornata di sole (mi dicono la temperatura all’arrivo alle 10.30 fosse di 23 gradi, non pochi quando corri una mezza). Ne avrei messo uno anche verso la fine, anche se mancava poco sarebbe stato apprezzato. Il percorso è ben presidiato, mi pare mancasse qualche cartello delle indicazioni chilometriche sulla via del ritorno, oppure non l'ho visto io; minimo l’affiancamento al traffico automobilistico e solo negli ultimi chilometri.

La gara.

Al maschile incerta fino a metà percorso, quando Fabio Ruga (Recastello Radici Group) inizia la rimonta su Alessandro Rigamonti (ORG. Sportivi Alpinisti). All’arrivo Ruga conclude in 1:11:13 su Rigamonti (1:14:21). Terzo gradino del podio per Mattia Paolo Parravicini (1:15:52).

Anche in campo femminile i distacchi sono relativamente contenuti, questo l’ordine di arrivo 1) Elena Safonova, 1:34:14 2) Demura Akemi, 1:35:45 3) Miriam Bernasconi, 1:36:06 (A.S. Canturina Pol. S.Marco)

Tra le categorie, niente male il vincitore della SM65, Piero Carlo Fiordi, con il tempo finale di 1:28:38.

Per quanto riguarda il contorno della gara, i “voti” sono alti: ottima la sede logistica presso lo stadio Sinigaglia del Como Calcio, tutte le operazioni sono facili e immediate. Deposito borse, spogliatoi e docce. Premiazioni piuttosto veloci e riguardanti tutte le categorie (primi tre).

In conclusione: una manifestazione che, per l’accoglienza e la bellezza del percorso, meriterebbe più partecipazione, oltretutto conoscendo un pochino la realtà di Como penso che sia davvero difficile organizzare una mezza maratona in questo contesto. Anche per questo, ma non solo, credo che i complimenti ad Aurelio Martinelli ed allo staff dell’Aries siano decisamente meritati.