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La Gamba d'oro è partita alla grande quest'anno: 927 concorrenti a Suno domenica 3 marzo, 750 a Fontaneto la domenica successiva. Cavallirio e Montrigiasco di Arona gli altri appuntamenti del mese. Qualcuno si è chiesto: “E Dagnente? Dove è finita la Parigi-Roubaix del podismo campestre?”. Da quarant'anni la “scarpinata” di Dagnente figurava nel riconosciuto “zoccolo duro” delle camminate di  primavera. Un poker di corse che valeva come collaudo per l'intera stagione che già da aprile avrebbe infittito i suoi impegni proponendo anche le gettonatissime serali. Ma Dagnente, quest'anno, non c'è.  E' stata sostituita dalla corsa di Fontaneto d'Agogna, che è peraltro andata benissimo. Molti si ricordano della corsa “Da...gnente”, come l'aveva sempre denominata il suo ideatore Giancarlo Guenzi, podista veterano, deceduto improvvisamente giusto un anno fa. E senza il “Gianca” nessuno a Dagnente se l'è più sentita di impegnarsi per una manifestazione giustamente considerata tra le più difficili, ma anche tra le più appaganti. Dagnente è frazione di Arona dal nome quanto mai curioso. La leggenda vuole che un frate in cerca di offerte per il suo convento avesse girovagato per il  Vergante fermandosi in tutti i paesi ma raccogliendo ben poco. Avrebbe così etichettato con curiosi nomignoli quegli agglomerati ancora sconosciuti. E per il paese che un  secolo più tardi sarebbe stato invece esaltato da Felice Cavallotti, il frate si inventò il nome di “Da...gnente”, proprio a significare che la gente del luogo non gli aveva dato un bel niente. Non che fosse andata meglio nei paesi  limitrofi; come Meina, da leggere “mei n…”, nel senso che  fosse addirittura meglio andar via. Il frate si trovò bene solo nella futura Belgirate, tanto da esclamare che proprio là fosse “un bel girare”. I podisti della Gamba d'oro,  invece, si sono sempre trovati benissimo sul colle tanto caro al “bardo della democrazia” Felice Cavallotti. Lo confermano gli scoloriti ordini di arrivo sui quali si leggono, tra i vincitori, i nomi di alcuni fuoriclasse come l'ossolano Aldo Allegranza, che è stato negli anni '70 il numero uno delle corse in montagna vincendo anche classiche a livello europeo. Arrivarono poi Claudio Galeazzi e più tardi Severino Bernardini. A Dagnente si ricordano pure  dello svizzero Stephan Soler, primo su 616 concorrenti che allora erano tantissimi. Tra gli altri vincitori Franco Ruga di Gozzano e il varesino Virginio Boin, che hanno dominato la scena per almeno un decennio. Molte le curiosità sulla corsa dagnentese, come la presenza al via di un pimpante Mike Bongiorno, che soggiornava spesso a Dagnente nella villa della moglie Daniele Zuccoli, poco lontano dalle residenze del banchiere Cuccia e del generale  Delfino, nomi eccellenti che per un verso o per l'altro hanno scritto capitoli importanti nella storia di questo  paese, solo in apparenza un paese Da...gnente.