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Milano Salomon Running 2017 foto Maderna Mandelli

SERVIZIO FOTOGRAFICO

 

Alle 9,38 faccio partire il cronometro sul mio cellulare e attacco la scala dell’Allianz Tower per raggiungere il 23° piano e aspettare lì il passaggio della 7^ Salomon Running. Quest’anno, come più volte ripetuto nei vari comunicati e durante la conferenza stampa di presentazione della manifestazione, i piani da “scalare” sono 3 in più però alla fine i piani da fare non sono 23 perché alla conta bisogna aggiungere i 4 che dall’entrata al palazzo ti portano al piano zero! Mentre salgo trovo a ogni 5 piani i sorrisi, mentre non voglio immaginare i pensieri, di due volontari che assicureranno la sicurezza della salita mentre i medici e paramedici arriveranno più tardi.
Salgo regolare e alla fine sono soddisfatto dei miei 7’18” impiegati dal primo gradino all’ultimo, come per la rilevazione del Trofeo Allianz, solo che io non avevo il chip! Per la cronaca il mio tempo è stato poco più del doppio del tempo impiegato da Stefano Contardi (3’02”) vincitore del Trofeo Allianz.
Rispetto al 20° piano dell’anno scorso, il 23° è un cantiere e alcune parti sono nastrate e non è possibile avvicinarsi alle vetrate per ammirare il paesaggio sottostante mentre il panorama, complice anche la bella giornata, è fantastico. Il corridoio di transenne che guiderà i concorrenti dalla scala di salita a quella di discesa è già posizionata e prima della porta d’uscita sono posizionate due piscinette gonfiabili, decisamente più funzionali dei bidoni dello scorso anno, per raccogliere bicchieri, pieni o vuoti, che i concorrenti dovranno obbligatoriamente lasciare prima di iniziare a scendere perché la scala bagnata sarebbe troppo pericolosa.
Durante la conferenza stampa era stato annunciato che l’atleta paralimpico albanese Haki Doku avrebbe affrontato sulla sua carrozzina la discesa dei 23 piani, e al mio arrivo al 23° Haki era già lì pronto per la sua impresa. Haki, che ha 47 anni, è paralizzato dall’età di 27 per un incidente sul lavoro e nel 2012 a Londra è stato il primo atleta paralimpico a rappresentare l’Albania ad una olimpiade. A maggio 2015 all’Arena di Milano Haki aveva stabilito un singolare record mondiale percorrendo 121,402 km spingendo per 12 ore consecutive la sua carrozzina (e non una handbike!). L’anno scorso Haki si era presentato al 20° piano, ma una serie di problemi non aveva reso possibile la sua discesa. Quest’anno tutto era pronto però mancava il cronometrista che lo seguisse nella sua impresa e siccome non serviva un risultato cronometrico certificato, mi sono offerto io di seguirlo e così, poco dopo le 10,10, siamo partiti: Haki davanti e io e altri due accompagnatori dietro. Che dire? Una esperienza incredibile! Vedere Haki in perfetto equilibrio sulle ruote della carrozzina scendere uno dopo l’altro i 644 gradini dei 23 piani (8’50” il tempo impiegato) e poi i 4 per uscire dal palazzo mi ha convinto che è un grande. Non contento poi Haki ha preso l’ascensore della metropolitana per risalire sul piazzale di ingresso della Tower e poi scendere, insieme ad alcuni partecipanti alla gara “fast” che lo hanno poi aspettato e applaudito, la scalinata che poi ci ha riportato all’ascensore per risalire al 23°.
Salutato Haki è iniziata l’attesa per l’arrivo della gara. La mia speranza era quella di vedere sbucare dalla porta delle scale un volto sconosciuto, invece si è materializza il pettorale 808 che, per niente affaticato dai quasi 20 km precedenti e i 644 scalini, è passato come un razzo e, fra gli applausi dei presenti, ha imboccato la porta della discesa. Non abbiamo dovuto aspettare molto per vedere passare il secondo e poi, dopo di lui il volto tirato, ma amico, di Dario Rognoni, il vincitore della passata edizione, in terza posizione. Non nascondo di essere rimasto sorpreso nel vedere passare in quarta posizione Corrado Mortillaro, non per la posizione, ci mancherebbe, ma per averlo visto in una gara come questa.     
Stesso copione anche per la gara femminile con le prime due, ai miei occhi, sconosciute prima di scorgere nella terza Rosanna Volpe, la forte portacolori della Canottieri Milano.
Leggendo la classifica finale e vedendo le foto di RobertosuperclikMandelli fatte all’arrivo, ho poi scoperto che le posizioni in cima all’Allianz Tower sono rimaste invariate anche sotto l’arco dell’Arena.
Se i primi passando al massimo si concedevano un po’ d’acqua prima di iniziare la discesa, con il passare del tempo in molti si sono fermati al 23° e hanno approfittato per scattare foto al panorama per la serie un minuto in più finale non mi cambia la vita!
Poco dopo le 12,30 è arrivato Marino, un amico “marziano” da poco papà e mentre si dissetava al ristoro ho pensato che, dopo 2 ore passate ad applaudire, dare “cinque” e incoraggiare i tanti amici presenti in gara, potesse bastare e con lui sono tornato a “terra”.