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partenza corrida2016“Ed è polemica!”: la frase che piace tanto ai giornalisti, torna d’attualità grazie alla “Corrida” e al mio resoconto. Del quale non smentisco una virgola, inclusa l’asserzione sulla partecipazione senza pettorale della signora Stefania S. – ma su costei, in un’altra puntata più breve e corredata da foto più eloquenti delle mie parole. 

Potevo risparmiarmi la battutaccia sul terremoto mentale (anche se la frase che l’ha provocata, cioè “voi modenesi alle nostre corse non venite”, ecc., è stata effettivamente detta e viene sostanzialmente ripetuta dalla prima delle due repliche); ma il contegno di colui che adesso imparo chiamarsi Luca Zerbinati, e che – confrontando quello che dice e le sue citazioni con quello detto e fatto in realtà a Modena il 31 gennaio  – potrei chiamare Gran Capo Lingua Biforcuta (per brevità, d’ora in poi GCLB), mi aveva portato a certe induzioni.

Dei replicanti mirandolesi, preferirei rispondere prima al “vecchio” Libero, con cui ci conosciamo e apprezziamo e talora amichevolmente sfottiamo da almeno un trentennio, e la cui ricostruzione ha almeno una parte di verità: cioè che ha corso senza pettorale. Non contesto che altri della sua società abbiano corso regolarmente, e ne sono sinceramente lieto; nella mia corta visione, tra i 4000 partecipanti ne ho visti quattro della Pico, e tutti senza pettorale (adesso se ne aggiunge un quinto per sua ammissione, Luca Zerbinati, che infatti non conoscevo e che, come dichiara, ha fatto un suo percorso ‘personale’). Scusate, ma il mio scopo non era perlustrare tutti i partenti e contare i pettorali mancanti.

Prendo atto che Libero non ha esortato i suoi a correre senza pettorale; però questo insignificante reato l’ha fatto lui, presidente; e se fossimo in vena di citazioni, non apache ma italiche, direi che il pesce comincia a puzzare dalla testa.

Per il resto, la ricostruzione dei colloqui post-gara fatta da GCLB è quasi perfetta, salvo che i singoli pezzi sono acutamente (?!) spostati e invertiti, in modo da fare apparire come effetto quella che è una causa, ecc. E con l’omissione delle ingiurie e minacce con cui GCLB. ha condito il suo eloquio, svoltosi all’ingresso del Palasport di Modena dove stavo entrando per le premiazioni.

Lascio poi alla credulità popolare l’affermazione di GC LB.) che, dopo un mese che nel Coordinamento di Modena si discuteva sulle quote d’iscrizione, e dopo che suo padre (come scrive adesso) aveva “riferito in assemblea del coordinamento e al rappresentante della Fratellanza presente in quell’ occasione”, nonostante tutto lui domenica pomeriggio abbia preso l’auto, sia venuto a Modena, e solo giunto lì abbia appreso del prezzo e del pacco-gara, ne abbia chiesto ragione (a chi?  ai ragazzini che davano i pettorali? O al Presidente della Fratellanza? O a Gigliotti?), abbia fatto i conti, deciso che non ne valeva la spesa, e programmato la sua personale Corrida senza pettorale. Spesi 20 euro di auto per venire a Modena, risparmiamone almeno 5.

Non so come si dica questo fra gli Apache, ma in italiano si dice “valla a raccontare al Kaiser”.

Curioso poi che GCLB, autodichiarato “non fanatico delle corse”, dopo la gara si sia intromesso così dottamente in un discorso condotto tra suo padre e “un signore del coordinamento che non menziono perchè non conosco, ma che vedevo molto infervorato sulla questione coordinamento, presenze, tende alla zona di partenza e altri dettagli di cui non discuto e non porto a discussione perché fuori dalle mie competenze”.  

Il signore suddetto era nientemeno che Gianni Vaccari, presidente della Madonnina, a lungo co-  o vice-presidente del Coordinamento, che appunto riferiva al suo “affiliato” Libero Z.  delle possibili sanzioni da prendere nei riguardi delle società che avevano trasgredito il divieto di attendamento. A quel punto sono intervenuto io, senza bisogno di presentarmi perché sia Libero sia Gianni sono appunto miei conoscenti da decennii, e ho chiesto a Gianni il suo parere sui tanti che avevano corso senza pettorale. L’interpellato ha detto che si è trattato di azione vietata e riprovevole (o comunque aggettivi simili: non vado ancora alle corse col registratore…). Al che ho risposto, condividendo e senza far nomi, che chi aveva corso senza pettorale era accattone e miserabile: cosa che L.B. ripete, ammettendo che l’avevo rivolta a tutta una comunità e non a lui o parentado vario, e che io poi ho scritto e riconfermo  (e il termine “miserabile” lo vedo ripreso anche dal direttore del sito Modena/Reggiocorre; dunque si tratta di comune sentire, non indirizzato a questo o quello ma a tutti quanti si sono comportati in un certo modo).

La riunione si è sciolta, nel senso che Vaccari è andato per i fatti suoi, in piena amicizia (eravamo infatti d’accordo nel giudizio sui “senza pettorale”), e io ho accennato a entrare nel palasport. Prima però che entrassi, è intervenuto l’a me ignoto GCLB (che non avevo nemmeno notato, anche perché fino a quel momento non l’avevo sentito proferir verbo, e quindi non saprei se a Vaccari avesse fatto tutto quel discorso che dice – personalmente ne dubito), il quale mi ha accusato di offenderlo, e come subitaneo compenso ha preso a definirmi con termini presi, non direi dalla lingua apache, ma piuttosto da quella che una volta si chiamava degli scaricatori di porto, aggiungendo anche minacce, sul tipo “se dici ancora una parola ti appiccico al muro” vel circiter (ripeto che non avevo il registratore). 

La mia risposta è stata: le tue offese mi onorano, perché se qui tutti sanno chi sono io (vedete un po’ come il tono e il significato cambiano, rispetto al “non sai chi sono io… tutti mi conoscono” riportato da GCLB), mentre tu che stai parlando non ti sei ancora presentato; quindi io mi sento offeso da … nessuno, e dunque dormirò tranquillo. È stato allora che il poco cortese interlocutore, dopo altre espressioni un po’ urlate e ripetitive, ha infine confessato: “Io mi chiamo Zerbinati, e tu sei un ***” ecc. ecc. (tanto per “placare la discussione”, come adesso dice papà), concludendo con l’asserzione da me riportata, e da lui sostanzialmente ripetuta, su i modenesi del Coordinamento che disertano le gare mirandolesi, e dunque i mirandolesi hanno pieno diritto di venire a Modena (oltre tutto, da una società come la Fratellanza che non appartiene più al Coordinamento!), correre e non pagare.

E siccome continua a scrivere che non sapeva e non sa chi sono io (non nel senso di “star del popolo runner”, come non mi sono mai atteggiato, ma in senso semplicemente delle generalità anagrafiche), devo desumere che nel tragitto dal palasport all’auto, fatto insieme a papà, e nel viaggio di ritorno verso le Basse, e nella lettura di Podisti.net, e nella redazione della lettera unitaria con papà, abbia continuato a non sapere chi sono io.

Anche a questo, non so Toro Seduto, ma il Kaiser crederebbe facilmente.


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