In una domenica sensazionale dal punto di vista meteo con sole estivo a picco, ma con una temperatura gradevole, si è corsa la seconda edizione del trofeo Monte Chaberton, sulla distanza di 25,5 km per un dislivello totale di 4000 metri esatti.
Questa skyrace ha avuto nel tempo molte edizioni con varie organizzazioni, percorsi e location di partenza ed arrivo, è stata anche prova di coppa del mondo ISF: ciò significa che la gara ha una complessità di esecuzione non indifferente, ma la voglia di lavorare del nuovo staff organizzativo, con il comune di Cesana Torinese, è un sigillo di garanzia per gli anni futuri.
Per la cronaca tutto è nato nel lontano 1964 e lo Chaberthon, con i suoi 3131m, rappresenta per gli skyrunner un test assai temuto sopra tutto in salita, molto impervia negli ultimi 400 metri di dislivello: in questo tratto i piedi affondano in una traccia di sentiero molto ghiaiosa e quindi il passo è molto problematico ,perché le scarpette tentano sempre di ritornare nell’impronta precedente; poi l’alta quota immette in circolo, nel corpo dei corridori del cielo, poco ossigeno e il motore di ogni atleta cala notevolmente di giri.
Terminata l’ascesa, si va giù, i primi salti con le gambe traballanti, qui lo Chaberton presenta un conto molto salato per articolazioni e polmoni, la tecnicità dei suoi primi mille metri di dislivello ha fatto diventare tutti gli skyrunner dei funanbolici esseri volanti.
Poi, verso la parte finale della discesa, si corre nell’orrido stretto di Clavier verso Cesana, e lo spettacolo - dal punto di vista naturalistico - è da 10 e lode con i suoi continui ponticelli costruiti con tronchi d’albero e passarelle di legno a fianco di numerose cascate e pozze d’acqua limpidissime; in questo orrido è pure stato costruito un lungo ponte tibetano assai panoramico, che richiama un sacco di turisti.
In vetta allo Chaberton (purtroppo è montagna francese del dipartimento Alte Alpi, nella regione Provenza Costa Azzurra), abbiamo visto un panorama strepitoso sulle Alpi: a pochi centimetri dalla sommità sono presenti le famose rovine della batteria dello Chaberton, è una fortificazione eretta dal Regio Esercito tra il 1898 e l’anno 1910, ahimè, dopo la seconda guerra mondiale, questo luogo è stata ceduto ai cugini francesi.
Quindi questa skyrace ripercorre un tratto funesto della nostra storia in alta Valsusa e il correre su queste tracce militari ci fa pensare che siamo delle persone fortunate: dobbiamo, quindi, esprimere un profondo ringraziamento verso chi a pagato con il prezzo della propria vita per donare a tutti noi, sportivi e non, la libertà e la spensieratezza di muoverci senza nessuna paura e in piena sicurezza.
La gara è partita dal centro di Cesana Torinese alle ore 9,00 in punto e, i saliscendi per arrivare all’attacco dello Chaberton, nella frazione di Cesana di Fenils, hanno scremato il gruppo degli skyrunner che ambivano a finire la competizione: sulle prime rampe le canotte delle aquile Valetudo Racer si sono subito distinte in testa al gruppo e hanno fatto una netta selezione.
In vetta al gpm dello Chaberthon, il duo Valetudo Verbanese, Cristian Minoggio e Emanuela Brizio, aveva già quasi assicurato il trofeo come migliori skyrunning delle regione Piemonte; alle loro spalle, a livello maschile, premeva Gianfranco Danesi, mentre nella sky rosa si presentava la sagoma d’argento della guardiaparco Raffaella Miravalle.
In discesa il duo Brizio e Minoggio saldava sulle sue spalle la vittoria finale con prestazioni cronometriche da record: dopo 2h45’13”, Cristian Minoggio ha centrato la sua prima vittoria in maglia Valetudo Racer, argento per il Valetudo bresciano Gianfranco Danesi in 2h53’05” e, dopo essere passato al gpm in nona posizione, con una discesa da perfetto kamikaze, bronzo per il vincitore della prima edizione, il Valetudo Claudio Garnier.
Questa è una gara veramente tosta e, con estrema felicità, voglio segnalare che i tre aquilotti Valetudo del podio sono tre muratori, quindi gente abituata a stringere i denti anche nella loro realtà quotidiana.
Per la Valetudo skyrunning Italia Racer, 21° Alberto Tabacchi Alberto e 142° Giorgio Pesenti, 9° nella classifica M6.
Nella sky rosa, prima la campionessa Emanuela Brizio con il crono record di 3h20’31”, seconda Raffaella Miravalle (Atl. Monterosa Fogu Arnad) in 3h39’07, terza Elisa Almondo (Team Brancaleone Asti) in Elisa 3h46’26”.
Atleti classificati 218, atlete classificate 44.
Un ringraziamento al pubblico sul percorso e a tutto lo staff organizzativo, compresi i preziosi alpini che ci hanno preparato il pranzo dopo gara.