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maratonina di mantova storiaMantova e la mezza maratona si conoscono, si amano, si lasciano, ritornano insieme e si lasciano di nuovo. E’ un rapporto complicato il loro, fatto di grande passione ma anche di grandi tormenti. Come non ricordare gli anni d’oro, i primissimi, fine anni ’80 primi anni ’90, quelli in cui vinsero gli azzurri Bettiol, Pizzolato, Truschi tra gli uomini, Marchisio, Scaunich, Bizioli tra le donne. Arrivò anche la prima vittoria straniera, quella del brasiliano Antonio Neto, ed era il 1990. Poi un anno sabbatico e la ripresa nel 1992. Poi un altro stop, stavolta più lungo, e la ripresa nel 1997. Poi diciannove anni ininterrotti che hanno portato a correre sul suolo gonzagesco migliaia di appassionati, anni che hanno visto la storica tripletta della capoverdiana Sonia Lopes e addirittura il poker del marmirolese Alberto Marogna, anni che hanno visto La Gazzetta di Mantova esaltarsi e scrivere intere pagine sulle gesta degli atleti fino a darne spazio, nelle ultime edizioni, in uno scarno trafiletto (tralasciando l’inserto dell’UISP).

E quest’anno? Il sentore e i rumors dicono che la 25^ Maratonina di Mantova non si correrà, l’idillio sembra nuovamente finito, la fiammella si è spenta ancora. Monica Pilla e Marco Montorio (a proposito, oltre a lui e ai già citati Truschi e Marogna, Marco Najbe Salami è il quarto mantovano ad aver vinto la gara di casa) potrebbero rimanere gli ultimi vincitori di questa gara. Una manifestazione che non ha mai ricevuto troppi consensi da parte delle amministrazioni comunali e dei cittadini mantovani. Più volte ha dovuto cambiare location e data: da Palazzo Te ci si è spostati in centro con l’arrivo in Piazza delle Erbe per poi ritornare lungo viale Te più vicini allo stadio Martelli. Ma non è finita perché la maratonina ha dovuto anche emigrare spostandosi a Cerese di Virgilio (dove ora si corre la Virgilio Ten organizzata dal San Pio X) per ritornare in città ma senza disturbarla troppo andando ad occupare la struttura federale di Campo Canoa. Lo scorso anno, forse l’ultimo, partenza dal Ponte di San Giorgio ed arrivo in Piazza Sordello. Da maggio a ottobre con le ultime edizioni a settembre.

Perché Mantova non trova pace con questa gara? Forse per il disinteresse un po’ di tutti, dei mantovani in primis, dagli organi di informazione locale che danno più valore alla Mincio Marcia perché fa massa e colore nascondendo magari magagne legate all’organizzazione approssimativa. Forse perché la città di Mantova ha subito più di tutte la crisi economica obbligando molte aziende a chiudere e quelle rimaste aperte ad avere difficoltà a sovvenzionare qualsiasi manifestazione. Forse perché le amministrazioni comunali non hanno mai realmente capito il valore aggiunto che può dare un vera manifestazione podistica all’intera città soprattutto se è di interesse turistico come Mantova.

Le province confinanti hanno tutte almeno una mezza maratona: Cremona, con la quale c’è una atavica rivalità ed è la provincia con la quale specchiarsi, ne ha addirittura quattro (oltre Cremona e Crema non dimentichiamoci di Casalmorano e Casalmaggiore). Sportivamente parlando le due province quasi si assomigliano: nel calcio Cremonese e Mantova bazzicano strisciando stancamente in Lega Pro, nel basket la Vanoli Cremona è terza in A1 e la Dinamica Mantova prima in A2, nel rugby non c’è storia con Viadana in eccellenza e Cremona in serie C (ma la squadra è nata da pochissimi anni), nella pallavolo è al contrario con le ragazze della Pomì Casalmaggiore campionesse d’Italia in carica.

Eppure a Mantova non manca la gente che corre, c’è un circuito Fidal che negli ultimi anni ha riscontrato un crescente numero di consensi (se volete magari ancora troppo chiuso in sé stesso ma che sta cercando di portare gente anche da fuori), c’è un lungolago che nelle giornate primaverili brulica di aspiranti podisti alle prime armi. Tutto questo va in antitesi con la mezza maratona che era capace di richiamare un discreto numero di partecipanti dalle province limitrofe. Non dimentichiamoci che fino a qualche anno fa, in provincia, si correva anche a Malavicina di Roverbella la Maratonina delle Due Regioni, quel piccolo miracolo che Everardo Toffoli era stato capace di creare: far correre il sabato nel tardo pomeriggio atleti provenienti anche dal milanese e dal reggiano, su di un percorso fatto da quattro rettilinei e quattro curve da percorrere tre volte era proprio un miracolo. E con premi in denaro per i primi!

Dispiacerà un po’ a tutti non avere più la propria maratonina, ma ne sono sicuro, come la fenice risorgerà dalla proprie ceneri, ancora più forte e ancora più bella.