
PREMESSA
Prima di entrare nel merito del nostro articolo ci teniamo a fare una doverosa premessa: con le nostre parole non intendiamo offendere nessun atleta paraolimpico. Nel caso lo facessimo, credeteci involontariamente, chiediamo scusa. L’obiettivo è semplicemente quello di segnalare una situazione in divenire che riteniamo vada regolamentata.
IL FATTO
Ulm – Germania, 26 Luglio 2014, campionati assoluti di atletica leggera. Nel salto in lungo vince il ventiseienne Markus Rehm, con un balzo da 8,24 metri. Gran bella misura, che lo colloca nelle prime posizioni delle classifiche mondiali. OK, grazie per l’informazione, ma dov’è la notizia? La notizia sta nel fatto che Rehm è un “cugino” di Pistorius, nel senso che gareggia con una protesi alla gamba destra, dopo un terribile incidente mentre praticava lo sci acquatico.
GLI SVILUPPI
Ora l’atleta tedesco è pronto per vincere una medaglia anche fuori dai confini nazionali. Non siamo degli esperti di corsa, figurarsi di salto in lungo, ma con misure analoghe è abbastanza probabile salire almeno su un podio continentale. Sempre se la federazione darà il nulla-osta all’utilizzo della protesi, come è capitato ad Oscar Pistorius.
QUALE VANTAGGIO?
Insomma, con lo sviluppo della tecnica e la preparazione di protesi sempre più performanti, andiamo incontro ad un probabile sviluppo di prestazioni che potrebbe, il condizionale è d’obbligo, far volare in avanti gli atleti paraolimpici. Ricordiamo che Pistorius alle ultime paraolimpiadi fu battuto nei 200 metri dal brasiliano Alan Oliveira che indossava protesi “lunghe”, mentre il sudafricano era sceso in pista con gli “attrezzi” omologati dalla federazione per competere anche con i normodotati.
Tornando a Rehm, di certo è difficile valutare con precisione il vantaggio ottenuto. Il salto in lungo richiede capacità di coordinazione non comune per trasformare la rincorsa, che deve essere veloce, in un balzo in avanti. Ed il tedesco appare un gradino sopra tutti anche nei confronti dei suoi colleghi paraolimpici in questa operazione, vincendo sempre con ampio distacco le gare di categoria.
IL FUTURO COSA CI RISERVERA’?
Andiamo incontro ad un futuro dove a competersi le medaglie di alcune discipline saranno gli atleti paraolimpici? I normodotati faranno la stessa fine dei fine dei bianchi contro keniani ed etiopici sulle lunghe distanze? Sarà possibile valutare con precisione dove finisce il vantaggio della protesi e comincia l’abilità dell’atleta? Verrà chiesto a Rehm e agli altri di staccare dalla pedana con la gamba “normale” per assicurare un’equità competitiva? Il tedesco stacca con la destra, quella che ha subito l’incidente. Staremo a vedere, di certo si sta aprendo un capitolo della storia sportiva in cui gli organi ai vertici dello sport dovranno prendere decisioni difficili e comunque discutibili sia in un senso che in un altro.
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