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Santa Maria Maggiore Sgamelàa d-Vigezz 2013- SERVIZIO FOTOGRAFICO - La Sgamelàa del 40° non va, sul percorso lungo, oltre le 500 presenze. Alle 14,10, cioè dopo oltre quattro ore e 30 minuti, avevano tagliato il traguardo di Santa Maria Maggiore in 414, ma qualcuno era ancora sul percorso. E' vero che per un bilancio generale bisogna tener conto anche dei 292 che hanno affrontato la corsa breve, quella di 5 km, per i quali erano stati richiesti 5 euro invece dei 10 necessari per la corsa maggiore. Luci ed ombre sulla corsa di domenica 25, certo più luci che punti neri. Il panorama innanzi tutto. Dove lo trovi un percorso del genere: salite e discese, sterrato e asfalto in una conca tra gli 800 e i 900 metri raccolta tra “montagne verdi” che neppure Marcella, a Sanremo qualche anno fa, avrebbe potuto immaginare. Quest'anno gli organizzatori, dopo le lagnanze delle ultime stagioni, sono tornati al percorso “vecchio” e questa è stata una scelta davvero felice. Peccato il finale: quel chilometro oltre l'arrivo, mal segnalato (alcuni hanno proseguito imperterriti non vedendo la segnalazione, che comunque c'era, verso destra, e sono dovuti tornare in dietro. Neppure il finalino tra la bancarelle ha riscosso approvazioni. Dal prossimo anno perché non eliminare proprio l'ultimo chilometro, con traguardo al km 25 invece che ai 26, beninteso lasciando la quota di iscrizione ai 10 euro. Bisogna stare attenti alle “novità”: i podisti sono (quasi) sempre una massa silenziosa, che fatica, soffre e memorizza. Se una corsa piace la ripetono, in caso contrario non tornano più. La Sgamelàa è una corsa importante e prestigiosa, perderla ... per strada sarebbe un vero peccato. E i numeri di domenica, come detto, non sono stati dei più esaltanti. E' vero anche che i tempi sono molto cambiati e che le corse ormai non si contano più. Trent'anni fa nella valle dei pittori arrivavano in più di mille, adesso bisogna accontentarsi di quello che passa il convento.
Ha vinto il favorito, Mauro Bernardini, ossolano di Viceno di Crodo (già primo nel 2003, 2006 e 2010), impiegando un'ora e 39 minuti. Subito in cinque al comando, compreso Claudio Guglielmetti di Prato Sesia, che però non ha tenuto alla distanza. Al secondo posto, a un minuto e 24 secondi, si è piazzato il borgomanerese Stefano Luciani (che quest'anno ha avuto, saggiamente, un avvio più prudente), mentre al terzo posto si è collocato il novarese Alessandro Brustia, che di professione fa l'avvocato, in un'ora e 43 minuti. Insomma un podio di tutto rispetto. Come quello femminile che ha visto prima la valchiria Annalisa Cappelletti, antigoriana di Crodo, in due ore e 11 minuti, e seconda Laura Marsiglio. Grande lotta per la conquista del terzo posto che è stato conquistato da Elèna Platini di Fontaneto, insegnante di scienze motorie a Novara. Elèna (please, accento sulla seconda e) si è scatenata dopo il passaggio da Craveggia: nella discesa, molto tecnica e molto pericolosa, che riportava sull'asfalto, la ragazza fontanetese si è letteralmente scatenata colmando il gap che la divideva dalle concorrenti che la precedevano. Segnaliamo anche i due baby vigezzini meglio piazzati: Ruben Mellerio e Susanna Comaita (e se son rose fioriranno).
Un vero e proprio exploit quello del dott. Alfonso De Giorgis, aronese, che ha chiuso in due ore e mezzo, secondo più secondo meno, nel giorno in cui compiva gli anni, non pochi, visto che erano 74: per la serie la vita comincia a 70 anni e anche dopo. Vedi Domenico Del Barba, 80 anni, di Piedimulera, ex paracadutista: è lui l'unico podista che ha affrontato e
concluso tutte e 40 le corse vigezzine. Fino a qualche anno fa erano in tre perché c'erano anche Boggian e Gnuva, ma il primo ha appeso le scarpe al chiodo, mentre il Mario ha chiuso recentemente la sua vita terrena.