Dopo Cinzia Tagliavini, un’altra podista e animalista ci ha messo a parte della sua battaglia per togliere i cani dalle strade delle maratone e ultramaratone. La sua denuncia è molto circostanziata, e corredata da documenti fotografici che in gran parte non sono riproducibili per ragioni legali (vuoi per questioni di diritti d’autore, vuoi per la famigerata privacy). Ma non abbiamo difficoltà a pubblicare i testi, con qualche taglio di parti non essenziali. Si comincia con una lettera alla Fidal del 28 aprile, in seguito alla quale il fiduciario nazionale del Gruppo Giudici Gara ha emanato la circolare che i lettori di Podisti.net hanno conosciuto prima di tutti. Alla documentazione addotta da Marzia Canovi, aggiungiamo il richiamo alla legge 189 del 2004, che ritiene il far correre prolungatamente un cane “fatiche insopportabili per le sue caratteristiche etologiche”. Naturalmente, gli esperti diranno che c’è cane e cane, che nelle gare di sleddog i cani trascinano slitte per migliaia di km, che far correre un cane (ma, attenzione: per 10-20 km con soste intermedie, e per taglie dal pastore e labrador in su) è più salutare che tenerlo sul divano. Non entriamo in questa disputa fisio-veterinaria, ma siamo ben lieti di dar voce ad una Pasionaria davvero (se ci consente il termine) “accanita” nelle sue convinzioni. (F.M.)
I.
Sono una podista amatoriale e corro maratone e ultra da circa 7 anni. Soprattutto in questi ultimi anni ho notato, nel mondo delle maratone, un fenomeno che mi ha allarmata e preoccupata: podisti che hanno corso l’intera maratona accompagnati da un cane.
Preciso che amo gli animali, io stessa ho un cane, e che la mia mail è fondamentalmente tesa alla tutela dei cani ma tiene anche conto, cosa per me imprescindibile quando ci si iscrive a una competizione, del rispetto delle normative che la regolamentano, nonché del rispetto di chi corre sul percorso.
Se non erro il regolamento della maratona (cito a memoria) prevede che possano partecipare alla manifestazione i tesserati Fidal, i possessori di Run Card, o affiliati IAAF; non mi risulta che i cani rientrino in queste categorie: e questo di per sé chiuderebbe, in un mondo ideale o forse anche solo in un paese civile, la questione: padrone che corre con cane= allontanamento dal percorso.
Un cane sul tracciato di una maratona può costituire pericolo per il conduttore, per gli altri runner e per chi (nel caso di maratone aperte al traffico) si trovi a passare sul percorso: questo sia che il cane sia condotto al guinzaglio sia che si trovi a correre libero lungo la strada (altro evento non ammesso, e questo ai sensi della legge, che prevede che l’animale sia condotto al guinzaglio negli spazi pubblici). E questo è un punto.
Mi pare che il regolamento Fidal faccia espresso divieto dell’uso di qualsiasi ausilio esterno: non sto insinuando che il cane “traini” il runner, ma sto dicendo che questa non è una condizione ammessa.
L’altro punto, che è quello che mi sta più a cuore, è il rispetto per il cane: ho personalmente assistito a diversi episodi in cui un cane di piccola taglia veniva quasi calpestato alla partenza per poi trovarsi a correre sotto la pioggia, in condizioni meteo avverse, a bere nelle pozzanghere e così via. Ho visto un cane con la lingua penzoloni al traguardo ed un altro con abrasioni ai polpastrelli.
I cani non sono nati per correre sull’asfalto: è sufficiente documentarsi presso un veterinario o un educatore/addestratore cinofilo e ve lo potrà confermare.
Ho personalmente parlato dell’argomento con esponenti di questa categoria, spiegando le mie perplessità in merito, e al di là delle considerazioni sul trattamento verso l’animale, che arriva a configurare una situazione di maltrattamento, mi sono sentita unanimemente rispondere: MA SE IL REGOLAMENTO LO VIETA NON BASTEREBBE FAR VALERE IL REGOLAMENTO?
Magari! E per questo mi appello a voi, come ente che è tenuto a garantire il rispetto delle regole, cosa che in più circostanze siete riusciti a garantire: ho visto atleti squalificati e ammoniti per l’uso degli Ipod quando il loro utilizzo era vietato (Maratona di Ravenna 2014, Maratona di Russi 2014 per citare qualche esempio), ne ho visti altri squalificati per aver tolto la canotta con li numero di pettorale (50 km di Romagna 2014, atleta arrivato a pochi minuti dal tempo limite), a riprova che le regole i giudici le conoscono e quando vogliono le sanno applicare, e anche con una certa severità e rigore.
II.
Ora, da qualche mese a questa parte, sto interpellando l’organizzazione delle maratone che mi accingo a correre per sensibilizzare i giudici in questo senso; a volte mi sono sentita rassicurare ma ho purtroppo visto che non sono stati presi provvedimenti verso chi ha corso la maratona con il cane. Altre volte ho faticato a trovare un minimo di comprensione.
Mi sono sentita dire che i giudici sono pochi ed è difficile monitorare queste situazioni. Signori, ma come? A parte le maratone più blasonate come Roma, Firenze, Milano, Torino, direi che in ogni altra manifestazione il numero di partecipanti permette, eccome, di vedere runner con il cane. Se riuscite a vedere gli auricolari nelle orecchie, come potete non vedere un cane? Forse non alla partenza, e anche qui avrei di che ridire, ma dal 5° km i partecipanti sono già sgranati. Ad ogni buon conto è vostro compito supervisionare e tutelare, e non sono ammissibili giustificazioni quali “i giudici sono pochi”. No, se i giudici sono insufficienti significa che non è tutelato il rispetto della normativa internazionale IAAF, pertanto occorre provvedere a sanare la lacuna.
Aggiungo anche che all’arrivo i podisti transitano sotto lo striscione alla spicciolata, e così come li vedo io anche i giudici vedono i cani. A ciò si sommano le segnalazioni di chi ha corso, la documentazione fotografica e le testimonianze di chi era sul percorso. Gli estremi per far valere il regolamento ci sono tutti.
Ritengo che sia ingiusto lasciare al singolo individuo l’iniziativa di segnalare ogni volta preventivamente all’organizzazione la presenza fra gli iscritti di quegli atleti che si sa essere avvezzi a questa abitudine.
Riporto qualche esempio e foto a testimonianza:
1) Atleta Giancarlo Filonzi (Atl. Amatori Avis Castelfidardo) – alcuni esempi: Maratona di Terni 2016, Maratona sulla Sabbia 2016, Maratona delle terre Verdiane 2016, Maratona delle Terre Verdiane 2015, Maratona del Presidente 2015, solo per menzionarne alcuni.
• Maratona delle Terre Verdiane Febbraio 2016: L’atleta è sulla linea di partenza: IMPOSSIBILE NON VEDERE IL CANE. I GIUDICI COSA FANNO? PER QUANTO MI RIGUARDA CHIEDEREI L’ESTROMISSIONE DEI GIUDICI CHE NON HANNO FATTO NULLA.
• Maratona sulla SABBIA 2016 – è una maratona a circuito con poche decine di partecipanti: IMPOSSIBILE NON VEDERE IL CANE. I GIUDICI COSA FANNO? PER QUANTO MI RIGUARDA CHIEDEREI L’ESTROMISSIONE DEI GIUDICI CHE NON HANNO FATTO NULLA.
• Maratona del Presidente, Forlì 2015 - – è una maratona a circuito (parco Buscherini, 2 km) con poche decine di partecipanti: IMPOSSIBILE NON VEDERE IL CANE. I GIUDICI COSA FANNO? PER QUANTO MI RIGUARDA CHIEDEREI L’ESTROMISSIONE DEI GIUDICI CHE NON HANNO FATTO NULLA.
• Maratona di Rimini 2016: il sig. Filonzi si è preoccupato appena possibile di fare rimuovere le foto da Foto Studio 5, ma era troppo tardi
• Maratona di Russi 2016: l’organizzazione ha disposto il divieto alla partenza di partecipazione del cane. SEGNO EVIDENTE CHE QUALCOSA SI PUO’ FARE
Il “ruolino di marcia” del Sig. Filonzi attesta che il suo cane, “l'ultramaratoneta Pepito” ha al suo attivo oltre 50 maratone e ultramaratone portate a termine.
2) Atleta Pasqualina Losurdo (ASD Bisceglie Running) – alcuni esempi: Maratona di Crevalcore 2013, Maratona di Russi 2014, Passatore 2014.
3) Atleta Leonardo Candian (ASD Bisceglie Running) – alcuni esempi: Maratona di Padova 2016.
Sul profilo facebook “del cane” si parla di 9 maratone …
https://www.facebook.com/stella.candian LA MIA NONA MEDAGLIA ALLA MARATONA DI PADOVA.
Preciso che avevo contattato l’organizzazione della maratona di Padova per complimentarmi per la scelta di applicare il regolamento, vi allego lo scambio di mail. La potremmo definire una farsa vera e propria o una sonora presa in giro. IN QUESTO CASO è STATO ADDIRITTURA ATTRIBUITO UN PETTORALE (2180) AL CANE E UNO AL PROPRIETARIO (LEONARDO CANDIAN – 2181) COMPLIMENTI AI GIUDICI.
Resto in attesa di un vostro cortese riscontro al più presto e soprattutto di provvedimenti quali ad esempio una vostra comunicazione ufficiale agli organizzatori di eventi tesa a scoraggiare in ogni modo questo fenomeno.
Le parole, le promesse, non mi bastano più.
III.
La risposta, e il provvedimento di cui già sapete, sono stati, almeno sulla carta e sugli schermi degli email, solleciti.
A seguito delle sue segnalazioni, la informiamo che siamo sempre intervenuti nei casi citati ed in alcune occasioni siamo riusciti anche a prevenire il ripetersi di tali comportamenti.
Purtroppo, il continuo ripetersi di fatti simili, ci induce ad una forte presa di posizione tramite una circolare interna che stiamo predisponendo e che invieremo a tutti i Fiduciari Provinciali e Regionali d'Italia del Gruppo Giudici Gare-FIDAL per richiamare la ferma applicazione dei Regolamenti Tecnici ed il rispetto delle leggi di tutela degli animali.
Nell'augurarci che si riesca ad intervenire significativamente in ogni manifestazione, la ringrazio vivamente per la segnalazione e per la sua grande sensibilità al problema e l'occasione mi è gradita per porgerle il mio più cordiale saluto.
IL FIDUCIARIO NAZIONALE GGG
Luca Verrascina
Ma Marzia vigila, e a pochi giorni dal “Passatore” ci precisa il suo pensiero, completato da una serie di esempi (e di foto e riprese video, purtroppo non pubblicabili per ragioni tecniche oltre che legali) assai eloquenti:
Oramai un mese fa ho inviato alla Fidal una e-mail ed una lettera raccomandata nella quale segnalavo il fenomeno, corredandola di foto, articoli e dati relativi alle maratone.Nn si sta parlando di piccole tapasciate di paese ma di competizioni ufficiali, a volte dai nomi altisonanti e dalla ricca tradizione, che si svolgono sulla distanza dei 42 km e oltre, a volte anche molto oltre.
Ora io corro, con grande passione per questo sport da diversi anni; dal 2009 ho iniziato a correre maratone ed è la distanza che più amo; inizialmente mi sono limitata a poche maratone l'anno, poi ho intensificato la mia presenza. Dal 2012, avendo aumentato le mie presenze in maratona ho avuto modo di assistere ad un fenomeno che speravo essere estemporaneo ma che si sta rivelando duraturo nel tempo, in particolare per la assoluta non considerazione del regolamento e delle raccomandazioni fatte da parte di un atleta (Giancarlo Filonzi, tesserato per la società Atletica amatori avis Castelfidardo).
Nel febbraio di quest'anno ho corso la Sojasun Marathon di Salsomaggiore: il signor Filonzi era schierato in prima fila, come da documentazione fotografica di podisti.net, fra i top runner, con il cane Pepito pronto ad esser calpestato o a far cadere gli atleti schierati. Ho incontrato il Sig. Filonzi lungo il percorso, nessun giudice lo ha né ammonito né intimato di attenersi al regolamento, nulla ... semplicemente il nulla ... la solita indifferenza, il solito atteggiamento alla “non mi riguarda”, come se il regolamento fosse un puro esercizio di stile e non qualcosa atto a definire norme di comportamento. Persino lo speaker della gara aveva un diavolo per capello. Ribadisco che il cane era schierato alla partenza, nelle foto si vedono distintamente i giudici di fronte alla linea di partenza intenti ad espletare le formalità pre-gara. Quali formalità signori? Quali, se di fronte ad una palese violazione del regolamento non è stato mosso un dito?
A valle della mia segnalazione, circostanziata e dettagliata, la Fidal ha emesso una circolare sulla quale Podisti.net ha scritto dando la giusta visibilità alla cosa.
Già il fatto stesso che un regolamento debba essere ribadito ha un che di curioso, ma siamo in Italia e tant'è. Ho apprezzato la presa di coscienza e la posizione di Fidal anche perché nel frattempo ho avuto notizia che il cane Stella (di anni 13) aveva corso la Maratona di Padova con regolare runcard (concessa sulla base di cosa?), prima squalificato (il cane, signori, il cane, perché il conduttore Leonardo Candian non è mai nemmeno stato ammonito). Ho contattato la maratona di Padova e, com'è come non è, siamo passati da una possibile squalifica ad una regolare ammissione in classifica.
Concedetemi ancora una precisazione ed una digressione.
Il perché io abbia e stia tuttora intraprendendo quella che somiglia a una vera crociata è riassumibile in due punti:
- rispetto di un regolamento, visto che esiste. Se qualcuno non è d'accordo con il regolamento può semplicemente astenersi dal frequentare le gare o, se ritiene di poter portare avanti la propria ragione, mettere in pista azioni tese a cambiare il regolamento. E invece no, nelle gare, in questo caso perfetto specchio di un malcostume nostrano, vige l’usanza che se qualcuno non condivide le norme semplicemente se ne infischia e le viola, perché ritenute a proprio parere ingiuste, tutto qui.
Bè, io mi sono stancata di guardare e tacere, ritengo sia mio, nostro, preciso dovere farci portavoce di queste situazioni ed uscire dal nostro ruolo di spettatore indifferente. Ognuno ha un proprio parere, opinione e punto di vista; si presume che ognuno sia munito di opportuno buon senso ma siccome questo è oltremodo soggettivo e opinabile ecco che entrano in gioco le regole che codificano un buon senso condiviso da chi decide di aderire alle manifestazioni in questione. Il regolamento, come da voi opportunamente sottolineato, si applica, non si interpreta. Oppure, se la prossima gara porterò il rottweiler di mio fratello, quanto vogliamo scommettere che si leveranno proteste? Se i cani non sono ammessi non lo sono, punto e stop. Non "ma è piccolo", non "ma è buono", non "ma corre in sicurezza e non in situazioni di pericolo".
No e basta, le situazioni di pericolo, in quanto tali, spesso non sono prevedibili, le gare non sono sempre chiuse al traffico e in particolare il cane in questione, Pepito, corre spesso sciolto.
Attenzione, non sono una integralista, e passo al secondo motivo che mi anima in questa "crociata":
- rispetto dell'animale: questo è il punto che più mi sta a cuore; l'animale non può decidere per sé, ora non voglio dilungarmi in disquisizioni sui pareri raccolti in merito in quanto la materia potrebbe essere considerata fuori tema per un sito come podisti.net, preciso solo che ho attivato gli organi competenti in materia, perché là dove si parla di creature, bambini, anziani, animali, più deboli o non in condizione di decidere, noi abbiamo il preciso dovere civile di intervenire per loro.
IV.
E ora la digressione: dopo la Sojasun Marathon, ogni qualvolta mi sono iscritta a una maratona ho provveduto a contattare l'organizzazione per chiedere rispetto del regolamento e serietà. Nel frattempo il Sig. Filonzi continuava indisturbato, correndo ad esempio la maratona di Ferrara, anche in questo caso nella totale indifferenza dei giudici di gara. Allego a beneficio di chi legge il ruolino di marcia di questo atleta, che prima di Ferrara e Salsomaggiore aveva, tanto per fare qualche nome, già corso la Maratona di San Valentino e la maratona di San Benedetto del Tronto sulla sabbia.
Nell'ordine ho quindi contattato l'organizzazione della maratona di Russi, di Rimini, della 50 km di Romagna. Non vi dico quanti rimpalli e quante telefonate. La responsabilità è una patata bollente che nessuno vuole tenere in mano.
Ad ogni buon conto, alla maratona di Russi i giudici non hanno permesso la partenza del cane.
A Rimini sono stata rassicurata dall'organizzazione, con tono quasi risentito, con frasi del tipo "ma noi siamo una maratona seria che fa rispettare il regolamento!" Ed infatti il cane ha corso e tagliato il traguardo. Da me ricontattati in seguito, gli organizzatori si sono giustificati con carenza di giudici e difficoltà a supervisionare tutto il percorso e mi hanno garantito che il sig. Filonzi sarebbe stato estromesso dalla classifica.
50 km di Romagna (UISP) ; gara affascinante e storica che adoro: contattata l'organizzazione, citato l'esempio di Russi, vengo nuovamente rassicurata sul rispetto delle regole non ho motivo di credere il contrario visto il rigore che in entrambe le gare i giudici avevano dimostrato negli anni passati nell'ammonire e anche squalificare chi indossava cuffie di ipod, apostrofandoli talora anche in malo modo.
"Se nel 2014 hanno squalificato un podista perché non esibiva correttamente il pettorale, sul traguardo, a due minuti dalla scadenza del tempo limite (50 km di Romagna) figuriamoci se fan correre un cane!" mi sono detta con incauta fiducia.
E invece si! Il sig. Filonzi si è schierato in griglia con il cane, il tutto alla luce del sole; sono corsa dai giudici, lo ammetto, molto accalorata, e ho trovato scarsa conoscenza della materia, poca collaborazione e soprattutto nessun intervento. Mi è stato detto che il sig. Filonzi si era tolto il pettorale, ma ho personalmente visto che lo aveva solamente celato sotto una maglia.
Il podista è partito e non è mai stato né ammonito né fermato. A quel punto ho deciso di non correre e di portare avanti il discorso. Sono stata rimandata ai vigili, polizia, carabinieri, guardie forestali, ogni organo dello stato ... ho percorso tutto il tracciato di gara senza trovare un solo giudice, ho chiesto ad ogni ristoro e ad ogni controllo cronometrico: il nulla. La solita patata bollente che nessuno vuole per le mani.
A Casola Valsenio ho trovato la collaborazione di due vigilesse che hanno contattato l'organizzazione per richiamarli prima di tutto al rispetto del codice della strada, che prevede che i cani non possano correre sciolti (come documentato e come stava avvenendo e avviene quasi sempre). All'arrivo il sig. Filonzi ha ricevuto la sua medaglia e mi risulta che solo successivamente sia stato estromesso dalla classifica, forse a valle delle infinite proteste e del marasma che oramai si era creato.
Io comunque me ne sono tornata a casa avvilita e stanca: che senso ha permettere una irregolarità per 50 km quando era visibile alla partenza, e squalificare all'arrivo? anche in questo caso mi sono sentita dire che i giudici di gara sono pochi ... e sia ... ma se quei pochi sono stati in grado di vedere minuscoli ipod alla partenza gli scorsi anni, qualcuno mi può spiegare come non possano vedere un cane alla partenza o più avanti nel percorso quando si corre alla spicciolata? Sono curiosa di sentire una spiegazione; o forse ci sono regole che si applicano ed altre che boh forse dipende che so dalla dimensione del cane? Quasi quasi mi porto un cavallo la prossima gara, perché no?
Dopo la 50 km di Romagna il sig. Filonzi ha continuato a correre come d'abitudine con il cane: si veda la 6 ore di Cesano Boscone di fine aprile, corsa a circuito di 1 km, anche un cieco poteva vedere il cane transitare dal via; eppure ...niente.
E veniamo ai giorni nostri: la Fidal invia circolare, si scatena la bagarre di commenti, preferisco soprassedere su questo perché i concetti chiave chiedo di averli già abbondantemente espressi sopra, e, fiduciosa, mi dico: siamo a una svolta.
E ci credo davvero! Tanto è vero che alla Collemarathon il Sig.Filonzi è presente ma senza il cane (l'organizzazione era già stata da me preventivamente interpellata e avevano contattato sig. Filonzi); io corro la mia gara ma un briciolo di preoccupazione e amarezza si fa strada in me ... mi chiedo se ogni volta dovrò mettere in atto questa prassi di contattare l'organizzazione di una corsa e invitarli al rispetto del regolamento.
La settimana successiva, il 14 maggio, si corre la 6 ore di Foiano della Chiana; accerto, tramite documentazione fotografica visionata su Facebook che il Filonzi non ha corso con il cane. Respiro, sollievo.
Sollievo brevissimo: l'indomani ricevo segnalazione da un amico podista circa l'intenzione del sig. Filonzi di correre la massacrante Nove colli running e poi il Passatore. Inizio le mie verifiche: nel 2014 il sig.Filonzi corre il Passatore con il cane, come da documentazione fotografica, anche qui nella più totale indifferenza! (i giudici dove sono e cosa fanno ???). Quanto alla Nove colli, verifico che il sig. Filonzi l'ha corsa nel 2015, ma non trovo documentazione fotografica che mi dimostri se con il cane.
Mi interrogo circa l'opportunità di contattare di nuovo la Fidal per quanto riguarda il Passatore, perché mi dico che è impossibile che corra la Nove colli con il cane al seguito; non può essere neanche pensabile far correre il cane per 202 km, penso ingenuamente.
Mi dico un sacco di cose e per una volta non faccio nulla.
V.
E infatti il Filonzi sabato 21 maggio era al via della Nove colli running con il cane Pepito, ne vengo informata da un amico che si accinge a correrla e che interpella il Filonzi, il quale gli conferma l'intenzione di far correre il cane. Consulto il sito della corsa; non vengo a capo di nulla in materia di regolamento, trattasi di gara IUTA? quindi quale regolamento fa testo? Fidal, UISP o cosa? e di quali differenze di regolamento stiamo parlando? provo a cercare informazioni ma non ne vengo a capo ed anzi colgo l'occasione per chiedere a podisti.net di aiutarmi a fare chiarezza su affiliazioni e regolamenti.
La frustrazione sale, attivo i miei contatti extra corsa, tramite un giro di telefonate. Il Sig. Mario Castagnoli, referente indicato sul regolamento della Nove colli, viene contattato dalla polizia di Cesenatico e invitato ad accertarsi che il cane non corra. Tiro un sospiro di sollievo, ho sbagliato a dare fiducia al corso delle cose ma forse ho riparato per tempo. Come da accordi in tarda serata chiamo l'amico che sta correndo per dargli supporto morale: mi dice che il cane è sul percorso e sta correndo, che non è vero che il cane è stato affidato a qualcuno ma è sul percorso. Un profondo senso di frustrazione e impotenza si impossessa di me. Nulla vale con questa persona né regolamenti né ammonizioni delle autorità competenti: parto in auto alla volta del percorso della nove colli per raccogliere materiale fotografico e ve lo allego.
Quello che succede in questi casi è che il sig. Filonzi sembra accettare la raccomandazione pre-partenza per poi farsi passare il cane lungo il percorso da chi lo assiste.
Non ho la forza morale di commentare il mio dolore di fronte a certe scene cui ho assistito, ho raccolto il materiale e ho cercato di contattare il sig. Castagnoli; non riuscendo a parlargli ho chiesto supporto a Cinzia che è riuscito a rintracciarlo, alla sua richiesta di spiegazioni e a fronte delle sue rimostranze circa l'opportunità di imporre a un cane una corsa tanto straziante, Cinzia si è sentita rispondere che non era d'accordo e che lui al suo cane ha fatto correre 230 km in un weekend, che la gara è ENDAS e che non avrebbe estromesso l'atleta dal percorso e che comunque il responsabile della gara è il sig. Frisone Marino, di cui non riesco a rintracciare numero. La conversazione è stata civile e il sig. Castagnoli ha esposto le sue ragioni in modo garbato ma inflessibile. Parte la ricerca di un regolamento ENDAS e qui mi perdo nel labirinto degli enti di promozione sportiva, non trovo nulla, il regolamento della Nove colli consultabile sul sito somiglia più ad una serie di consigli su dove mangiare e dove dormire che un regolamento propriamente detto, quanto a ENDAS ... non trovo nulla se non l'indicazione di affiliazione al CONI. Mi arrendo, non riesco a trovare un appiglio formale, è quasi mattina, sono stanca, stremata e devo anche tornare a casa, alzo bandiera bianca, piango e mi dispero per questa creatura che sta correndo da non so quante ore, sull'asfalto bollente del pomeriggio e nella notte buia, nella totale indifferenza, la caratteristica che oramai contraddistingue la più parte del nostro paese, purtroppo.
A questo punto io credo che se la persona è, come è, recidiva a oltranza (vi invito a consultare il profilo Facebook dove il cagnolino viene osannato anche da un organizzatore di corse, sig. Capecchi (complimenti per il buon esempio) per aver corso più di 50 maratone, si debbano intraprendere altre azioni, ufficiali. Sono del parere che il padrone andrebbe retroattivamente squalificato da ogni classifica di gara corsa col cane; in caso di comportamento recidivo, essendo il sig. Filonzi tesserato Fidal, gli debba essere revocata la tessera e la possibilità quanto meno di correre le gare Fidal;, per tutte le altre mi appello a podisti.net per fare chiarezza su cosa vale e dove. Se un podista viene colto in doping recidivo viene squalificato, non vedo perché il mancato rispetto di altre regole, reiterato nel tempo - anni, signori, anni, alla luce del sole per giunta - non debba dare luogo ad azioni definitive e durature.
Attendo, attendo ancora speranzosa in azioni più mirate ed efficaci e nel frattempo porto avanti questa "maratona" anche sul fronte degli organi competenti in materia zoofila, due mondi, la corsa e gli animali che amo tantissimo e che mi stanno portando là dove non arrivano le autorità in materia di corsa ad intraprendere un altro percorso, forse lungo, forse doloroso ma forse, ahimè, più serio di quanto potuto constatare nel mondo della corsa che da oggi, ahimè amo un po' meno.
Nel frattempo, a beneficio di chi legge, atleti, organizzazione, enti vari e giudici vi informo che io sarò al Passatore. Vigilerò, e non sarò la sola a farlo.