You are now being logged in using your Facebook credentials

Come si temeva, la Federazione Italiana di Atletica Leggera sarà ancora guidata dal peggior Presidente che abbia mai avuto. Alfio Giomi ha battuto Stefano Mei 62 a 38, come ormai noto; è interessante, però, esaminare come si è svolta questa prima assemblea dopo il nuovo Statuto, che non prevede più la presenza dei delegati regionali, ma direttamente delle società.

 

Delle 2.352 società affiliate, con 104.611 voti a disposizione, erano presenti 316 dirigenti, per un totale di 50.668 voti, con 407 deleghe per altri 26.203 voti, totale 76.871.

 

Come ho già avuto modo di rilevare, il problema dei problemi è il sistema di voto: erano presenti fisicamente 316 su 2.352 società, cioè il 13,5% con il 48,43% dei voti; comprese le deleghe 723, vale a dire il 30,73% con il 73,48% dei voti.

 

Non parliamo della farsa di atleti e tecnici, rispettivamente con 136 e 155 votanti.

 

L’assemblea si è svolta secondo il rituale consolidato e stucchevole, programmi dei candidati (arcinoti) e interventi da 5 minuti l’uno, abbastanza scontati, con i “giomiani” a minimizzare le pecche, e i “meiani” a chiedere un cambiamento di rotta, senza dire come.

 

Le argomentazioni sono state comunque tutte concentrate sugli aspetti tecnici, sull’atletica su pista; grande assente quella su strada.

 

Giomi ha esaltato il superamento di quota 200.000 nei tesseramenti: leggendo gli ultimi dati si nota che i Master, con i Runcard e i fit- e nordic-walking sono il 55% dei tesserati, i giovani il 31 e gli “atleti” il 14. Dunque il podismo rappresenta il salvadanaio della Federazione, peccato che non se ne parli assolutamente e si continui a destinare risorse al settore assoluto e alla pista con risultati sotto gli occhi di tutti.

 

Solo un candidato indipendente, arrivato, naturalmente, penultimo nelle votazioni, Cesare Manzotti, ha avuto il coraggio di rompere il politicamente corretto ricordando a Giomi e all’assemblea che erano 60 anni che l’atletica non prendeva medaglie ai Giochi olimpici e “ringraziandolo” per il “pizzo” a carico degli organizzatori di maratone e mezze maratone!

 

Resta solo la soddisfazione (misera), che non tutte le ciambelle riescono col buco: infatti dei sette dirigenti eletti ben tre fanno parte dei “meiani”, Sabrina Fraccaroli, Alberto Montanari e Ida Nicolini; degli atleti Gerardo Vaiani Lisi è stato il grande sostenitore del primo trofeo delle regioni Master su pista, fieramente avversato dal Consiglio Federale uscente; Silvia Salis ha il dente avvelenato per essere stata presa in mezzo con il deferimento dei 26 P.O. poi scagionati; e la tecnica Lyana Calvesi rappresenta una famiglia tutta dedicata all’atletica, ed è ancora una validissima Master su pista, ovviamente.

 

È questo il problema nemmeno affrontato: alla strada chi ci pensa?