Chi ben comincia dà soddisfazione a tutti
Non sempre si può affermare “buona la prima”, specialmente quando parliamo della prima edizione di una impegnativa gara di corsa in montagna che registra il “sold out” su tutti e tre i percorsi proposti di 60/42/28 km, con rispettivamente 3500/2400/1500 mt di dislivello positivo: nel caso del trail del Garda, invece, tale affermazione risulta del tutto veritiera.
Fin dalla partenza, dalla centralissima piazza Battisti di Riva del Garda l’atmosfera era quella delle gare “importanti” con gonfiabile, transenne e gabbie per i concorrenti, con spunta all’entrata, musica e una simpatica speaker a tenere alto il morale di chi si apprestava a pestar sentieri per 60 km. Il percorso lasciava l’asfalto dopo meno di un km imboccando la panoramica strada Del Ponale, che rapidamente sale, e in tre km scarsi permette una spettacolare cartolina sull’alto Garda già gremito di surfisti favoriti dalla giornata ventosa ma soleggiata.
Si trattava comunque di un semplice antipasto dei panorami che in tutto il percorso hanno aiutato a dimenticare le fatiche delle arrampicate. La prima salita in circa 10km portava al lago di Ledro, che si costeggiava brevemente dopo il ristoro, per riprendere il secondo tratto di altri 10 km con tratti impegnativi, tipo 400 mt D+ in 2 km, che portava al Rifugio Pernici e a Bocca Dromaè (1685 mt) per poi salire alla “cima Coppi” della gara a 1780 mt prima di bocca Saval (1721 mt).
Da qui prima pausa con 10 km di discesa fino al bel Castello di Tenno, con ottimo ristoro, e poi di nuovo salita fino al lago di Tenno, autentico gioiellino sulle cui rive decine di bagnanti in costume avranno lasciato dubitare più di un corridore (io ero sicuramente tra quelli) di aver fatto la scelta giusta. La salita continuava poi per altri 18 km circa arrivando al Rifugio S. Pietro, e per gratificare poi i concorrenti con la salita alla cima Biaina al 50° km: forse non più di 3/400 mt in verticale, ma come sviluppo orizzontale, a mio avviso, non supera i 50 mt, dunque si capisce quanto è ripida. Ammetto che il mio giudizio possa essere obnubilato dalla fatica, e per dovere di cronaca dirò che una volta raggiunta la cima, con l’immancabile croce, il panorama su tutto il Garda che si poteva ammirare dava certamente un senso alle fatiche fatte.
Qui giunti il più era fatto, e si trattava di addomesticare un discesa di 7/8 km, con un dislivello negativo di 1400 mt, per scendere ad Arco: degna di attenzione nel primo tratto, si è poi trasformata in una tranquilla corsa in discesa che alternava riposanti tratti di carrabile a opportuni tagli su sentieri più ripidi che permettevano di perdere quota più rapidamente. Qui si vede l’esperienza di un certo sig. Claudio Cunegatti che nel tracciare un percorso ha poco da imparare, cosi come tutti i componenti dell’Ultrabericus Team che hanno collaborato all’organizzazione della gara, con Enrico “Pollo” Pollini in testa.
Per la cronaca mi piace ricordare che questa prima Garda Trentino Trai si è in parte colorata di giallo blu con i modenesi Matteo Pigoni (team Tecnica) e Giulio Piana (Mud & Snow Team) rispettivamente sul primo e secondo gradino del podio, sul quale è salito anche Enzo Romeri classificatosi terzo.
Per quanto concerne la classifica femminile, con un formidabile 5°posto assoluto vince Federica “Fedex” Boifava, precedendo Anna Pedevilla (Team La Sportiva) e la sempre competitiva Cinzia Bertasa (TRB Team Tecnica).
Di assoluto rilievo il tempo staccato da Pigoni che tagliando il traguardo di Arco ha fermato il cronometro a 5 ore 58’05” con una velocità media superiore ai 10km/h.
A questo punto quindi, “buona la prima”, e in bocca al lupo per la seconda edizione di questa gara veramente godibile.