Ci sono maratone e maratone così come ci sono maratoneti e maratoneti.
Le maratone non sono tutte uguali così come uguali non sono i maratoneti.
E' vero alcune maratone sono blasonate per i luoghi che attraversano e, pertanto, per il numero di partecipanti che riescono ad attrarre.
Il più delle volte la partecipazione a tali manifestazioni è appagata dalle bellezze artistiche ed architettoniche e poca attenzione si ripone alla organizzazione della manifestazione a dire il vero quasi sempre soddisfacente.
I numeri ed i soldi contribuiscono anche alla riuscita dell'organizzazione della gara.
Poi vi sono quelle maratone che ci si ostina ad organizzare e far correre anche nella palese, reiterata e non scusabile strafottenza organizzativa.
Sono quelle maratone che raccolgono qualche decina di iscritti, che fanno numero con le gare parallele su altre distanze, che hanno percorsi tra auto e pedoni, che hanno gli ultimi ristori privi talvolta anche dell'acqua per i più lenti, che non danno medaglie o magliette agli ultimi perché finite prima e che, anno dopo anno, si ripetono in tutta la loro bruttezza.
Infine, vi sono quelle maratone che non sono blasonate, che raccolgono qualche centinaia e fino ad un migliaio di iscritti, ma che meritano di essere menzionate, applaudite e, soprattutto, corse.
Sono quelle maratone dove si nota la differenza nel trattamento degli atleti e cioè li fanno correre in tutta sicurezza in percorsi completamente o quasi chiusi al traffico, gli fanno trovare fino all'ultimo ristoro tutto quello che un maratoneta spera di trovare, danno a tutti la medaglia e la maglietta della misura richiesta, fanno mangiare tutti ai tavoli con alimenti e bevande di alta qualità e mandano tutti a casa soddisfatti e con il proposito di tornare l'anno successivo.
Se poi hanno la fortuna di essere organizzate in territori affascinanti e tra gente ospitale il successo è ancora maggiore.
Tra queste maratone merita una menzione mia personale la Collemarathon (Barchi - Fano) del 3 maggio scorso che senza alcuna grave pecca organizzativa e con un percorso difficile, ma bello mi ha lasciato ampiamente soddisfatto così come sono rimasto impressionato dalla bellezza della gente marchigiana incontrata durante i quattro giorni di soggiorno mio e di mia moglie.
Maratone ne ho corse tante ed in tante parti d'Italia, tanti i territori visitati rigorosamente in macchina anche se parto dalla Sicilia, tante le strutture ricettive ed i locali commerciali frequentati, tanta la gente incontrata e conosciuta, ma raramente sono tornato a casa completamente soddisfatto.
E' anche il caso della Maratona del Gargano che, con rammarico, apprendo oggi essere stata annullata per l'anno 2015.
Quanto invece alle maratone da non correre molte le ho già indicate lo scorso anno.
E' vero ci sono maratone e maratone ed ho imparato a scegliere quali correre, riducendone il numero annuale a vantaggio della qualità e, soprattutto, rinunciando a correre quelle che non meritano di essere partecipate.
E ci sono maratoneti e maratoneti, ma questa è un'altra storia sulla quale sin da ora mi riprometto di tediarvi.
Le maratone non sono tutte uguali così come uguali non sono i maratoneti.
E' vero alcune maratone sono blasonate per i luoghi che attraversano e, pertanto, per il numero di partecipanti che riescono ad attrarre.
Il più delle volte la partecipazione a tali manifestazioni è appagata dalle bellezze artistiche ed architettoniche e poca attenzione si ripone alla organizzazione della manifestazione a dire il vero quasi sempre soddisfacente.
I numeri ed i soldi contribuiscono anche alla riuscita dell'organizzazione della gara.
Poi vi sono quelle maratone che ci si ostina ad organizzare e far correre anche nella palese, reiterata e non scusabile strafottenza organizzativa.
Sono quelle maratone che raccolgono qualche decina di iscritti, che fanno numero con le gare parallele su altre distanze, che hanno percorsi tra auto e pedoni, che hanno gli ultimi ristori privi talvolta anche dell'acqua per i più lenti, che non danno medaglie o magliette agli ultimi perché finite prima e che, anno dopo anno, si ripetono in tutta la loro bruttezza.
Infine, vi sono quelle maratone che non sono blasonate, che raccolgono qualche centinaia e fino ad un migliaio di iscritti, ma che meritano di essere menzionate, applaudite e, soprattutto, corse.
Sono quelle maratone dove si nota la differenza nel trattamento degli atleti e cioè li fanno correre in tutta sicurezza in percorsi completamente o quasi chiusi al traffico, gli fanno trovare fino all'ultimo ristoro tutto quello che un maratoneta spera di trovare, danno a tutti la medaglia e la maglietta della misura richiesta, fanno mangiare tutti ai tavoli con alimenti e bevande di alta qualità e mandano tutti a casa soddisfatti e con il proposito di tornare l'anno successivo.
Se poi hanno la fortuna di essere organizzate in territori affascinanti e tra gente ospitale il successo è ancora maggiore.
Tra queste maratone merita una menzione mia personale la Collemarathon (Barchi - Fano) del 3 maggio scorso che senza alcuna grave pecca organizzativa e con un percorso difficile, ma bello mi ha lasciato ampiamente soddisfatto così come sono rimasto impressionato dalla bellezza della gente marchigiana incontrata durante i quattro giorni di soggiorno mio e di mia moglie.
Maratone ne ho corse tante ed in tante parti d'Italia, tanti i territori visitati rigorosamente in macchina anche se parto dalla Sicilia, tante le strutture ricettive ed i locali commerciali frequentati, tanta la gente incontrata e conosciuta, ma raramente sono tornato a casa completamente soddisfatto.
E' anche il caso della Maratona del Gargano che, con rammarico, apprendo oggi essere stata annullata per l'anno 2015.
Quanto invece alle maratone da non correre molte le ho già indicate lo scorso anno.
E' vero ci sono maratone e maratone ed ho imparato a scegliere quali correre, riducendone il numero annuale a vantaggio della qualità e, soprattutto, rinunciando a correre quelle che non meritano di essere partecipate.
E ci sono maratoneti e maratoneti, ma questa è un'altra storia sulla quale sin da ora mi riprometto di tediarvi.