Dopo la richiesta della deputata Daniela Sbrollini sulla macchinosità delle certificazioni mediche richieste per gareggiare (vedere il pezzo di Sebastiano Scuderi dell’11 marzo scorso), un altro svegliarino al nostro Ministro dello sport (come se le orecchie non gli fischiassero abbastanza per altri motivi) è giunto dall’interrogazione dell’onorevole Paolo Cova (PD), veterinario milanese, recordman al Parlamento col 98% di presenze contro una media del 66%, già co-firmatario della mozione Sbrollini e autore, nel 2015, di un’interrogazione sull’inefficienza dei controlli antidoping in Italia.
Questa volta il tema è la convenzione-capestro tra la Fidal e gli Eps (in particolare, con l’Uisp), che “complica” la pratica dello sport, dal momento che
la Convenzione prevede all’art.2 comma 2.1che è prevista la reciproca partecipazione di atleti ad attività agonistica di prestazione organizzata da una delle parti prevede il doppio tesseramento, come poi dettagliato nell’allegato sub 3 della Convenzione;
i tesserati UISP, dal 1 giugno 2016, devono essere tesserati alla FIDAL oppure avere la Runcard per poter partecipare alle manifestazioni agonistiche organizzate dalla FIDAL proprio per questa nuova norma introdotta che non apporta nessun beneficio o miglioramento ai partecipanti;
il doppio tesseramento sta contribuendo solo ad aumentare il numero dei tesserati alla FIDAL senza un reale aumento dei partecipanti all’attività sportiva, cosa che dovrebbe essere prioritaria.
Cova chiede al Ministro
se non ritenga che sia una disposizione che sminuisca il ruolo degli Enti di Promozione Sportiva e la loro capacità attrattiva allo sport di base da parte dei cittadini italiani;
se la richiesta del doppio tesseramento diventi una norma che complica la partecipazione all’attività sportiva nell’atletica e non vada nell’ottica della semplificazione e del favorire la partecipazione dei cittadini.
Paolo Cova (tesserato per la Libertas Sesto) è uno che se ne intende: la Fidal lo accredita di tempi discreti sia in maratonina (1.28 a Faenza, seppur nel lontano 2005; 1.44 a Vittuone un anno fa), sia in maratona (3.19 a Treviso, 3.26 a Carpi in anni andati; dopo il mandato parlamentare, 4.08 a Trieste nel 2015), e autore di positivi sconfinamenti nell’ultramaratona (dopo due partecipazioni al Passatore con un rispettabile 12.32, l’anno scorso ha fatto segnare 5.26 nella 50 di Romagna). Insomma, non è il politico-politicante in cerca di facili consensi su materie che ignora.
Purtroppo, coi tempi che corrono, non nutriamo troppe illusioni su interventi ministeriali (anche se la 'fiducia' appena conquistata potrebbe dare un po' di Epo al ministro): ma fa piacere apprendere che un nostro rappresentante difenda ancora le sorti del piccolo grande mondo podistico.