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Gatto RM Blofeld gip

Provetta manomessa. Così si esprimeva alcuni giorni fa Gerhard Brandstaetter, il legale di Alex Schwazer. Il ragazzo non si è dopato, gli altri profili ematici precedenti e successivi sono perfetti, le procedure non sono state rispettate ecc ecc.

Ebbene, oggi non vogliamo entrare nel merito delle argomentazioni a favore o meno di questa tesi, ammettiamo di non essere sufficientemente ferrati ed anche di non disporre di tutte le informazioni. A questo proposito ci permettiamo solo di dire che non consideriamo più probante la dichiarazione stessa dell’atleta. I numerosi cambi di versione del passato, non testimoniano a garanzia che quanto dica corrisponda sempre alla verità assoluta.

Quello che invece ci incuriosiva molto, era sapere chi stava dietro questa manipolazione. Il capo del complotto. Un po’ come quando nei film di James Bond saltava fuori il “cattivo”, che dalla sua base segreta, accarezzando un gatto, dava disposizioni per attuare i suoi piani criminosi di conquista del mondo. Dell’atletica, in questo caso.

Ma chi voleva tutto questo? Qualche invidioso compagno di squadra? Alcuni si sono esposti, come il neocampione europeo e primatista italiano Gianmarco Tamberi. Quello basta vederlo di profilo o meglio di profili e si capisce subito come sia dotato di doppia personalità… Ma no, dai che è un bravo ragazzo e quello che pensa, giusto o sbagliato che sia, lo tira fuori subito. Anzi, con  l’occasione formuliamo i nostri migliori auguri di pronta guarigione.

Che fosse stata la FIDAL stessa? Beh, in effetti all’inizio questa operazione, sponsorizzata da Donati, che quando c’è un congresso antidoping, il CONI di Malagò si “dimentica” d’invitare a testimonianza di una simpatia epidermica, la FIDAL ha assistito da spettatrice. Poi però ci sembra che sia subentrata la pragmatica considerazione che una medaglia “non olet” e quindi…

Oppure la WADA? In effetti che ultimamente l’organizzazione mondiale sia particolarmente vivace rispetto al passato è un fatto acclarato. Vedi la frenetica attività punteggiata peraltro anche da decisioni eccezionali, come l’esclusione di tutta la squadra atletica russa, piuttosto che la chiusura del laboratorio di Rio, mica un luogo a caso. Ma perché proprio Schwazer, con tanti altri ex-dopati che scontata la pena continuano a sgambettare allegramente, alcuni anche a dispetto di tante, troppe primavere?

Insomma, se si tratta di complotto, per favore fate nomi e cognomi e spiegateci il perché, veniva da domandarsi alcuni giorni fa. Poi sono arrivate le dichiarazioni di Donati, il cui indice di affidabilità è certo molto superiore a quello di Alex. Parole sconvolgenti. “Ho combattuto la mafia del doping ed ora sono minacciato”. “Vivo nella paura che accada qualcosa di brutto a me o alla mia famiglia”. “E’ chiaro il rapporto di corruttela tra alcuni Dirigenti IAAF e la federazione russa” e via di questo passo, rivelando anche anonime pressioni perché Schwazer non andasse così forte all’ultima coppa del mondo. Uno scenario in cui ridurre la vicenda alla semplice frode sportiva risulta ormai riduttivo.

Presto Donati riferirà alla Procura della Repubblica. Sarà difficile che si riesca ad arrivare alla verità, ma ci piacerebbe tanto che fosse fatta chiarezza su questa vicenda.

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