
Tredicesima edizione del Trofeo delle Clementine, organizzato dal locale Athletic Team, presieduto da Rafaele Iacobino, consigliere regionale della Federazione. Viale della Stazione, teatro dell’intera manifestazione, è da subito inibito al traffico, ampio il palco che servirà per le premiazioni nel dopo gara. Dietro il palco, un numero cospicuo di bagni chimici, che si sommano alla struttura fissa della scuola, proprio ad evitare scene incresciose, anche se qui le campagne sono vaste e a portata di… gamba.
Ritiro pettorali, chip e pacchi gara, in un vialetto attiguo, sei euro il costo dell’iscrizione. Si respira un po’ l’aria degli ultimi giorni di scuola, siamo alla penultima prova delle ventidue del Corripuglia, i partecipanti sono stanchi e bisognosi di riposo, e non solo fisico.
Le scene sono sempre le stesse, ai sani sfottò e “dichiarazioni di guerra”, si sono aggiunti i selfie e i post veloci, i social network danno spazio a tutti, permettono a chiunque di sentirsi protagonista e “giudice”.
Per fortuna in atletica c’è un giudice insindacabile che è il cronometro, e con il tempo bisogna confrontarsi, l’importante è farlo in maniera pulita senza imbrogli, tagli, doping o inosservanza delle regole.
Giornata non fredda, anzi l’elevato tasso di umidità fa percepire quasi una sensazione di calore non appena si comincia a correre. Come sempre, mi piace osservare l’effetto cromatico che dona il fondersi delle tinte dei vari completini, mentre gli atleti si riscaldano.
Zona partenza interamente transennata, alle 9:15 la partenza dei fitwalker, la novità di quest’anno, per lanciare questa disciplina che a Palagiano sta prendendo piede sotto la guida di Rocco Fedele, veterano della società organizzatrice. Vanno via i walker tutti in verde vestiti, il viale torna in mano ai runner, mentre si avvicina il primo start.
Due, infatti, le partenze odierne, la prima, alle 9:55, riservata alle categorie femminili, la seconda, cinque minuti più tardi, riservata agli uomini. Pregevole iniziativa quella di differenziare le partenze, le donne godono di maggiore “privacy” nelle concitate fasi d’avvio, si evita il fenomeno dei “gabbiani”, si regala anche maggiore visibilità alle signore in corsa.
Peccato che lo spazio loro riservato all’avvio sia davvero esiguo, gli uomini sono già piazzati dietro le transenne e praticamente sono un tutt’uno con le donne. Per gli anni a venire sarà conveniente collocare le transenne per gli uomini qualche metro più dietro, garantendo maggior possibilità di movimento alle signore. Signore peraltro correttissime e sportivissime, posizionate ottimamente oltre la linea di avvio, anche se le più veloci scattano qualche secondo prima dello sparo del giudice, "falsa partenza” sarebbe stata chiamata in pista.
Vanno via le donne e cominciano i problemi, i più forti e non solo sbucano da ogni punto, si fatica ad indirizzarli dietro la linea, posizione d’avanguardia che chi è già schierato da tempo non vuol cedere. Soluzione a metà, si ruba circa un metro e accontentiamoci: il giudice spara e gli atleti si fiondano come proiettili impazziti. Ben altro clima nelle retrovie, ma anche qui non mancano i “campioni” che devono tagliare la strada, procedendo a zigzag, che devono spingere, quasi dovessero vincere…
Troppi i gesti scorretti da parte di noi atleti, a cominciare dal partire oltre la linea, dalla divisa sociale non indossata per dar spazio a quella dell’amico sponsor, dal pettorale spillato quasi all’altezza dei pantaloncini, dal voler passare – una volta arrivati – nella zona giudici dove ci sono cavi e cavetti, dal voler passare – sempre una volta arrivati – davanti alle telecamere e ai fotografi ufficiali… Il rispetto delle regole, se si pretende, va anche e soprattutto eseguito!
A tal proposito, segnalo alcune lamentele pervenutemi per la presenza in bici di Michele Cuoco, che ha fatto da apripista e speaker volante della manifestazione, ma è, al contempo, anche allenatore di diversi atleti di grido presenti in gara: come sempre accade, in camera segreta, diversi atleti hanno lamentato, ripeto, il vantaggio che la presenza di Michele possa aver dato ai suoi atleti in gara, salvo poi non dichiararlo pubblicamente. Senza entrare nel merito, consiglio al buon e caro Michele, per le prossime volte, dato anche suo compito istituzionale che ricopre, di evitare tale esperienza, mettendosi al riparo da critiche ed eventuali sanzioni: d’altronde, onestamente, in gare di livello nazionale o internazionale tutto ciò non sarebbe possibile!
Il percorso di Palagiano è pianeggiante e veloce, i primi due chilometri si corrono nel centro cittadino per poi portare gli atleti in strade periferiche e ci campagna, per giungere, circa al quarto chilometro, dopo l’unica salitella, alla Chiesa della Madonna della Stella, dove è posto il ristoro a base di bottigliette d’acqua. Qualche lamentela mi è giunta da qualche concorrente che ha ricevuto la propria bottiglietta sporca di terra: consigliabile per le prossime edizione porre le bottigliette sui tavoli, garantendo a tutti la massima igiene.
Comincia ora il tratto più bello e caratteristico, la strada poderale, sporca quest’anno di terra bagnata, ma moto caratteristica, tra gli alberi di clementine, con tanti rami che sporgono, carichi di frutti, quasi ad invitare al assaggiare… Pochi metri e siamo ormai in Paese, la gente locale, oramai sveglia, applaude ed incita, il lungo sprint e l’emozionante arrivo (in senso contrario alla partenza). Il bip del chip, i giudici a rilevare il numero di pettorale e via verso il ristoro con consegna di confezioni monoporzione di ottimi dolci e tante dolcissimi mandarini, oltre alla bottiglietta d’acqua.
Personalmente non ho avuto problemi di traffico sulle strade, trovandomi nelle retrovie: diversa la realtà in testa, come racconta proprio l’apripista Michele Cuoco, che ha bloccato (e questo è un punto a suo vantaggio…) alcune auto sfuggite ai blocchi e mi evidenzia il blocco che, quasi inconsapevolmente, hanno prodotti i walker agli atleti di testa, ritrovandosi contemporaneamente sul finale sul viale d’arrivo, come il buon Miola “fermato” per ben tre volte (forse, per le prossime edizioni, sarà bene accodare i walker ai runner, magari anticipando alle 9.30 la partenza di questi ultimi). Da evidenziare la precisa segnalazione dei cartelli, che hanno evidenziato i passaggi a ciascuno dei 9 chilometri del percorso. Positiva, come sempre, la gestione della manifestazione da parte dello speaker, Paolo Liuzzi, per l’occasione coadiuvato da Salvatore Pulimeno, dirigente della società organizzatrice, che ha gestito la parte più “locale” della cronaca.
Ennesimo trionfo stagionale per Francesco Minerva (Dynamyk Palo del Colle) che si afferma in 28:48; un sospiro di sollievo per i suoi rivali, quando Francesco dichiara di chiudere qui il suo 2014, pronto a ripartire… fra un anno, probabilmente aggiungendo il ritorno sulla distanza di maratona. Quasi appaiato, molto bravo, chiude in seconda posizione, accreditato dello stesso tempo del vincitore, Michele Roberto Ninivaggi, 19enne altamurano tesserato per la Scotellaro Matera; terzo gradino del podio appannaggio di Luigi Zullo (Fiamma Olimpia Palo), demonio e santità, che chiude in 29:11.
Quarto posto, ma oro dal mio cuore, per Gianni Miola (Marathon Club Statte), al rientro in Puglia dopo un tour lavorativo che lo ha riportato in regione di nuovo senza lavoro (chiunque potesse aiutarlo, mi farebbe cosa gradita!): 29:40 il suo crono, due secondi prima del potente Allul Sakine (Podistica Faggiano), quinto.
Forse un po’ stanco, al termine di una stagione che lo ha visto migliorare ogni personale, è sesto Daniele Miccoli (3^ Regione Aerea Bari) in 29:43, seguito da Francesco Milella (Quelli della Pineta Bari), altro validissimo atleta pugliese – ma di stanza per lavoro al nord – che chiude settimo in 29:48. “Quasi” appaiati” chiudono Angelo Pazienza (Bitonto Runners), ottavo, e Michele Uva (Free Runners Molfetta), nono, entrambi in 30:11, entrambi due volti puri del nostro podismo; chiude, decimo, il capacissimo Mino Albanese (Don Milani Mottola), in 30:12.
In campo femminile si afferma Luana Boellis (Atletica Gallipoli), al termine di una splendida cavalcata solitaria, in 34:48; argento in rimonta per Ilenia Colucci (Alteratletica Locorontondo) in 35:29, che nel finale ha la meglio sull’ottima Maria Iusco (Sport Center Bari), terza in 35:47. Brava, bravissima, Silvana Iania (Free Runners Molfetta) è quarta in 36:35, con la piacevolmente ritrovata Emma Delfine (Nadir on the road Putignano), quinta in 36:50; sesta, regina di presenze, è Mara Lavarra (Amatori Putignano) in 37:32. La possente Caterina Pugliese (Alberobello Running) è settima in 37:40, sulla decisa Nicoletta Ramunno (Montedoro Noci), ottava in 38:03; sempre più brillante, Grieta Dzergaca (Bitonto Runners) è nona in 38:51 sull’efficiente Maria Dibenedetto (Barletta Sportiva), decima in 38:52.
1277 i finisher, con gli arrivi chiusi da un festeggiatissimo Gennarino Chimenti (Montedoro Noci), accolto da un grande applauso, in 1:13:42; al femminile, passeggiata per Marisa Ciquera, la presidentissima della Correre è salute Mottola, che chiude in 1:17:00.
Lasciatemi oggi citare Giovanni Matichecchia, ottimo SM40 della Podistica Carosino, bravissimo ragazzo tutta corsa e Juventus, al traguardo in 33:20, e Agnese Didonna, SF40 dell’Amatori Putignano, un grande passato e… tanta voglia di correre e spirito sportivo, al traguardo in 55:06.
Non dura molto l’attesa per le premiazioni che cominciano alla presenza di Angelo Giliberto, presidente della Fidal Puglia, e di Giacomo Leone, consigliere nazionale Fidal e vicepresidente della World Master Athletics e tanti successi prestigiosi nella sua brillante carriera di maratoneta. Sul palco salgono per primi i due vincitori assoluti, Francesco Minerva e Luana Boellis, per loro trofeo, cassetta di clementini “arricchito” e cappellino. Da segnalare che Paolo Liuzzi riesce nell’impresa, mai riuscita a nessun’altro, di far parlare la Boellis, ritrosa, di solito, nel rilasciare dichiarazioni. A seguire, salgono sul podio i meritevoli di ciascuna categoria, tutti premiati con la cassetta di clementini, cinque per ciascuna fascia d’età.
Conclude la cerimonia la premiazione delle prime cinque società per numero di arrivati: vince la Montedoro Noci su, nell’ordine Gioia Running (fantastica la loro esultanza!), Marathon Massafra, Taranto Sportiva e Happy Runners Altamura.
La classica foto di gruppo della società organizzatrice e i saluti di Paolo Liuzzi… mandano tutti a casa.
E mentre i soci dell’Athletic Team riportano il paese alla tranquilla esistenza di ogni giorno guidati dal prode Orlando, per noi è davvero ora di rincasare: anche quest’anno il Trofeo delle Clementine ha confermato la pregevole organizzazione che la caratterizza da diversi anni…
Domenica prossima, ultima tappa del Campionato Corripuglia con la 5^ edizione della Mezza maratona di Monopoli: gli ultimi dubbi di classifica si decidono sul mare!