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Dov’era l’ombra, or sé la quercia spande
morta, né più coi turbini tenzona.
La gente dice: Or vedo: era pur grande!
Pendono qua e là dalla corona
i nidietti della primavera.
Dice la gente: Or vedo: era pur buona!
Ognuno loda, ognuno taglia. A sera
ognuno col suo grave fascio va.
Nell’aria, un pianto... d’una capinera
che cerca il nido che non troverà.

Quando mercoledì 15 febbraio lessi sul sito di FIDAL Piemonte “Ciao Adriano” per l’improvvisa scomparsa del suo neopresidente, istintivamente pensai “non è possibile, non è il 1° aprile!” , poi mi tornò alla mente la poesia di Giovanni Pascoli, che la mia cara maestra Ottavia ci aveva fatto imparare a suon di sberle (così si usava un tempo), e piansi.

 

Adriano era una quercia, o almeno così sembrava: fisico massiccio per un atleta - era difficile batterlo in montagna - ma anche su strada, dove prediligeva le distanze lunghe, e nei cross; non ricordo di averlo visto in pista perché lui amava stare tra la gente, correre in compagnia.

 

Ero appena arrivato a Torino quando nel giugno del 1977 si corse la prima Stratorino di 19 chilometri: 9000 al via, tanto da spostare la partenza da Piazza Castello ai Giardini Reali.

 

I primi a giungere al traguardo furono tre amici, mano nella mano, Adriano Aschieris, Michele Bassi e Silvio Gerlero.

 

La sua vita ha avuto sempre questa connotazione, l’empatia; in tanti anni non ho mai avuto la ventura di litigare con lui, era sempre sereno, attento, rispettoso del pensiero altrui, non partiva mai da preconcetti o per imporre il suo punto di vista, aveva la rara dote di saper ascoltare, prendeva appunti e poi, alla fine, la soluzione scaturiva dal confronto libero e leale e, quindi, era ben accetta perché condivisa.

 

Era un mite, eppure lascia dietro di sé una grande quantità di realizzazioni, prima da atleta, poi da dirigente.

 

Alla fine della carriera agonistica, nell’87 creò l’Atletica Susa, che in 30 anni è entrata nell’Olimpo delle società italiane, conosciutissima all’estero, grazie alla sagace attività di organizzatore, in primo piano il Memorial Partigiani Stellina, che ha portato a Costa Rossa l’élite della corsa in montagna mondiale, poi i due Campionati Mondiali Master a Sauze e a Susa, il tricolore a Pian del Frais, il Memorial Marco Germanetto diventato dopo alcuni anni il Campionato Mondiale Allievi (WMRA Youth Challenge) di corsa in montagna itinerante, senza dimenticare le non competitive a favore della CRI di Susa.

 

La sua generosità lo ha portato ad assumere dal ’94 al ‘99 la carica di assessore al bilancio e allo sport di Susa, che gli ha consentito di realizzare un centro sportivo, non solo la pista di atletica, a disposizione della gioventù di tutta la Valle.

 

A completare la sua passione a 360° il conseguimento del titolo di Giudice di gara, funzione esercitata sempre con la grande serietà e la profonda umanità che lo distinguevano.

 

Noi abbiamo perso un amico sincero e buono e siamo vicini alla sua capinera, l’adorata moglie Patrizia, che con discrezione e dolcezza lo ha sempre sostenuto ed aiutato in tutta la sua attività.

 

Ciao Adri, cur su ‘nta ciel!

Jano