Alzi la mano chi si ricorda quando e chi alcuni atleti azzurri riuscirono a battere quel fuoriclasse indiscusso che èMohamed Farah.
Bisogna fare un bello sforzo di memoria e andare indietro nel tempo. Tutto avvenne una fredda mattina nel dicembre 2005 nella cittadina olandese di Tilburg, a 35 km da Eindhoven. Si disputava la dodicesima edizione dei campionati europei di cross. La partenza fu data alle 14.30 su una distanza di 9840 metri e l’uomo da battere era l’ucraino Sergey Lebid, vincitore ininterrottamente della rassegna continentale dal 2001 (in totale riuscirà a vincere nove volte gli europei!). E fu ancora a lui a vincere davanti allo spagnolo Alberto Garcia e al francese naturalizzato Driss Maazouzi.
Farah fino ad allora aveva raccolto un oro agli europei junior di Grosseto nel 2001 sui 5.000 e sempre quell’anno un argento agli europei di cross a Thun vincendo la volata con il nostro Stefano Scaini che si dovette accontentare del bronzo. Nel 2003 portò a casa un argento sui 5.000 agli europei under 23.
Prima di Tilburg, vinse in Germania un nuovo argento agli europei under 23 ancora sui 5.000: insomma, non era un “signor nessuno” ma doveva ancora dimostrare il suo immenso talento battagliando con i grandi. In quel campionato arrivò 21° e tre azzurri riuscirono a fare meglio di lui: Gabriele De Nard si piazzò al 13° posto, Michele Gamba fu 18° e Daniele Caimmi 20°. Della squadra azzurra facevano parte anche Gianmarco Buttazzo (22°), Maurizio Leone (28°) e Federico Simionato (69°).
Siamo riusciti a raggiungere qualche protagonista di quella giornata.
Michele Gamba: “La gara l’avevo preparata seriamente dopo un raduno di 45 giorni in Kenya (Iten), sono stato uno dei primi atleti ad allenarsi lì. Dagli allenamenti fatti la mia condizione fisica sembrava buona, sono arrivato a Tilburg prendendo il volo da Nairobi duegiorni prima per sfruttare al meglio la preparazione in quota, tutta la squadra voleva far bene visto il podio conquistato l'anno prima a Heringsdorf.
Durante la gara sono stato sorpreso dal ritmo furibondo impostato dai primi. Sinceramente è come se mi avessero messo dentro ad una centrifuga! Il percorso era molto nervoso con continui cambi di ritmo e fossi, ricordo per la cronaca che la gara è stata vinta da Lebid, secondo Garcia. Mi sono rivisto la gara e lamia confusione è stata motivata dalle immagini dove si nota il ritmo da gara in pista, non sicuramente da cross con un finale eclatante che vide Garcia e Lebid scannarsi con continue variazioni di ritmo. Evidentemente mi mancavano dei ritmi più brillanti...
Non conoscevo Mo Farah, anche l'anno prima non impressionò arrivando 15°, molto lontano dai primi e dietro a tre italiani (Maurizio Leone 8°, Umberto Pusterla 12°, Michele Gamba 13°: ndr). All'epoca era molto giovane, non immaginavo che a distanza di cinque anni diventasse così forte, negli anni evidentemente ha sviluppato al meglio il suo enorme talento. Un atleta evoluto si esprimetra i 24/32 anni, ma ovviamente dev'essere sostenuto da una corretta programmazione (allenamento/coach e federazione)”.
Gabriele De Nard: “Sono già passati 10 anni! Ero molto più giovane, negli anni buoni della carriera d’atleta. Ricordo che stavo molto bene fino a 5 giorni prima della gara; ero a Ostia e correndo in pineta ho preso una brutta storta. In caserma hanno fatto il miracolo di rimettermi in piedi con dei taping alla caviglia che però mi causarono delle belle vesciche sotto al piede. Quindi quel giorno a Tilburg sono partito un po’ insicuro perchè non avevo sicurezza nell'appoggio del piede. Infatti a metà gara ero dietro a tutti gli italiani mi pare. Dopo, invece, il dolore è andato scemando, ho preso sicurezza negli appoggi e ho spinto bene nella seconda parte di gara recuperando parecchie posizioni.
Sinceramente non ricordavo di avere messo alle mie spalle un certo Farah! Colui che l'anno dopo al Campaccio vinse il Campionato Europeo e diede inizio ad una carriera mostruosa.
Che potesse arrivare a fare doppietta alle olimpiadi mondiali e europei non l'avrei immaginato, anche se si intravedeva giàuna certa classe. Purtroppo le cronache degli ultimi mesi non ne parlano tanto bene per via del suo allenatore. Andava giàforte quando si allenava qui in Europa col suo vecchio allenatore, ma andando in America èdiventato un fuoriclasse”.
Le vicende di oggi dicono che è impossibile riuscire a stare davanti al britannico, la crescita esponenziale che ha avuto negli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti, la sua meticolosità e gli insegnamenti di Alberto Salazar hanno fatto diventare Farah una leggenda.
Però quel giorno De Nard, Gamba e Caimmi furono più bravi di lui…