Millegrobbe (TN): Grande soddisfazione ai WTOC di Trentino e Veneto che oggi vedevano la prova di Pre-O, l'Orienteering di precisione. Elvio Cereser ha chiuso infatti al comando dopo la prima tappa di oggi a Millegrobbe, località sull'altopiano di Lavarone - Luserna. Per lui una leadership provvisoria davanti a Dusan Suruch (Slovacco) ed al giapponese Kojy Chino.
L'azzurro si è trovato catapultato al comando dopo che la giuria ha accettato un reclamo (non presentato dall’Italia) che ha annullato uno dei punti di controllo.
"Sono ancora incredulo - il primo commento dell'azzurro - resta il fatto che la classifica è molto corta e sono davanti per un solo secondo. In pratica siamo tutti alla pari e venerdì sarà una dura battaglia". Il commento alla gara: "La prova era divisa in 2 parti, una prima semplice ed una seconda molto difficile dove tanti hanno sbagliato".
Il capitano azzurro tiene a precisare un concetto. "Non si tratta di un fuoco di paglia, ricordo che ho già conseguito un 7° posto al Campionato Europeo che si è svolto a giugno, a Palmela, in Portogallo".
Classifica molto corta con i nostri atleti paralimpici (Mauro Nardo, Francesco Valentini e Fabio Bortolami) oltre il 30° posto. Domani i WTOC osservano una giornata di riposo con il Model Event prima del gran finale.
La Gara Long Distance:
Lavarone (TN): La telefonata che ti allunga la vita. E’ quella che la russa Svetlana Minorova ha effettuato subito dopo il traguardo per chiamare casa, a Gorky, ed annunciare alla madre la prima storica medaglia d'oro della Russia nel Campionato Mondiale di Orienteering Long Distance.
Una lunga chiamata per raccontare i particolari un successo quasi clamoroso, in 79':44", per un’atleta (classe 1986) poco considerata fino ad oggi. Battute 2 ipermedagliate di questi WOC2014, Tove Alexandersson, svedese a 31", e Judith Wyder, svizzera a 50". Tra gli uomini pronostici invece confermati con il francese Thierry Gueorgiou (94':45') che ha saputo battere l’avversario di una vita, Daniel Hubmann, a 1’:27”, ed Olav Lundanes a 2’:24”.
La più felice di tutti era proprio la russa neo iridata che ha così raccontato il trionfo odierno. "Sono partita libera da pensieri. La mia gara Sprint, a Venezia, non era andata bene ed oggi avevo voglia di riscattarmi. Il successo è maturato dopo il punto 11 quando ho scelto in modo differente alle mie avversarie la tratta verso il punto 12. Per il resto le nostre prove, così dice il cronometro sono state allineate". Per lei che non partiva nel gruppo rosso una dimostrazione di forza notevole. "Un particolare che non mi ha infastidito più di tanto. Certo non tutti sapevano della mia forma. Avevo saltato Campionati Europei e Coppa del Mondo per via di un infortunio. Ho però preso parte alle gare del calendario nazionale ed avevo capito di essere in buona condizione".
Per lei un successo frutto di una nuovo status. "Da circa 12 mesi sono una professionista e ciò mi ha permesso di migliorare molto. Fino allo scorso anno lavoravo in una società nel mondo dello sport, poi ho capito che 2 cose assieme non si potevano fare".
Onore al merito alla vincitrice anche dall'elvetica Judith Whyder: "Non potevo fare meglio di così. Oggi accettiamo il verdetto del campo".
Raggiante pure l'altro campione del mondo, Thierry Gueorgiou: "Con questo successo ho dimostrato di non essere solo un campione da Middle Distance". Il segreto della vittoria è presto svelato. "Ho passato tantissimo tempo in questi boschi, tra Asiago e Lavarone. Sono venuto in Italia tante volte per differenti training. Qui ho trovato le grandi salite su cui allenarmi ed oggi tutto quel lavoro è tornato utile". La sua analisi di gara: "Per me qualche piccolo errore ma evidentemente non molto gravi se un avversario di valore come Hubmann non è riuscito ad approfittarne. Verificherò più tardi gli split time".
Per gli azzurri una gara di cuore con Klaus Schgaguler 23°, a 12':07" ed autore di una bella prova nonostante alcuni problemi fisici così spiegati. "Ho subito intuito che avevo un problema di stomaco che mi ha impedito di spingere al massimo. Devo ancora capire se si è trattato di un fattore legato alla digestione, alla tensione agonistica oppure ad altri fattori che al momento non ho ancora compreso". Che l'azzurro non fosse al 100% lo si era compreso quando ha rifiutato, durante la prova, un integratore dal coach Roland Pin.
Leggermente al di sotto delle attese Mikhail Mamleev, 27° a 13':54" anche lui generoso come non mai nel cercare un posto nella top 10. "Per me una gara discreta, il mio dovere l'ho fatto. Mi sono accorto di aver commesso un errore tra le rocce ed un altro di scelta. Nel complesso penso di aver lasciato, fra errori ed incertezze circa 2' sul campo. La prova si è rivelata essere molto fisica ed in certi tratti di salita procedevo con molta fatica".
Qualche imprecisione di troppo per Roberto Dallavalle, terminato in 44^ posizione ad oltre 22' dal vincitore.
Al femminile Carlotta Scalet è stata protagonista di una corsa decorosa chiusa al 45° posto a 20':03". "Ho dato il meglio di me anche se ho commesso qualche imperfezione. La prova era durissima ma nel complesso ho terminato con un tempo in linea con le aspettative".
In lacrime dopo il traguardo invece Michela Guizzardi che ha chiuso 50^. L'azzurra probabilmente non ha vissuto una giornata positiva e qualche incertezza ha fatto il resto. Che non fosse brillante lo si era intuito già da ieri, quando un cambio nella griglia di partenza l'aveva infastidita.
Infortunio per la 3^ azzurra in gara, Heike Torggler. L'altoatesina è caduta in un tratto in discesa e si è procurata una distorsione ad una caviglia. Una caduta rovinosa che le ha fatto perdere pure la mappa. Tra i primi a soccorrerla Carlotta Scalet, che ha subito ripreso la sua corsa, una volta sinceratasi delle condizioni di salute della compagna.
Infine, l'analisi del tecnico che oggi ha tracciato, Fabio Hueller, trentino della Valsugana. "Credo di aver privilegiato la componente fisica a quella tecnica. La gara di per sé poteva essere suddivisa in differenti sezioni. I primi 2 punti servivano per entrare in carta dal punto di vista mentale. Poi erano inserite delle tratte lunghe in cui era importante saper scegliere bene. Nella fase centrale la presenza di rocce rendeva la gara spettacolare e dura. Infine, un nuovo loop molto tecnico".
A Lavarone è intervenuto il Presidente Fiso, Mauro Gazzerro, quello della IOF Brian Porteus, l'Event Manager, Stefano Ravelli con Gianpiero Mazzeni. Presenti anche i Consiglieri Federali Fiso.
L'azzurro si è trovato catapultato al comando dopo che la giuria ha accettato un reclamo (non presentato dall’Italia) che ha annullato uno dei punti di controllo.
"Sono ancora incredulo - il primo commento dell'azzurro - resta il fatto che la classifica è molto corta e sono davanti per un solo secondo. In pratica siamo tutti alla pari e venerdì sarà una dura battaglia". Il commento alla gara: "La prova era divisa in 2 parti, una prima semplice ed una seconda molto difficile dove tanti hanno sbagliato".
Il capitano azzurro tiene a precisare un concetto. "Non si tratta di un fuoco di paglia, ricordo che ho già conseguito un 7° posto al Campionato Europeo che si è svolto a giugno, a Palmela, in Portogallo".
Classifica molto corta con i nostri atleti paralimpici (Mauro Nardo, Francesco Valentini e Fabio Bortolami) oltre il 30° posto. Domani i WTOC osservano una giornata di riposo con il Model Event prima del gran finale.
La Gara Long Distance:
Lavarone (TN): La telefonata che ti allunga la vita. E’ quella che la russa Svetlana Minorova ha effettuato subito dopo il traguardo per chiamare casa, a Gorky, ed annunciare alla madre la prima storica medaglia d'oro della Russia nel Campionato Mondiale di Orienteering Long Distance.
Una lunga chiamata per raccontare i particolari un successo quasi clamoroso, in 79':44", per un’atleta (classe 1986) poco considerata fino ad oggi. Battute 2 ipermedagliate di questi WOC2014, Tove Alexandersson, svedese a 31", e Judith Wyder, svizzera a 50". Tra gli uomini pronostici invece confermati con il francese Thierry Gueorgiou (94':45') che ha saputo battere l’avversario di una vita, Daniel Hubmann, a 1’:27”, ed Olav Lundanes a 2’:24”.
La più felice di tutti era proprio la russa neo iridata che ha così raccontato il trionfo odierno. "Sono partita libera da pensieri. La mia gara Sprint, a Venezia, non era andata bene ed oggi avevo voglia di riscattarmi. Il successo è maturato dopo il punto 11 quando ho scelto in modo differente alle mie avversarie la tratta verso il punto 12. Per il resto le nostre prove, così dice il cronometro sono state allineate". Per lei che non partiva nel gruppo rosso una dimostrazione di forza notevole. "Un particolare che non mi ha infastidito più di tanto. Certo non tutti sapevano della mia forma. Avevo saltato Campionati Europei e Coppa del Mondo per via di un infortunio. Ho però preso parte alle gare del calendario nazionale ed avevo capito di essere in buona condizione".
Per lei un successo frutto di una nuovo status. "Da circa 12 mesi sono una professionista e ciò mi ha permesso di migliorare molto. Fino allo scorso anno lavoravo in una società nel mondo dello sport, poi ho capito che 2 cose assieme non si potevano fare".
Onore al merito alla vincitrice anche dall'elvetica Judith Whyder: "Non potevo fare meglio di così. Oggi accettiamo il verdetto del campo".
Raggiante pure l'altro campione del mondo, Thierry Gueorgiou: "Con questo successo ho dimostrato di non essere solo un campione da Middle Distance". Il segreto della vittoria è presto svelato. "Ho passato tantissimo tempo in questi boschi, tra Asiago e Lavarone. Sono venuto in Italia tante volte per differenti training. Qui ho trovato le grandi salite su cui allenarmi ed oggi tutto quel lavoro è tornato utile". La sua analisi di gara: "Per me qualche piccolo errore ma evidentemente non molto gravi se un avversario di valore come Hubmann non è riuscito ad approfittarne. Verificherò più tardi gli split time".
Per gli azzurri una gara di cuore con Klaus Schgaguler 23°, a 12':07" ed autore di una bella prova nonostante alcuni problemi fisici così spiegati. "Ho subito intuito che avevo un problema di stomaco che mi ha impedito di spingere al massimo. Devo ancora capire se si è trattato di un fattore legato alla digestione, alla tensione agonistica oppure ad altri fattori che al momento non ho ancora compreso". Che l'azzurro non fosse al 100% lo si era compreso quando ha rifiutato, durante la prova, un integratore dal coach Roland Pin.
Leggermente al di sotto delle attese Mikhail Mamleev, 27° a 13':54" anche lui generoso come non mai nel cercare un posto nella top 10. "Per me una gara discreta, il mio dovere l'ho fatto. Mi sono accorto di aver commesso un errore tra le rocce ed un altro di scelta. Nel complesso penso di aver lasciato, fra errori ed incertezze circa 2' sul campo. La prova si è rivelata essere molto fisica ed in certi tratti di salita procedevo con molta fatica".
Qualche imprecisione di troppo per Roberto Dallavalle, terminato in 44^ posizione ad oltre 22' dal vincitore.
Al femminile Carlotta Scalet è stata protagonista di una corsa decorosa chiusa al 45° posto a 20':03". "Ho dato il meglio di me anche se ho commesso qualche imperfezione. La prova era durissima ma nel complesso ho terminato con un tempo in linea con le aspettative".
In lacrime dopo il traguardo invece Michela Guizzardi che ha chiuso 50^. L'azzurra probabilmente non ha vissuto una giornata positiva e qualche incertezza ha fatto il resto. Che non fosse brillante lo si era intuito già da ieri, quando un cambio nella griglia di partenza l'aveva infastidita.
Infortunio per la 3^ azzurra in gara, Heike Torggler. L'altoatesina è caduta in un tratto in discesa e si è procurata una distorsione ad una caviglia. Una caduta rovinosa che le ha fatto perdere pure la mappa. Tra i primi a soccorrerla Carlotta Scalet, che ha subito ripreso la sua corsa, una volta sinceratasi delle condizioni di salute della compagna.
Infine, l'analisi del tecnico che oggi ha tracciato, Fabio Hueller, trentino della Valsugana. "Credo di aver privilegiato la componente fisica a quella tecnica. La gara di per sé poteva essere suddivisa in differenti sezioni. I primi 2 punti servivano per entrare in carta dal punto di vista mentale. Poi erano inserite delle tratte lunghe in cui era importante saper scegliere bene. Nella fase centrale la presenza di rocce rendeva la gara spettacolare e dura. Infine, un nuovo loop molto tecnico".
A Lavarone è intervenuto il Presidente Fiso, Mauro Gazzerro, quello della IOF Brian Porteus, l'Event Manager, Stefano Ravelli con Gianpiero Mazzeni. Presenti anche i Consiglieri Federali Fiso.