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Gara nazionale in tutto, cresciuta davvero in maniera esponenziale. Il Trofeo delle Due Torri, pur vissuto da me indiretta non avendo potuto correre per i contingenti problemi al ginocchio, mi è sembrato davvero organizzato in maniera quasi perfetta, quasi perché la perfezione non è di questo mondo.

Nulla mi è sembrato lasciato al caso e anche i commenti del post gara, sia a caldo che sui social network, sembrano confermare le mie impressioni.

Solito ritrovo a Torre Santa Sabina, veloce e lineare la consegna di pettorali, chip e pacchi gara; iscrizione al costo di 10 euro (13 negli ultimi giorni), con consegna di pregevole maglia tecnica. Immediato il servizio bus per portare gli atleti a Torre Guaceto, punto di partenza.

Bus arrivati a destinazione tutti con grande anticipo rispetto all’orario di partenza, autobotte con acqua fresca a rinfrescare gli atleti prima della partenza in una giornata calda, molto umida e afosa.

I panorami naturalistici di Torre Guaceto valgono già il prezzo del biglietto, il mare limpido è fantastico, qualcuno non riesce a non tuffarsi nelle trasparenti acque, prontamente rimproverato dagli addetti.

Sono a Torre Guaceto anch’io, non potevo rinunciare a queste emozioni, a star qui con gli amici atleti, ci sentiamo tutti un po’ naufraghi, un po’ protagonisti dell’Isola dei Famosi in questo paradiso naturale.

C’è però una sostanziale differenza, qui è tutto vero, e ancor più vera sarà la corsa su quel fantastico percorso, su vari superfici, che porterà a Torre Santa Sabina, dopo 12200 metri.

Con il passare dei minuti tutti i partecipanti sono qui, il limite massimo di partecipanti era fissato a 500, si sono fermati a 481 gli iscritti se la memoria non mi inganna.

Son giunti anche i giudici ed è tutto sempre più pronto per lo start, novità di quest’anno il tappeto chip alla partenza, resta fregato chi vuol tagliare, spesso non viene usato in città, qui sono riusciti ad azionarlo in un’oasi protetta, volere è potere, anche da parte delle organizzazioni.

Grandi nomi alla partenza, Ottavio Andriani, Maurizio Leone, Deborah Toniolo, per citare gli atleti “nazionali”; ma gente come Francesco Caliandro, Luana Boellis, Francesca Labianca, Gianpiero Bianco, Aldo Carbone, Angelo Pazienza è di primo livello.

Mi colpisce il gesto di Maurizio Leone che tiene in prima fila Gianpiero Bianco, quando i giudici cercano di mandarlo indietro: ha buon occhio Maurizio, ha già capito tutto…

Ultimi atti, il giudice capo, il prof. Gino Guadalupi, si preoccupa che tutto sia perfetto, tiene tutti gli atleti dietro la linea di partenza prima di sparare il colpo del via, e… bum!, si parte!

L’incedere veloce degli atleti alza il tradizionale polverone: tra gli arbusti a far le foto, mi ritrovo la pelle quasi color terra, prima di salire sulla macchina dei giudici che mi riporterà alla partenza.

Il cambio a mia moglie che ha ritratto le gare giovanili, lei si avvia sul percorso, sul traguardo resto io a storicizzare gli arrivi. Fantastico il colpo d’occhio del viale d’arrivo, interamente transennato, la gente tutta ordinatamente dietro, il tappeto rosso, il doppio arco d’arrivo, il doppio speaker: Michele Cuoco, tecnico e blasfemo, Don Pino Nigro, semplice e santo, in un mix che suscita interesse, simpatia ed emozioni.

Tante le voci da radio-corsa: Caliandro si è fermato per crampi ma ha poi ripreso, Gianpiero Bianco è in testa, qualcuno avrebbe sbagliato percorso, la grande prova di Deborah Toniolo che potrebbe addirittura imporsi nella classifica generale, il caldo e la sofferenza di tutti i partecipanti.

Il percorso, con inizio sulla terra polverosa di Torre Guaceto, poi la strada pietrosa della complanare, finalmente l’asfalto, poi la terra sabbiosa, di nuovo l’asfalto, poi la sabbia, l’asfalto, la terra e di nuovo, fino alla fine, l’asfalto, non permette mai di annoiarsi, è duro e tecnico, blindato al traffico, con doppio ristoro con bottigliette d’acqua, che mi riportano essere anche “bella fresca”.

E, in una sensazione mista di gioia ed incredulità, è Giampiero Bianco (Dof Amatori Turi) a tagliare per primo il traguardo nell’edizione del decennale in 42.59, tra il tripudio generale, in particolare della sua Silvia. Longevo come non mai, è secondo Angelo Pazienza (Bitonto Runners) in 43:21, a precedere l’arrivo in coppia di Maurizio Leone (Cosenza k42) e Deborah Toniolo (G.S: Forestale): da buon cavaliere, un passo indietro e terzo posto assoluto, prima donna, per la biondissima Deborah in 43:40, un secondo prima di Maurizio, che va a precedere così il compagno di squadra, Aldo Carbone, quinto in 43:52. Grande prestazione per Antonio Redi (Team Francavilla), sesto in 44:39, sul dolorante Francesco Caliandro (Atletica Carovigno), settimo in 45:09. Ancora K42 Cosenza, con l’ottavo posto di Alberto Caratozzolo in 45:30 a precedere un brillante Marco Calò (Running People Noicattaro), nono in 45:47. Meno attivo del solito, Cristian Bergamo (Atl. Carovigno) è decimo in 46:19, con Vito Scarcella (Amatori Brindisi), undicesimo in 46:25, a chiudere la lista dei primi dieci uomini.

Detto di Deborah Toniolo, atleta nazionale, in preparazione per la Maratona di Berlino, che ha quasi sfiorato il successo assoluto, ottenendo comunque il primato della manifestazione (apparteneva alla barese Teresa Montrone con 45:17), seconda e terza sono due ottime atlete della società organizzatrice e del “team Cuoco”: la bitontina Francesca Labianca, seconda in 49:47, e la gallipolina Luana Boellis, cinque titoli italiani master di categoria quest’anno in pista outdoor e indoor, terza in 51:39. Ottima anche la prestazione di Maria Carmela Landriscina (Trani Marathon), alla prima esperienza da queste parti, quarta in 52:36, a precedere l’eccellente barese Annelisa Rizzello (Quelli della Pineta Bari), quinta in 56:21, seguita dalla mai doma Alessandra de Luca (Atletica Latiano), sesta in 57:02. L’agilissima Emoke Csilla Pummer (Free Runners Molfetta) è settima in 57:34, seguita dall’altra Landriscina, la sorella Teresa (Trani Marathon), ottava in 59:38, dalla capace Maria Madaghiele (Atletica Latiano), nona in 1:00:16, dalla reattiva Marcella Delfine (Amatori Putignano), decima in 1:01:13, e dalla rediviva Eugenia Palma (Amici Strada del Tesoro), undicesima in 1:01:19.

419 saranno i finisher, gli sprint sul tappeto rosso, con la citazione di Michele Cuoco e il “cinque” di Don Pino concluderanno una gara dura, dal percorso difficile, dal caldo impossibile, ma che regalerà tanto piacere e soddisfazione a posteriori, con il pensiero di tornare anche l’anno prossimo.

Rosa rossa per le signore, per tutti un mega ristoro finale con anguria, pesca, acqua, dolcetti, focaccia, the e… tanta gentilezza degli addetti.

Neanche il tempo per lo speaker Cuoco di intervistare i vincitori, a partire dalla “grande” Toniolo, accompagnata dalla splendida figlioletta e dal marito campione Giovanni Ruggiero (che con Maurizio Leone ed Andriani mi hanno riportato indietro negli anni…) e strapparle il desiderio di scendere sotto le 2h30’ a Berlino, per passare ad un soddisfattissimo ma quasi incredulo Bianco, per concludere con il presidente della società organizzatrice, Francesco Valente, ricavando la promessa di regalare anche la medaglia di finisher per le prossime edizioni, che è tutto pronto per la cerimonia di premiazione.

Alla presenza del neo sindaco di Carovigno, Carmine Pasquale Brandi, e del delegato provinciale del Coni, Nicola Cainazzo, si parte dai due podi: per i due vincitori splendido trofeo, cesto e premio in danaro per il taglio del traguardo volante all’ottavo chilometro e ulteriore premio per il record del percorso per la Toniolo; coppa e cesto per l’argento e il bronzo.

Si passa ora alle categorie giovanili: per i piccoli atleti l’onore di essere premiati da campioni come Andriani e Ruggiero, per loro coppe e medaglie a suggellare una giornata da ricordare per tutta la vita.

Il memorial “Angelo Valente”, con la rituale, toccante consegna, se lo aggiudica Giuseppe Legrottaglie, tesserato per gli Amatori Cisternino, ma nativo di Carovigno.

E’ il turno dei meritevoli di tutte le categorie, i primi tre per ciascuna, premiati con t-shirt in cotone di marca (il primo) e duo di bottiglie di vini (i restanti due), con qualche mugugno dei premiati, che si aspettavano, forse, come da tradizione di questa manifestazione, qualcosa in più…

Ultimo atto ufficiale, la premiazione delle prime tre società per numero complessivo di arrivati,: sportivamente autoesclusasi la società organizzatrice, vince l’Atletica Città Bianca Ostuni su Running People di Noicattaro e Runners San Michele Salentino.

Il tempo per l’estrazione di premi finali, allungatasi per la scarsa presenza degli atleti subito andati via nonostante i velocissimi tempi impiegati, e i saluti finali di Michele e Don Pino chiudono definitivamente laa decima edizione e rimandano al 2016.  

Per me la soddisfazione di poter scrivere un pezzo di elogi, contento davvero di esserci stato, complimentandomi con tutti i soci dell’Atletica Ecolservizi Carovigno.