Egregio Dott. Gentile,
Ho già scritto e commentato i risvolti negativi della gara dal punto di vista organizzativo. Non mi sembra quindi particolarmente produttivo tornarci su anche perché credo che siano risolvibili con un po’ di buona volontà e buone direttive.
Il nocciolo della questione è essenzialmente l’atleta che dando il massimo di se stesso ha come soddisfazione personale il tempo realizzato e come riconoscimento pubblico il premio. La cerimonia di premiazione (o la distribuzione dei premi in natura o denaro) non ha solo significato venale ma rappresenta la celebrazione delle fatiche e sacrifici. Con la vostra “superficialità” private questi ragazzi, che si allenano giornalmente che piova o nevichi di un’immensa soddisfazione (e badi che non mi riferisco al denaro). È questo che non è tollerabile! E non è quella letterina in cui chiede l’Iban che vi consente di lavarvene le mani!
Io, in assoluta ignoranza e “candore” ho provato, da par mio, a fare il conto della serva sulla maratona: più o meno gli atleti iscritti alla maratona sono stati 400 (mi si passi l’approssimazione). Ipotizzando un ricavo da iscrizione medio di circa 30 euro, arriviamo a 12.000 euro. L’organizzazione aveva quindi dichiarato di stanziare circa il 20-25 % per i premi in denaro (parlo solo di maratona).
Se il problema consiste, come affermate (trincerandovi dietro a una “crisi mondale” che, per quanto pervasiva, non ha nulla a che vedere con gli introiti da iscrizioni in manifestazioni sportive amatoriali) in un tema di liquidità, non distribuite più premi in denaro! Consegnate piuttosto una targa! Vi costerà meno, e farà in molti casi molto più felice l’atleta.
Oppure il problema non sta nella terribile crisi mondiale ma forse nel fatto che la targa richiede che il fornitore venga pagato in tempo e in maniera sollecita? Tanto cosa sono 4 mesi di ritardo o un anno per un fornitore (lo affermate implicitamente sostenendo che per l’atleta sia lo stesso)!? Qui forse sta il nocciolo del problema: un fornitore potrà farvi un’ingiunzione e pertanto mettervi in difficoltà. Un atleta (lo sapete bene) mai. Troppo orgoglioso. Protesterà e tutto finirà li con vostra immensa soddisfazione, perché, come affermate, la maggioranza silenziosa tanto non reagisce. Bell’esempio di educazione sportiva!
Il mondo del podismo è bello proprio per questo. E’ gente che vuole solo divertirsi e misurarsi con se stessa e con gli altri. Per questo, in fondo, continuerete con successo a ricevere iscrizioni e tenere alto il nome della bellissima città. Attenzione, però, perché a tutto c’è un limite.
Grazie per l’attenzione che mi ha dedicato.
Cordialmente, Silvio Schmalzbauer.