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“Cosa importa se è finita e cosa importa se ho la gola bruciata, o no? Ciò che conta è che sia stata come una splendida giornata. Una splendida giornata…”
Cantava così diversi anni fa Vasco Rossi ed è la sensazione che a fine gara hanno provato gli atleti partecipanti alla 55^ edizione del Giro Podistico di Bisceglie. Bellissima la location, sul lungomare di Bisceglie, bellissima la giornata, ma tanta fatica su di un tracciato tecnico lungo 10800 metri, diviso in due giri identici, e tanto sudore a causa del fortissimo tasso di umidità presente.
Il concludere una gara, soprattutto se dura e calda, regala, infatti, endorfine e soddisfazione: superati gli immediati e naturali fastidi, ci sente gasati e a posto con il corpo e con la mente.
Il 55° Giro Podistico di Bisceglie era valido come nona prova del Campionato Corripuglia, con partenza ed arrivo fissati proprio all’altezza dell’Anfiteatro sul mare, una dei punti più belli e caratteristici che permette di vedere in lontananza la splendida cattedrale di Trani e garantisce comodi parcheggi a tutti i convenuti. Organizzazione affidata alla Pedone Riccardi Bisceglie, presieduta dal professor Gianni Graziani.
Veloce la consegna delle buste contenenti pettorali e chip, 6 euro il costo dell’iscrizione, niente pacco gara, solo una bustina ristoro, consegnata anticipatamente. Nazionale o non nazionale la manifestazione, francamente sei euro sembrano troppi senza pacco gara, la tassa d’iscrizione è un discorso da affrontare ed uniformare per le prossime edizioni del Corripuglia.
Lo scenario estivo induce poco a correre, sembra quasi di essere in vacanza, ma il tempo scorre e occorre cambiarsi e svolgere tutti i soliti “riti” pre-partenza. A disposizione dei partecipanti tre bagni chimici e tanta carta igienica: peccato che uno dei tre bagni non sia montato, creando danni agli organizzatori (economici) e pratici (agli atleti). Per fortuna che il verde e il mare non mancano e si fa ricorso a spazi liberi e nascosti, senza scandalizzare nessuno.
Zona partenza ben delimitata, il programma prevede la presentazione all’americana dei venti atleti presenti più rappresentativi, presentazione affidata alla sapienti capacità dello speaker Michele Cuoco.
Come in un film già visto, i soliti, precisi, meticolosi e rispettosi atleti sono schierati con buon anticipo sulla linea di partenza, viceversa i più forti e i più discoli si attardano fino agli ultimi istanti per entrare nella zona di competenza. Tanti atleti durante il riscaldamento ricorrono già a prendere bottiglie dai ristori, il gran caldo si fa sentire, oggi di acqua ne occorrerà tantissima.
Nonostante i ripetuti inviti dei giudici e dello speaker di schierarsi tutti sul punto di avvio, dando la possibilità di avviare la suddetta presentazione, numerosi sono gli atleti che si recano sul punti di avvio all’ultimo istante. Salta così la presentazione all’americana, gli atleti sono già oltre la linea, si ruba qualche metro, mandare indietro il plotone è praticamente impossibile. Scene che accadono ogni domenica, anzi oggi i più forti sono tutti alla pari nelle prime fila e, dopo il colpo di pistola del Giudice, si parte.
In un perfido presentimento di infortunarmi, decido di non correre e di coadiuvare mia moglie nel fotografare: ironia della sorte, il piegarmi ripetutamente nello scatto, mi porterà incredibilmente ad infortunarmi e a zoppicare…
Al contrario, la gara, su un di un percorso che prevede diversi cambi di pendenza e di direzione, e per giunta da ripetere due volte, sotto il sole e respirando umidità, è di gran qualità: i primi chilometri vedono affiancati in testa il favoritissimo della vigilia, l’italo-marocchino Jamel Chatmi, e il buon Luigino Zullo in testa. Troppo forte il passo di Jamel e Luigi cede, mantenendo comunque una prestigiosa seconda piazza. Più intricata e difficile la lotta per le altre posizioni di vertice. La gara rosa vede passare in testa, a metà percorso, Maria Carmela Landriscina con un deciso vantaggio su Silvana Iania.
Il ristoro è fissato appena dopo la conclusione del primo giro, circa ai 5500 metri: a detta dei partecipanti, soprattutto i più lenti e i più grandicelli, non sarebbe dispiaciuto un secondo ristoro, dato il gran caldo. Con l’occasione consiglio però a tutti, soprattutto a chi non ha problemi di prestazione, di non gettare subito la bottiglia, ma di cercare di portarla con sé: personalmente, ho adottato spesso questo stratagemma, trovando gran sollievo nelle giornate più calde.
Non ci sono quest’anno problemi di sede stradale rotta, qualcuno nelle posizioni più in fondo mi racconterà di qualche auto sul percorso e di un punto non presidiato che permetterà a qualche abile stratega di tagliare perfettamente, registrando tempi (per il loro passo) da campione…
La stragrande maggioranza degli atleti segue onestamente le indicazioni e corre per tutto il tracciato: il doppio giro costringe a dividere la sede stradale in due parti, con i primi che arrivano a tagliare il traguardo e gli ultimi che devono bissare il giro.
Jamel Chatbi (Riccardi Milano) taglia solitario il traguardo in 33:28 e si afferma tra gli applausi della gente. Davvero molto forte questo atleta del 1984, terzo all’ultima Maratona di Roma, all’esordio sulla distanza, in 2:14:04; oltre che per i suoi grandi mezzi atletici, è qui a ricordare il presidente della Riccardi Milano, Renato Tammaro, recentemente scomparso, fedele amico di Gianni Graziani, odierno organizzatore.
Non molla, ci crede e fa bene, Luigino Zullo (Bio Ambra New Age) che va a chiudere in seconda posizione in 34:49, fiero dell’argento e di aver corso i primi km in compagnia di Chatbi. Gran bella prestazione per l’emergente Rosario Livatino (Bitonto Runners) che chiude terzo in 35:42, precedendo un “mostro sacro” come Rino Bonvino (Biancoverde Giovinazzo), quarto in 35:57. Il sudanese Allul Sakine, punta di diamante della Taras Taranto, è quinto in 36:18, con l’aitante Giuseppe Dedonato (Atletica Sprint Barletta) a chiudere, sesto, in 36:44. Rullo di tamburi per il primo atleta della società organizzatrice: Sabino Gadaleta (Pedone Riccardi Bisceglie) completa il percorso in 36:57, in settima posizione; segue il “regolare” Vincenzo Trentadue, ottavo in 37:00, sul bravissimo Tommaso Parisi (Barletta Sportiva), nono in 37:13, e sul capace Angelo Grasso (Atl. Dugenta), decimo in 37:14.
Stagione da protagonista per Maria Carmela Landriscina (Trani Marathon), che si afferma tra le donne in 43:37; seconda piazza per la bravissima Silvana Iania (Free Runnes Molfetta) in 44:29, seguita dall’instancabile Maria Iusco (Atl. Carovigno), terza in 45:02. Quarto posto per la validissima Daniela Tropiano (Atletica Monopoli) in 45:50, sulla forte Giuseppina Fornarelli (Athletic Academy Triggiano), quinta in 46:37, e sulla determinata Maria Dibenedetto (Barletta Sportiva), sesta in 46:42. Costante come ogni volta, Nicoletta Ramunno (Montedoro Noci) è settima in 46:46; segue il duo dell’Athletic Team Palagiano, forza ed eleganza, Marina Rotolo, ottava in 47:34, e Graziana Ascoli, nona in 48:14. L’esperta Benedetta Caterina (Atletica Amatori Corato) chiude la top ten femminile in 48:52.
1226 gli arrivati di fronte a 1335 iscritti; tanti i “portoghesi”, gli atleti senza pettorale, a partecipare alla gara, altro cattivo andazzo in diffusione continua.
E a proposito di cattivi andazzi, tengo a evidenziare la poca educazione dei podisti dopo aver tagliato il traguardo: gli addetti consegnavano una bottiglietta d’acqua a tesata, in caso di necessità anche due, ma tanti hanno voluto con forza un fardello intero da sei bottigliette aggredendo a parole le addette, arrivando persino a graffiare e a bestemmiare l’unico uomo preposto al servizio. Se poi l’acqua non basta, se finisce, la colpa non è sempre dell’organizzazione.
A tal proposito, per le prossime edizioni, per un miglioramento delle fasi conclusive della gara, consiglio l’organizzatore di invertire la direzione di partenza e arrivo, in maniera tale che una volta arrivati gli atleti siano già prossimi alla zona parcheggio.
Il buon lavoro dei giudici e degli addetti Fidal consente di avere le classifiche rapidamente: nello splendido anfiteatro, con gli spettatori sugli spalti, si svolge la cerimonia di premiazione ben condotta dal preciso Michele Cuoco.
Si parte dalla prima donna arrivata, Maria Carmela Landriscina della Trani Marathon, che vince il 5° trofeo “Dina Contò”, consegnato dal visibilmente commosso marito; Jamel Chatbi,vincitore assoluto,conquista il trofeo del Centenario; il trofeo “Renato Tammaro” va a Luigi Zullo; premio anche per Silvana Iania, prima della categorie assolute; per Rino Bonvino e Maria Iusco, rispettivamente primo e prima atleta sm e sf (35 anni in poi); targa alla memoria di Peppino Maenza per Sabino Gadaleta,primo atleta fra i tesserati delle società biscegliesi.
A seguire, i meritevoli delle varie categorie, premiati con targa o medaglie e duo di bottiglie di vino; chiude il trofeo per le prime tre società, per numero complessivo di arrivati: vince la Barletta Sportiva su Tommaso Assi Trani e Maratoneti Andriesi.
I saluti finali del presidente Graziani e di Michele Cuoco, chiudono definitivamente la manifestazione, rimandando alla prossima tappa di Corripuglia, fissata per il 2 Giugno, a Cerignola.