Chi è Thomas Shanahan l’irlandese che dopo quattro giorni e otto maratone è in testa alla 20 in 10 di Orta con quasi 5 ore?
Quando l’ho preso all’aeroporto aveva solo una borsettina tipo quella che si usa per andare in spiaggia, dovendo aspettare due ore un’altra inglese si mise un paio di braghette e sparì di corsa nel parcheggio di Malpensa, solo con quel paio di scarpe che han fatto 3.000 km, strappate di fianco e tagliate di sotto, con cui poi correrà le otto maratone fin qui disputate.
Thomas è un ragazzone educato e gentile, dall’aspetto un po’ malinconico; è alto un metro e novanta e con un fisico da placcatore. Dorme in palestra sulla nuda terra, sotto l’unica luce che rimane sempre accesa e si nutre di tonno in scatola. Il secondo giorno, domenica, ha fatto il diavolo a quattro perchè gli trovassi una messa a cui portarlo appena finita la gara. Ce la mise tutta ma finì alle 18,43; lo portai di corsa a San Lorenzo zuppo di due maratone, ma la Messa era quasi finita… si inginocchiò a terra e ascoltò quel poco che restava in quella, per lui, remota lingua. Quando uscimmo era felice sapeva che poteva finire le 20 in 10.
Mi aveva detto che abitava a Limerick, città dove ho vissuto anch’io per un mese e più, ma ieri per caso alla fine dell’ottava maratona mi è venuto un tuffo al cuore. Un tuffo finale ristoratore per otto maratone in quattro giorni fatte indossando la maglia del Clare Burren 2014. Una fantastica corsa che feci anch’io lo stesso anno, e dove avrei voluto portare la persona a me più cara se un comune destino ci avesse spinto alla Colla.
Mi dice che lui è nato lì dove si corre la maratona ed è cresciuto su quelle stradine d’Irlanda , sulla Burren Way, 43 chilometri immersi in un paesaggio lunare suggestivo tra lande solitarie, brughiere e torbiere; ricordo l’itinerario da Ballyvaughan passando da Rathorney, Formoyle, Ballinacken, Doolin Cliffs of Moher fino a Liscannor. Un’esperienza davvero unica correre qui e vedere dall’alto le Isole Aran, le più particolari d’Irlanda e le scogliere di Moher.
Una profonda commozione mi ha preso quando mi ha detto che i suoi vivono ancora a Ballyvaughan un paesino che mi è rimasto nel cuore e che forse spiega la sua malinconia.
C’è una bella e triste canzone irlandese, si chiama “dolce Ballyvaughan”. Mi piacerebbe pensare di essere andato lontano, ma mi sveglio la mattina nel mio letto da sola, sono senza di te in una dolce Ballyvaughan. Già, la dolce Ballyvaughan, è proprio dove parte la maratona dove abita il papà di Tom. Un villaggio di pescatori con casette colorate, qualcuna col tetto di paglia nella baia di Galway, nella pioggia ci sono i pescherecci, le barche a vela e i traghetti che cavalcano le onde dell’oceano per le isole Aran. Ma tutto è dolce e silenzioso in estate. Pochi turisti che si confondono appena coi pescatori, qualche fortunato sale nel borgo dove c’è un grappolo di casette che sfioriscono sotto la pioggia. “rent an irish cottage” dice un cartello. Di certo invece di salire per la Colla avrei voluto entrare, accendere il camino e portare il caffè ma chi so io.
Dolce Ballyvaughan
Gocce di pioggia si aggrappano ai rami, il sole li rende diamanti all’alba. Gli uccelli cantano una canzone per il mondo intero capace di ascoltare la natura che si è appena svegliata. L’inverno si ritira sconfitto dalla primavera;oh, come vorrei aver nessun pensiero. Vivo nella speranza che tu tornerai attraversando il mare del Burren, per arrivare a me e a Clare, ma mi cullo nel ricordo di quella estate. Mi piacerebbe pensare di essere andata lontano, ma mi sveglio da sola la mattina nel mio letto. Sono senza di te in una dolce Ballyvaughan, le gemme che stanno in fiore in un oceano blu come le orchidee si preparano alla danza e i campi si trasformano tutti in un verde tappeto. Ma ancora tutti i miei pensieri sono con la Francia. La melodia di un violinista porta una lacrima agli occhi e i flauti strappano l’anima dal mio petto. Posso ancora sentire la tua voce sopra l’oceano così chiaro, ma da quando mi hai lasciato la mia anima non ha conosciuto riposo. L’inverno si ritira sconfitto dalla primavera;oh, come vorrei aver nessun pensiero. Vivo nella speranza che tu tornerai attraversando il mare del Burren, per arrivare a me e a Clare, ma mi cullo nel ricordo di quella estate