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Il caldo primaverile dei giorni scorsi ha lasciato nelle ultime ore spazio all’anticiclone di turno preparando così il terreno ideale per correre una vera maratona di primavera.

Quella di S.Antonio non è stata per me una novità in assoluto ma come accade ogni volta che mi avventuro in una 42195 metri è stata una splendida manifestazione che ha miscelato mille ingredienti. E a Padova, molto più che in altri posti, la componente emozionale prevale su qualsiasi altra argomentazione agonistica e atletica. Ma questa è un’altra storia ed oggi voglio soltanto esprimere quattro pensieri sulla fatica (e il suo contorno) profusa in terra patavina.

Dismesso lo storico tracciato Vedelago-Padova (dal 2011), la maratona di S.Antonio vive e si destreggia tra strade, curve, stradone, cambi di direzione… tutta in provincia di Padova partendo da Campodarsego per planare spettacolarmente (42 chilometri dopo) sulla formidabile spianata di Prato della Valle.

Il cattivo tempo non ha influito sulla bontà della manifestazione e se da un punto di vista coreografico il grigiore e la pioggia hanno “rovinato” i piani di fotografi e podisti in sola canotta, dall’altro la temperatura ha materializzato la mattina perfetta per correre al meglio.

Organizzazione buona, ristori e chiusura al traffico ottimi, meravigliosi i volontari a centinaia e locations varie di prim’ordine. Qualche bici di troppo a seguire qualche corridore e qualche telo di nylon in troppo poco a coprire i maratoneti dopo una fatica lunga e bagnata 42 chilometri.

Ma Padova è Padova ……e resterà la mia maratona numero uno.

Notevole e da encomio la partecipazione e i risultati ottenuti dai compagni de La Fulminea Running Team impegnati sul tracciato della maratona e della mezza. Tutti bravi, tutti campioni.

A presto.