
Come forse avrete già letto nel nostro pezzo precedente (clicca qui), l’atleta, che è amputato alla gamba destra, utilizza una protesi sulla quale vengono sollevati molti dubbi, anche dai suo stessi avversari. Protesi che peraltro risulterebbe essere più lunga di qualche centimetro rispetto all’altro arto, come ammesso dallo stesso interessato, che sebbene molto deluso degli sviluppi presi dalla vicenda, ha annunciato di non voler presentare ricorso avverso a questa decisione.
Nel frattempo la federazione, per voce dello stesso presidente Clemens Prokop, continuerà a svolgere degli approfondimenti per verificare l’eventuale “effetto catapulta” di cui beneficerebbe l’atleta grazie a questo arto in fibra di carbonio.
Rehm resta in fiduciosa attesa, in quanto ha dichiarato che non vuole vincere col sospetto. In realtà forse basterebbe che al momento dello stacco utilizzasse la gamba sinistra e non la protesi destra. Ma ci rendiamo conto che ciò è più facile a dirsi (e a scriverlo….) che a farsi.
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