Nell’ondata di attentati (per fortuna, con esiti tutto sommato lievi) che ha colpito gli Stati Uniti durante l’ultimo weekend, con modalità simili a quelli che avevano causato la strage durante la maratona di Boston nel 2013, è stata presa di mira anche la zona di Seaside Park, località balneare nel New Jersey, cioè a un braccio di mare da New York.
Qui, sabato scorso 17, doveva tenersi una corsa di 5 miglia, allo scopo di raccogliere fondi per gli ex marines in difficoltà. La gara sarebbe dovuta partire alle 9, ma per fortuna il numero dei partecipanti, oltre cinquemila, superava le previsioni, al punto che gli organizzatori hanno posticipato il via alle 10. La bomba è esplosa, all’interno di un cassonetto lungo il percorso, alle 9.30: si trattava di una pipe bomb, un ordigno artigianale fatto di un tubo riempito con materiale esplosivo e con schegge metalliche, per causare il massimo danno.
La gara è stata cancellata. Il sindaco di New York, Bill De Blasio, ha subito notato “similitudini tra le bombe e il modo in cui sono state assemblate, il che è indizio che ci possa essere un’identità che accomuna tutti gli attentati”. Altre bombe sono state trovate e fatte esplodere nel New Jersey, nei pressi della stazione ferroviaria di Elizabeth: e proprio in questo quartiere abitava il presunto colpevole, un ventottenne nato in Afghanistan e cittadino americano, Ahmad Khan Raham, tradito dalle impronte digitali su una delle bombe, e ammanettato dopo una sparatoria che l’ha lievemente ferito.
Le indagini tendono ora a trovare collegamenti tra l’attentatore e i gruppi di matrice islamica che ‘firmano’ la maggior parte di questi episodi. Non sono però escluse motivazioni personali, nel senso che Raham e la sua famiglia gestivano un fast food che era stato spesso denunciato dai vicini per turbative alla quiete pubblica; ma in casi come questi, è facile che un soggetto ‘debole’ trovi una sponda e un alibi in motivazioni pseudo-politiche, come in effetti sta emergendo dagli ultimi accertamenti.
È ovvio che i partecipanti alla prossima maratona di New York (e non solo a quella) guardino con una certa preoccupazione allo svolgersi degli eventi: di certo, è da prevedere un inasprimento dei controlli.