Seconda edizione del Giro del Faro, la prima con gara Fidal competitiva, domenica scorsa a Bari: organizzata dalla sezione di atletica leggera del Cus Bari, costituisce la 5^ tappa del Trofeo Provinciale Terra di Bari.
Manifestazione che, al di là delle migliori intenzioni degli organizzatori, ha evidenziato numerose problematiche, lasciando scontenti numerosi partecipanti competitivi.
Raduno fissato alle 17,30 all’interno della struttura del Centro, non appena superato il cancello carraio: sotto due gazebo avviene la consegna dei pettorali, chip e zainetto che costituisce l’odierno pacco-gara.
Cinque euro il costo dell’iscrizione, notevole passo avanti rispetto ai dieci dell’anno prima; a disposizione degli atleti il servizio di deposito borse, bagni puliti e, nel dopo gara, la possibilità di poter fare la doccia.
Dopo la “tempesta” del giorno prima non par vero godere di un pomeriggio soleggiato, ma non caldo, piuttosto ventoso però, vento che gli atleti incontreranno in senso contrario sul percorso.
Già, il percorso: del Giro del Faro è rimasto solo il nome, il Faro appare un po’ distante, coperto, quasi malinconico, diversi atleti forestieri mi chiederanno dove sia. Già, perché, a detta degli organizzatori, mancati permessi negli ultimi giorni da parte del Comune di Bari, hanno imposto una dolorosa variazione al tracciato, che ha costretto gli atleti a dover percorrere per tre volte lo stesso, anonimo giro, quasi interamente all’interno della Fiera del Levante e dello spazio circostante il “vecchio” Stadio della Vittoria, chiaramente desolatamente vuoti, senza neanche uno spettatore, quasi nascondendosi dal resto della città.
Gli atleti lamenteranno anche la mancanza dei cartelli chilometrici e di alcuna freccia direzionale, altri aggiungeranno di aver trovato il percorso sporco (con cocci di bottiglie), dalla sede stradale spesso rotta e pericolosa, oltre alla presenza di curve e curvette, numerosi restringimenti dovuti alle entrate ed uscite dai suddetti luoghi che rallentavano il ritmo. Inoltre, i doppiaggi dei cosiddetti liberi, ostruivano ulteriormente il cammino dei più allenati.
Ripenso all’anno scorso quando la manifestazione si svolse il penultimo sabato di giugno e il mio consiglio, su queste pagine, di anticiparla di un mese, per evitare problemi di traffico e di permessi in una zona che vive soprattutto d’estate: spostarla un mese dopo, a luglio, ha viceversa aggravato i problemi…
Torniamo al racconto: la partenza è fissata alle 19.00 sulla pista del Cus, dove è posto il tappeto di rilevazione automatica gestito da Tempogara. Il richiamo dell’ottimo speaker Paolo Liuzzi, e la consueta cura dei Giudici nel convocare i partenti, permettono che gli atleti siano disposti perfettamente dietro la linea addirittura con qualche minuto di anticipo. 629 gli iscritti totali fino al sabato, 195 i liberi, se ne aggiungerà qualcuno last minute…
Avanti, nelle prime fila, - “distinti” con un segno a penna sui pettorali – i primi cinquanta uomini e le prime dieci donne classificatisi nella precedente tappa del Trofeo (oltre alla possibilità, per gli organizzatori di concedere wild card ad atleti particolarmente agonisti), come da regolamento del Circuito; mischiati invece gli altri competitivi e i liberi, con quest’ultimi che sarebbero dovuti andare in fondo.
Si procede al sentito munito di raccoglimento in ricordo delle vittime del disastro ferroviario tra Andria-Corato e della follia omicida di Nizza: un lungo applauso ne decreta il termine. Manca però il terzo sparo quello della partenza, mancando l’ok dal percorso dei Vigili Urbani, con il traffico aperto – nelle poche strade toccate – fino all’ultimo.
Quasi dieci minuti di attesa e finalmente il permesso di dare il via, lo sparo del Giudice e gli atleti si lanciano sui trecento metri di pista, poi percorrono la parte di Cus che porta all’uscita sul lungomare Starita, svoltano a sinistra e imboccano Via Adriatico, al temine della quale sono subito indirizzati, con svolta a sinistra, nella Fiera del Levante su Viale Lepanto. Tour della Fiera, uscita dall’ingresso Edilizia, via Verdi, Via di Maratona, Via Madonna della Rena ed ingresso nel recinto dello Stadio della Vittoria, giro intorno, uscita dallo stadio e ritorno nella Fiera sempre dall’ingresso Edilizia, altri viali interni, uscita dall’ingresso Orientale, piazzale Triggiani e lungomare Starita, tangendo il Cus e ripetendo il giro per altre due volte. Al termine del terzo, imboccando il Lungomare, svolta a destra per rientrare nel Cus, giungere in pista e concludere sulla stessa, in senso inverso rispetto alla partenza.
Da segnalare che il controllo intermedio chip era posto appena usciti dall’ingresso Orientale della Fiera; nella stessa zona era posto anche il ristoro con bicchierini d’acqua riempiti da una autobotte, con la stessa botte che copriva la vista del tappeto, tanto che più di un atleta, a cominciare dal vincitore, è dovuto tornare indietro, per ottenere il bip del passaggio…
Il vincitore… Con Ali Drame senza pettorale, Rodolfo Guastamacchia in “vacanza podistica” ad accompagnare la sua dolce metà nella non competitiva, rimaneva il solo Luigi Rosito, atleta di gran valore, protagonista di un’ottima stagione in pista, a guadagnarsi il ruolo di favorito.
E così in effetti è stato, il portacolori dell’Aden Exprivia Molfetta, allenato da Tonino Ferrara, non ha avuto problemi (se non quelli con il suddetto tappeto chip e con i sorpassi ai liberi) e si è imposto in 34:50 sui circa 10,300 km del tracciato, quasi rallentando nel finale.
Ottima prova di Mimmo Tedone (Dynamyk Fitness Palo del Colle), che gestisce ottimamente le forze sui tre giri e va a chiudere in 35:02, con il validissimo “patriota” Gianpiero Bianco (Dof Amatori Turi), a completare il podio, terzo in 35:27.
Eccellente il giovanissimo Giovanni Susca (Alberobello Running), quarto in 37:05, un secondo prima del prestante siciliano Fabrizio Vallone (Gruppo Sportivo Partinico), quinto. Sempre generoso, Marco Calò (Montedoro Noci), è sesto in 37:12, seguito dal capace Giuseppe Cafagna (Athletic Team Barletta), settimo in 37:20, e dal “sempre giovane” Marco Triggiani (Bio Ambra New Age), ottavo in 37:34. “Mister” Antonio Zaccheo (Fiamma Olimpia Palo) e il grintoso Nicola Bellomo (Dynamyk Fitness), rispettivamente nono in 37:27 e decimo in 37:31, chiudono la lista dei primi uomini in graduatoria.
Al femminile, con sincero piacere, ritroviamo sul primo gradino del podio il sorriso gentile di Francesca Labianca, bitontina tesserata per l’Atletica Ecolservizi Carovifgno, che si impone in 40:54, precedendo la stakanovista Daniela Tropiano (Atletica Monopoli), seconda in 42:30, e la combattiva Valeria Cirielli (Atl. Amatori Acquaviva), terza in 43:58.
Problemi fisici per Rosa Luchena (Podistica Ferrandina), altra favorita della vigilia, che termina quarta in sofferenza in 44:41; “doveva essere un allenamento” ed invece è quinta Efisia Solito (Gruppo Marathon Martina Franca) in 44:52, che precede di 5 secondi Nicoletta Ramunno (Montedoro Noci), che confesserà di non stare al meglio, ma comunque sesta in 44:57.
Sempre brava, Maria Dibenedetto (Barletta Sportiva) è settima in 45:34, con la decisa Maria Rosa Valerio (Quelli della Pineta Bari), ottava in 46:07, a precedere la “runcanrd” Sabrina De Donno , nona in 46:22, e la positiva Angela Sabatelli (Alberobello Running), decima in 46:25.
396 sono i competitivi in graduatoria, con arrivi chiusi da Marcello Sinni (Cral Acquedotto Bari) in 1:08:03, e dalla rientrante Guida Chiara (Dynamyk Fitnessa Palo), in 1:11:16, cui sono da aggiungere 172 liberi… in elenco.
Spiacevole sorpresa per gli atleti al ristoro finale: oltre a gustosi biscotti e tanta frutta (non lavata), l’acqua è distribuita in bicchierini riempiti da una cisterna con tubo e pistola da giardinaggio: i pochi che hanno provato a berla mi parlano di acqua di dubbio colore e sapore, con ricorso al bar della struttura a comprare bottigliette e tante, tante, inevitabili e giustificate proteste, proseguite l’indomani sui social network.
Scrivo solo che per fortuna la giornata era sufficientemente fresca, immaginate cosa sarebbe successo con i 36 gradi di una settimana prima; francamente è inconcepibile di questi tempi non prevedere la consegna di una bottiglietta d’acqua all’arrivo di ciascun atleta…
Tra polemiche varie, qualche atleta che assicura che alle manifestazioni di Bari non verrà più, finalmente si parte con la cerimonia di premiazione, cerimonia che si svolge di fronte all’ingresso centrale della struttura, quasi sotto la statua dedicata all’indimenticabile, storico presidente, Ignazio Loiacono.
Non c’è palco, ma solo un semplice podio, siamo quasi al buio, speaker Paolo riesce a leggere meglio grazie alla luce del cellulare di Peppino Attolico…
Si comincia dal podio maschile, si prosegue con quello femminile: trofeo e canotta celebrativa (offerta da una sponsor dell’intero Circuito) e articoli tecnici per tutti; si prosegue con i primi tre di ciascuna categoria di età, tutti premiati con confezione di tris di bottiglie di birra gran riserva, con l’aggiunta di tappetino per esercizi per il primo/a e di un paio di calzini tecnici per il secondo/a.
L’estrazione per un pettorale e relativo pacchetto viaggio per una gara “lontana”, offerta – come in ogni tappa del circuito - dall’agenzia barese di Vito Viterbo, premia questa volta Fiilomeno Moretti (Bitonto Runners), che potrà scegliere tra Maratona di Roma e RomaOstia. Il sorteggio per tre cene, relativo agli atleti liberi, chiude il momento della “fortuna”.
Tornando al merito, è il momento del riconoscimento per le prime tre società con il maggior numero di atleti giunti al traguardo: vince la Amici Strada del Tesoro Bari su Manzari Casamassima, seconda, e Bitonto Runners, terza.
Il saluto del sempre brillante Paolo Liuzzi chiude definitivamente la manifestazione.
Peccato che, all’uscita dalla struttura Cus, alcuni atleti troveranno la propria auto “visitata” da ladruncoli: è un andazzo sempre più diffuso a Bari, si è manifestato in tutte le manifestazioni podistiche che si sono svolte quest’anno, le autorità cittadine dovrebbero garantire più sicurezza agli atleti ospiti, se davvero vogliono che le manifestazioni podistiche siano popolate anche da forestieri…
In conclusione: gara da rimandare senz’altro… all’anno prossimo, convinti che si farà tesoro delle pecche di quest’anno curando meglio tracciato, ristori e cerimonia finale, “sfruttando” al meglio le tante risorse di cui una città come Bari e una società come il Cus dispongono.