Un’edizione ancor più natalizia delle altre, l’ottava, per il Trofeo Città di Fasano, che si è svolta ieri, nel giorno di Santo Stefano: lo spostamento nella centralissima Piazza Ciaia, sotto il Palazzo Comunale, la Casa di Babbo Natale, l’Albero con relativo presepe e le luminarie, ha accresciuto il clima festoso.
Le frecce direzionali poste dagli addetti della società organizzatrice, la Polisport Ciclo Club, ma immediatamente sabotate da qualche “buontempone”, creano un po’ di confusione nel ricercare la zona di ritrovo, ma indicazioni degli abitanti e dei navigatori conducono nel punto esatto, nei cui pressi si può trovare parcheggio senza troppi problemi.
Il Trofeo è valevole come 12^ e ultima prova del Trofeo interprovinciale “Due Mari”, come 14^ prova del circuito provinciale “Sulle Vie del Brento", come prova unica dal Campionato provinciale di Corsa in Montagna e, infine, come 3^ prova della SuperCombinata open 2016.
Immediata la consegna di pettorali, chip e ricchi pacchi gara alimentari (iscrizione fissata al prezzo di 5 euro) per i 438 iscritti della vigilia; iscrizione non consentita ai liberi, ma che vede l’aggiungersi di iscritti Fidal last-minute contrariamente a quanto previsto dal regolamento…
A disposizione degli atleti la struttura fissa di bagni presso la vicinissima villa o quelli chimici, collocati intelligentemente in una piazzetta “nascosta”, alle spalle del vicinissimo punto di avvio.
Giornata incredibilmente dal clima quasi primaverile, non fa freddo, si sta davvero bene, più tardi anzi la presenza del sole porterà a togliersi cappelli e giacconi pesanti.
A presentare la manifestazione, come da tradizione, la brava Milena Sibilio, più presentatrice che speaker tecnico, ma umile e spontanea nel chiedere aiuto nei momenti più caldi e atletici della manifestazione; aiuto fornitole in primis dall’onnipresente presidentissimo Oronzo Bagorda, chiaramente però impegnatissimo nel guidare i suoi ottimi soci affinché l’intera manifestazione si svolga nel migliore dei modi.
Clima di festa e atleti, familiari, accompagnatori si scambiano con piacere auguri e abbracci, manca un po’ il tradizionale spirito agonistico che contrassegna le “gare”, oggi domina molto la voglia di stare insieme e di smaltire una parte di calorie accumulare nell’ultramaratona natalizia a tavola.
Avvicinandosi l’orario del via, previsto per le 9.30, gli atleti abbandonano la piazza per recarsi presso le proprie automobili e provvedere ad indossare divise e addobbi natalizi: tanti i cappellini rossi, coroncine e chi più ne ha… ne metta.
Solite operazioni di riscaldamento, ancora auguri, scatti, foto e - radunati dai valenti Giudici del Gruppo di Brindisi - tutti gli atleti sono finalmente ordinatamente dietro la linea di partenza.
Sole contrario ai fotografi, si cerca il modo di evitarlo e garantire ricordi ai “protagonisti della giornata”; il colpo di pistola porta gli atleti a percorrere il lungo Corso Vittorio Emanuele e cominciare a salire.
Si sale in paese, fino a raggiungere la periferia, poi il tratto piano campestre e poi via a scalare la Selva, con la lunga arrampicata trail su pietre, gradini, gradoni, umidi e scivolosi con muschio bagnato, dove è quasi impossibile superare chi precede e in diversi tratti è impossibile correre.
La tradizionale scaletta segna la fine del tratto “in natura”, il ristoro con bottigliette d’acqua permette di bagnarsi le labbra, togliere un po’ di terra e prepararsi a scendere sui velocissimi e scivolosi tornanti asfaltati per tornare a Fasano: non mancheranno neanche oggi le cadute, per fortuna senza problemi rilevanti e tutti i partecipanti taglieranno festanti il traguardo. I panorami che appaiono sono però da cartolina, quasi quasi mi dispiace per chi corre seriamente e non può goderseli!
Il passaggio esterno dal famosissimo “Zoo Safari", gli atleti respirano i “profumi della giungla” e riprendono fiato su un tratto più piatto ma con diversi con diversi falsipiani, prima di riprendere a scendere, certo in maniera meno ripida rispetto alle discese dall’alto.
Finalmente Fasano, si riattraversa il paese ed ecco ancora Corso Vittorio Emanuele, in fondo il traguardo e… applausi per tutti.
Appena arrivati, dopo il bip del rilevatore chip e la spunta dai Giudici, ecco il ristoro finale, ancora frutta, dolci e vin brulé, ma dopo questa faticaccia di circa 9200 metri, occorre riprendere le forze.
Tante le difficoltà e le paure lungo il percorso, altamente tecnico perché occorre tecnica per salire in natura e occorre tecnica per saper scendere velocemente: in questo caso non bisogna dare troppa importanza al crono, al tempo impiegato, proprio per l’unicità del percorso, ma – tagliato il traguardo – la sensazione di benessere che invade i finisher è qualcosa di unico, hai già voglia di correrla nuovamente, come è grande il rimpianto di chi l’ha corsa in passato e non l’ha potuta correre oggi…
“Veni, vidi, vici”, la famosa affermazione di Cesare può essere oggi attribuita a Luigi Zullo (Bio Ambra New Age Turi), che, alla prima esperienza su questo tracciato, si afferma con relativa facilità e va a vincere in 35:13. Qualcuno mi ha detto che “pareva avesse delle ventose (sotto le scarpe) sulla discesa!” Onore al bravo Lugi che termina un’annata zeppa di successi e soddisfazioni, con il grande merito – secondo il mio modesto avviso – di essersi messo sempre in gioco anche su palcoscenici prestigiosi come Castelbuono, senza peraltro sfigurare… Un solo consiglio, da genitore: lasciar perdere polemiche e social e pensare a correre!
Ottimo secondo posto per Gianpiero Bianco (Dof Amatori Turi), in 36:27, un “ragazzo” che merita tutta la mia stima per il suo essere sempre schivo ed educato. Gianpiero conclude l’ennesima annata ricca di piazzamenti, una media altissima, rapportata al suo gareggiare “sempre e comunque”.
Terzo gradino del podio per Dino Masciale (Dynamyk Palo del Colle), in 38:08, atleta che preferisce i fatti alle parole e in rimonta conquista il podio.
Bravissimo, Vito Alò (Atletica Monopoli) è quarto in 38:32, a precedere il capace Angelo Michele Saulle (Valle d’Itria Locorotondo), quinto in 39:20, e il caparbio Domenico Cantoro (Pod. Faggiano), sesto in 39:22. Discorso a parte per Angelo Pugliese “Pugliesino”, il primo atleta della società organizzatrice, partito forse troppo forte, per poi calare nella seconda parte: ma Angelo, settimo in 39:25, voleva oggi lasciare un preciso segno, generoso e sanguigno com’è. La classe di Vitantonio Curri (Montedoro Noci) conquista l’ottavo posto in 39:39, davanti al compagno di squadra, l’eccellente Silvano Calicchio, nono in 39:52. Decima posizione in 39:57 per Giuseppe Piccirillo (Tre Casali San Cesario), grande uomo, ottimo atleta, spero di rivederlo presto lassù dove merita. E lassù potrebbe arrivare presto anche l’undicesimo, il giovanissimo Cosimo Stranieri (Apuliathletica San Pancrazio Salentino), che chiude in 40:09, il suo grido di soddisfazione, mentre conclude, mi rimane impresso!
Al femminile, registriamo il primo, storico successo di Domy Monfreda (Amatori Atletica Acquaviva), semplice e raffinata, che va ad imporsi, felicissima, in 45:29. Secondo posto per il gran rientro, dopo sei mesi di assenza dalle gare, per Marisa Russo (Marathon Massafra), che dopo la partenza nella pancia della gara, ritrova pian, piano certezze e… voglia di correre, chiudendo in 47:28. Terzo posto per l’abbronzatissima Cinzia Ammirato (Running People Noicattaro), davvero brava - in 48:58, capace di resistere al prepotente rientro di Alessandra De Luca (Atl. Amatori Brindisi), sempre prestante, che conclude 48:53, davanti all’ammirevole Giuseppina Magrì, quinta in 49:00, a rappresentare lo splendido Team Francavilla. E brilla pure Matilde Miraglia (Club Runners ’87 Castellaneta), che chiude sesta in 49:58, davanti alla determinata Fabiana Sonnante (Crispiano Maratohn Club), settima in 50:37, 4 secondi prima di Maria Madaghiele (Olimpo Latiano), ottava, sempre reattiva. Si nasconde, invece, Erica Delfine (Amatori Putignano), che chiude nona in 50:50: o ha staccato un po’ la spina o già sta lavorando per qualche lunga… E applausi anche per la bravissima Mimma Stano (Body Angel manduria), al traguardo in 52:22, che chiude l’elenco delle prime dieci signore.
416 i finisher, chiudono le rispettive graduatorie per sesso, Liliana Spina (Podistica Taras Taranto), in 1:22:06, e l’83enne Giuseppe Mirizzi (Amatori Putignano), in 1:26:24.
Mega palco già montato in piazza, classifiche già pronte e si può procedere con la cerimonia di premiazione.
E’ andato via il locale Sindaco, Francesco Zaccaria, presente alla partenza, sono però in piazza tre consiglieri regionali della Fidal Puglia, Vito Vasta (che ha corso), Michele Cuoco e chi vi scrive; è da segnalare il debutto odierno, in pubblico, del neopresidente della Fidal Brindisi, Giancosimo Pagliara.
E proprio loro, intervallati da alcuni sponsor, procedono a premiare i meritevoli della manifestazione. Trofeo per Zullo e Monfreda, i vincitori assoluti, coppa per Pugliese e De Luca, i primi “brindisini”, simpaticissima e originale targa per i primi tre di ciascuna categoria. Ultimo atto la premiazione delle prime tre società per numero complessivo di arrivati: vice l’Abacus Villa Baldassarri su Polisport Ciclo Club Fasano e Atletica Amatori Brindisi.
Ma non finisce qui, ci sono le premiazioni dei campioni provinciali di corsa in montagna, premiati con medaglie e, per il campione di categoria, con la rituale maglia celebrativa. Tra i team, la società organizzatrice si laurea campione provinciale di corsa in montagna.
E’ davvero tempo di saluti, la rituale foto di gruppo, i ringraziamenti del presidente Bagorda, e si può tornare alle... tavole imbandite natalizie.
Scherzi a parte, complimenti alla Polisport Ciclo Club, che oramai è una certezza organizzativa: non è facile garantire blocco del traffico e sicurezza in una zona turistica come questa e parimenti su di un percorso con tante difficoltà anche per chi deve organizzare e garantire sicurezza e eventuali soccorsi.
Un grazie particolare all’icona di questa società, l’esemplare Stefano L’Abbate, una miriade di titoli italiani, dalla pista alla strada, a Enzo Petruzzi e Annamaria Patronelli, a Giacomo Argese, a Leo Cardone e a tutti i simpatici amici della Polisport.