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Prima edizione di questa manifestazione che oltre alla mezza maratona, prevedeva la maratona, sia da singoli che a staffetta (2x21 km e 4x10 km). Nonostante la concomitanza di altri grandi eventi, si è superato il tetto dei 2000 iscritti complessivi, di cui circa la metà per l’half marathon.

Il sabato, in tarda mattinata, mi reco al PalaEvangelisti, per ritirare pettorale e pacco gara. Nonostante non ci siano troppe persone al suddetto ritiro, si forma una coda e ci metto più di 20 minuti per prendere ciò che è previsto; purtroppo non sarà l’unica “mancanza”.

Nel pacco gara c’è una bellissima maglia tecnica, a manica lunga, litografata con il logo della gara davanti e dietro, un disco di cioccolato fondente, ma manca la prevista e pubblicizzata chococard, che dà diritto a degli sconti e degli omaggi alla fiera cittadina di Eurochocolate.

Una volta tornato in albergo noto che c’è solo una fotocopia del percorso, ma non c’è nulla riguardo i servizi per noi runner: deposito bagagli, parcheggi, ecc., tanto che mi vedo costretto a chiamare l’organizzazione per sapere a che ora sarebbero state chiuse le strade l’indomani mattina; mi rispondono che la chiusura sarebbe avvenuta alle 7.45, pensate il mio stupore quando l’indomani ho visto che le macchine potevano circolare liberamente fin dopo le 8.30!

La sera mi viene un dolore forte al polpaccio destro, che mi fa spaventare ancor di più la mattina della gara, perché appena svegliato non riesco a poggiare il piede per terra.

Decido comunque di provare a correre, dopo essermi fatto un bel massaggio con la crema riscaldante e sento che, con le calze compressive, il dolore è molto inferiore.

Il mio obiettivo di questa gara è abbassare il crono di 1h43’45” dell’ultima Roma-Ostia, ma con questo dolore sarà dura già finirla.

Mi reco nella mia griglia di appartenenza, circa 20 minuti prima dello start, che avviene con qualche minuto di ritardo.

La prima parte di gara si svolge su vialoni abbastanza larghi, che facilitano il disgregamento dei runner; ci sono parecchi saliscendi e falsipiani, fino ad arrivare al primo ristoro, quasi al 5° km, dove gli addetti devono ancora riempire i bicchieri, beccandosi un po’di rimproveri dai runner, anche perché, subito dopo il ristoro, inizia la prima seria ascesa di circa 500metri.

Dopo un paio di controviali e giri di boa, comincia la parte che ti porta nelle zone industriali e nei paesi nell’hinterland perugino, con poche macchine e poco pubblico. Circa a metà gara, segnalato da un arco, è posto il cambio staffette e un rilevamento cronometrico.

Poco dopo, si rientra nella periferia di Perugia e, qui, siamo costretti a correre di fianco alle automobili, ferme in coda a motore acceso! I due spugnaggi, previsti, non sono segnalati e sono rappresentati da due grandi bacinelle, senza spugne o altro.

Un’altra salita abbastanza tosta era prevista dopo il 14° km; qui mi è quasi finita la benzina, dato che fino a quel punto, nonostante i saliscendi, viaggiavo a 4’30” di media al km; il polpaccio non mi duole, ma fin dall’inizio sento male al collo del piede destro.

La mia media si alza di circa 20 secondi al km, fino a dopo il 19° km, in cui c’è una salita quasi di montagna, con pendenze superiori al 15%, lunga qualche centinaia di metri, che stronca me e parecchi altri runner.

Fortunatamente, l’ultimo km è quasi tutto in discesa, anche con tratti ripidi in cui ci sono anche automobili che, non bloccate, ci vengono contro anche ad alta velocità.

Negli ultimi 500 metri si entra in un percorso verde, che ti porta sul rettilineo dell’arrivo.

Concludo la mia “fatica” nel real time di 1ora e 40 minuti netti, molto meglio del previsto.

Per la cronaca, la Chocomarathon è vinta da Said Boudalia dell’Atletica Bioteknamarcon con il tempo di 2h28’29” e dalla romana Paola Salvatori della U.S.Roma 83, 19^ assoluta, in 2h58’23”.

L’Half marathon, invece, è vinta da Senibeta Biniyam Adugna (Atletica Abruzzo L’Aquila) in 1h10’13” e dall’atleta di casa, tesserata con l’Atletica Avis Perugia, Silvia Tamburi, 21^ assoluta in 1h20’27”.

Nel complesso tante cose da migliorare, c’è da considerare che si trattava di una prima edizione, ma troppe cose non sono andate, soprattutto per la sicurezza e la salute di chi corre. Un percorso non semplice, poco panoramico, ma molto allenante.